Il professore e il pazzo

Simon Winchester  (1998)             Romanzo storico

Voto: 3 out of 5 stars (3 / 5)

E’ la storia realmente accaduta di William Chester Minor, medico americano affetto da schizofrenia che, rinchiuso all’interno di un manicomio in Inghilterra, collabora alla stesura del più importante dizionario inglese dell’epoca vittoriana: l’Oxford English Dictionary (OED). Il lavoro di ricerca di nuovi lemmi e le citazioni ad essi correlate, impegnano quotidianamente il Dottor Minor e ciò, diventa una terapia grazie alla quale, può liberare la sua mente oltre i cancelli del manicomio. Durante il corso degli anni, intrattiene una corrispondenza epistolare con il direttore del progetto, il Professor Murray; i due si scambiano opinioni e discutono di filologia, creando pian piano uno stretto legame. Più tardi, quando il professore scopre chi sia e dove viva il suo collaboratore più entusiasta, lo andrà a trovare e si creerà un vero e proprio rapporto di amicizia.

La trama è avvincente e si fa fatica a credere che gli episodi raccontati siano realmente registrati in archivi di ospedali, manicomi ed ambasciate…è una storia davvero incredibile! Simon Winchester, come spiega dettagliatamente negli ultimi capitoli, ha compiuto una ricerca attenta e minuziosa tra carte impolverate e documenti rovinati dal tempo, incontrando anche difficoltà nel reperire il materiale, sia per motivi amministrativi che governativi.

Oltre alle vicende direttamente correlabili ai due protagonisti, l’autore coglie l’occasione per spiegare al lettore, com’è nato il progetto di creare un “dizionario della lingua inglese” e cosa significasse, durante l’epoca vittoriana, proporre e cercare di realizzare un’idea così grandiosa. Inoltre, Simon Winchester si sofferma a descrivere l’organizzazione di questo immenso lavoro e le difficoltà incontrate dal Professor Murray nel portarlo avanti in modo ordinato e programmato.

L’autore traccia un quadro storico completo della situazione politica, culturale e sociale di quest’epoca: si narra dell’Inghilterra vittoriana con i suoi pregi e le sue contraddizioni, della guerra di Secessione Americana e delle crudeltà ad essa connesse, ma anche, di religione e delle condizioni di vita nelle colonie britanniche.

Mi è piaciuto il libro non solo per la storia in sé, che coinvolge il lettore ma soprattutto perché, sfogliando le pagine, si respira la passione e la perseveranza di questi uomini per cui il loro progetto è diventato parte della loro vita.
Lo consiglio, innanzitutto a coloro che sono interessati alla filologia ma anche, a coloro che, come me, apprezzano racconti di fatti storici talmente clamorosi da sembrare immaginati. Devo ammettere che alcuni capitoli, soprattutto quelli riguardanti la stesura, l’organizzazione e la pubblicazione dell’l’Oxford English Dictionary li ho trovati prolissi e un pochino noiosi; spesso la fluidità della narrazione è appesantita da questi frammenti fin troppo specialistici.

Nel 2019, hanno realizzato anche un film, liberamente ispirato al libro in questione, interpretato da Mel Gibson e Sean Penn. Non posso esprimere un giudizio perché non sono ancora riuscita a vederlo ma lo farò appena possibile!

L’interprete

Annette Hesse  (2018)    Romanzo

Voto: 4 out of 5 stars (4 / 5)

Ambientato a Francoforte nel 1963, il libro racconta di Eva, ventottenne tedesca, interprete di polacco che viene chiamata urgentemente per fare da interprete durante un interrogatorio in tribunale. E’ sorpresa, perché generalmente è abituata a lavorare per aziende coinvolte in scambi commerciali ma questo caso è delicato e non può aspettare. Si tratta, infatti, dell’interrogatorio che precede l’inizio di uno dei processi più importanti della storia cioè, il processo di Francoforte noto anche come secondo processo di Auschwitz; questo si tenne tra il 1963 ed il 1965 a Francoforte e vide come imputati ventidue SS, accusati di crimini commessi nel campo di concentramento di Auschwitz. Eva, incredibilmente all’oscuro di ciò che era stato commesso nei campi di lavoro, si rende conto della tragedia occultata per tanto tempo e ciò, la cambia profondamente; da ragazza ordinaria, convinta di sposare un uomo e vivergli accanto, mettendo da parte le proprie passioni e occupazioni, diventa una donna determinata, pronta a lottare perché, le persone che la circondano, non neghino l’evidenza dei fatti.

L’autrice è stata capace di trattare un argomento così forte, con molta delicatezza ma, non tralasciando i passaggi fondamentali della vicenda. Emerge tra le righe l’assoluta calma degli imputati, convinti che “il sistema” li proteggerà, la sofferenza, mista al coraggio delle vittime, nel raccontare le ferocia e la disumanità a cui erano sottoposte e l’omertà della popolazione di fronte a questa tragedia, terrorizzata dal perdere la “vita tranquilla” che con difficoltà si è ricostruita nel dopoguerra.

La trama si basa su fatti realmente accaduti e si intrecciano con le vicende personali, assolutamente plausibili, della protagonista; in questo modo, viene descritta la vita nel periodo postbellico e l’organizzazione della società tedesca. Viene evidenziata la posizione della donna che lavora ma, vuole emanciparsi, rifiutando il concetto di “donna di casa” sottomessa al marito; Eva in particolare, si troverà a scegliere tra il matrimonio e il lavoro, senza aver la possibilità, almeno inizialmente, di coniugare entrambe le cose: questo, non fa che accrescere la sua frustrazione. Mi è piaciuto molto che ci sia sempre un buon equilibrio tra sofferenza e riscatto sia per la protagonista ma anche per le figure in secondo piano.

La narrazione è fluida, non ridondante, in modo da appassionare il lettore che si muove sia su più fronti narrativi. Inoltre, i personaggi secondari sono ben rappresentati e aiutano tracciare un quadro più completo di tutta la storia. Insomma, la lettura risulta molto piacevole e coinvolge totalmente il lettore.

A volte ritorno

John Niven (2011) Romanzo

Voto: 3 out of 5 stars (3 / 5)

E’ un libro irriverente e provocatorio ma il tema, è affrontato in maniera da non essere offensivo o ingiurioso nei confronti della religione anzi, è proprio il contrario; infatti, l’autore vuole mettere in luce, alcuni tra i più gravi problemi morali che affliggono l’umanità ed evidenziare il fatto che, solo Dio potrebbe affrontare la situazione per porvi rimedio. La prima parte è ambientata in Paradiso (e per una piccola parte anche all’Inferno) dove, il Signore fa ritorno dopo una una “breve” vacanza (una settimana che corrisponde a cinque secoli del nostro tempo)e viene aggiornato dai suoi collaboratori (santi e beati) su ciò che sta succedendo sulla Terra. L’autore riesce a descrivere molto bene le varie reazioni di Dio mentre ascolta tutte le catastrofi che affliggono il pianeta: prima è incredulo, poi furibondo e infine, cerca una soluzione per migliorare la situazione. La trova, rimandando suo figlio, Gesù Cristo, tra gli uomini per ricordare loro di “fare i bravi”. La seconda parte, verte proprio sulle vicissitudini di Gesù ch, si trova a dover fronteggiare le difficoltà terrene del giorno d’oggi, (povertà, disoccupazione, solitudine etc..) in modo del tutto innovativo, come ad esempio la partecipazione ad un reality show!

Niven è riuscito a costruire una trama che sebbene assurda, potrebbe essere verosimile se, paradossalmente, si immaginasse un ritorno del Messia. Anche se il tema scelto è alquanto serio e complesso, l’autore cerca di stemperare il tutto con scene più “leggere” e talvolta esilaranti.

L’idea è innovativa e la trama è ben sviluppata però, c’è una componente del libro che non mi è proprio piaciuta, anzi secondo me rovina decisamente il testo: sto parlando del lessico. Troppe parolacce, troppe esclamazioni volgari e “sconcezze”; non voglio essere bigotta o moralista, se fosse così non avrei neanche letto il libro ma, a tratti ho pensato di interrompere la lettura perché mi disturbava continuare a sfogliare pagine con un serie smisurata di volgarità che, frenavano la fluidità del dialogo. Per questo motivo, ho dato tre punti come valutazione e mi dispiace molto, poiché per la costruzione del racconto e l’idea, si sarebbe meritato quattro punti.

Viaggio a Londra

“Sir, quando un uomo è stanco di Londra è stanco della vita; a Londra c’è tutto ciò che questa vita possa offrire.”

(Samuel Johnson)

PERIODO: Fine maggio-inizio Giugno

DURATA: 7 Giorni e 6 Notti

Londra è stata la meta del mio primo viaggio da sola. Ero una ragazzina in vacanza-studio per cui, non ho avuto modo di visitarla per bene ma, ricordo perfettamente la prima impressione che ho avuto quando vidi la metropolitana; la quantità di persone che saliva e scendeva frettolosamente le scale mobili…pensai a quanto, sebbene ci fosse confusione, questa fosse in qualche modo composta! Londra è una metropoli dinamica che pullula di vita e di modernità, eterogenea e multiculturale ma, mantiene sempre un’eleganza e un “aplomb” in perfetto stile “British”. Un’altra caratteristica di questa città, per la quale vale la pena un viaggio sono i parchi; passeggiando tra i viali, si nota subito la cura con cui sono tenuti e inoltre, si respira una tranquillità assolutamente in contrapposizione con le strade trafficate che ci sono lì accanto. In questa capitale ci si potrebbe soggiornare un mese per quanti posti ci sarebbero da visitare! E’ un crogiolo di stili, arti ed etnie che accontenta davvero tutti i gusti. L’itinerario che pubblico include ciò che mi interessa maggiormente e vuole essere, come sempre, un consiglio per chi ha intenzione di recarsi per la prima volta nella capitale britannica; vi suggerisco però di navigare su internet tra i vari altri blog o siti specializzati per scoprire attrazioni che potrebbero incuriosirvi…ci sono molti musei particolari, molti mercatini vintage ma anche, parchi e zone meno turistiche.

Per quanto riguarda i documenti di viaggio, bisognerà informarsi al momento della prenotazione; fino a Marzo 2020 si poteva viaggiare anche solo con carta d’identità ma, in futuro, servirà il passaporto e probabilmente si dovrà richiedere il visto. Quindi, al momento opportuno, bisognerà consultare i siti specializzati dove ci verranno indicate le procedure da seguire.

Per spostarvi, consiglio la metropolitana e più in generale, i mezzi di trasporto pubblico (assolutamente da provare i caratteristico l bus rosso a due piani!); sono efficienti e arrivano ovunque. Si può comprare la Oyster Card che permette di viaggiare tranquillamente ricaricando solo la tessera.

L’ultimo avvertimento riguarda il clima; com’è noto, Londra è famosa per il suo tempo uggioso. Da Maggio ad Agosto è più probabile che ci siano giornate soleggiate e la temperatura sia più accettabile ma non vi fate fregare! Portatevi sempre una maglia o una felpa e la giacca a vento perché non si sa mai…le nuvole sono sempre in agguato!

Big Ben, simbolo di Londra

1° GIORNO: Arrivo a Londra

2° GIORNO :

  • Palazzo di Westminster (Parlamento) e Big Ben: Come non iniziare dal simbolo di questa città? Per ora, la celebre torre dell’orologio è impacchettata per lavori di ristrutturazione ma, si spera, possa tornare presto a farsi ammirare dai milioni di visitatori che, ogni anno, arrivano a Londra per sentire i suoi rintocchi! L’eleganza del Palazzo di Westmister in stile neogotico che si ammira sulla sponda opposta del Tamigi, è unica …non sono mai riuscita ad effettuare una visita all’interno ma, mi piacerebbe molto! Da quanto ho letto, si può prenotare un tour guidato o un audio-tour dal sito ufficiale oppure, partecipare ad un tour in combinazione con Westminster Abbey .
  • Westminster Abbey: E’ una delle chiese più importanti per la religione anglicana, sede dell’incoronazione dei sovrani e  patrimonio dell’umanità UNESCO. Maestosa, con la sua facciata in stile gotico, è una delle più belle chiese che ho visitato in Europa; consiglio la visita anche al suo interno dove potrete scoprire, tra le tante cose, il Poets’ Corner cioè tombe e commemorazioni di autori e poeti britannici come Chaucer, Dickens e Shakespeare. Ricordatevi di prenotare!
  • St James’s Park : uscendo dall’abbazia si può accedere a questo parco, meno esteso rispetto ad altri ma, secondo me, è il più elegante; non a caso si trova proprio davanti al Palazzo Reale!
  • Buckingham palace: percorrendo longitudinalmente tutto il parco, si sbuca proprio davanti al Palazzo Reale e al Victoria Memorial. Se volete assistere al cambio della guardia gli orari sono:
    tutti i giorni alle 11 durante il periodo estivo: (arrivate un po’ prima!)
    a giorni alterni sempre alle ore 11 durante il periodo invernale
  • The mall: a questo punto, tornate indietro e imboccate il viale centrale situato proprio davanti al Victoria Memorial. “The Mall” è la strada cerimoniale creata tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento per ospitare le grandi parate nazionali; per farvi un’idea, nel corso degli anni, sono state trasmesse in televisione diverse cerimonie ufficiali tra cui, matrimoni reali o il corteo funebre di Lady Diana. Percorrendo tutto il viale si arriva a Trafalgar Square.
  • Trafalgar Square e National Gallery: a mio parere una delle più belle piazze di Londra: spaziosa, armonica nelle proporzioni e con due fontane e la colonna dell’ammiraglio Nelson che svetta al centro; nulla risulta “eccessivo” o “fuori posto”. Sul lato nord, si affaccia da una terrazza, la National Gallery, palazzo neoclassico che ospita uno delle più famose pinacoteche al mondo; la collezione vanta opere dal Medioevo fino al Novecento. L’ingresso alla mostra permanente è gratuita.
  • London Eye:  ero indecisa se inserire questa attrazione perché molto turistica e soprattutto molto cara. Però, è una delle esperienze più gettonate a Londra e non è male poter ammirare la città dall’alto, magari verso il tramonto o alla sera. Bisogna prenotare i biglietti con largo anticipo.
Trafalgar Square

3° GIORNO

  • Tower of London: la consiglio per chi è interessato alla storia del Medioevo e a quella della Gran Bretagna in generale. Biglietto caro ma merita! Potrete anche ammirare i scintillanti gioielli della corona! Ogni sera alle 21:53 in punto si tiene la Cerimonia delle Chiavi, un rituale molto suggestivo che consiste nella chiusura formale di tutte le porte del castello con il riconoscimento tra la sentinella e il capo delle Guardie Reali; è una tradizione immutata da oltre settecento anni.
  • Tower Bridge: appena usciti dalla visita alla Torre si può andare ad ammirare questo ponte che è un altro simbolo di Londra. Si può anche visitare il museo al suo interno che mi hanno detto essere molto interessante, ma io non ci sono ancora stata.
  • Saint Dunstan in the East:  poco lontano dalla Torre di Londra, vi è questa
    chiesa diroccata trasformata in parco pubblico. Molto suggestiva, ricorda l’ambientazione del “Giardino Segreto” e per chi ama la fotografia, è veramente una meta irrinunciabile.
  • Sky Garden:  un giardino in cima ad un grattacielo! Si estende su tre piani e offre un panorama spettacolare su tutta Londra . L’accesso è gratuito ma ovviamente, bisogna prenotare con molto anticipo. Ci sono anche due ristoranti e due bar se volete pranzare ma. attenzione, perché è indicato un certo dress-code, per cui, l’abbigliamento deve essere opportuno.
  • London Bridge:  attraversando il ponte, si arriva al borgo di Southwark ma, soprattutto, si può ammirare grattacielo “The Shard” in tutta la sua maestosità.
  • Borough Market: all’ombra del “The Shard” si trova questo mercato, famoso per essere uno dei più importanti nel commercio di generi alimentari per la qualità e la varietà dei prodotti. E’ una sosta perfetta per il pranzo!
  • Globe Theatre: costeggiando il fiume sia arriva al teatro dove la compagnia di Shakespeare ha messo in scena le opere del grande autore inglese. E’ una ricostruzione però è suggestivo; se si è interessati alle opere e alla vita dell’autore si può anche prenotare la visita guidata all’interno.
  • Tate Modern:  continuando a camminare lungo la sponda del Tamigi si incontra  un’imponente edificio che un tempo è stata una centrale termoelettrica. Ovviamente, è stata riadattata ed è uno dei più importanti musei di arte moderna al mondo. Io non sono mai entrata perché non ho avuto occasione, ma credo che in un prossimo viaggio darò un’occhiata all’interno.
  • Millennium Bridge: davanti alla Tate Modern si trova questo avveniristico ponte sospeso, costruito nel duemila per collegare la City al Bankside; è davvero una bella struttura: fabbricato in acciaio e pedonale! Viene citato anche nel capitolo di Harry Potter e il principe Mezzosangue: “Come accidenti avrebbe potuto il Governo impedire che quel ponte crollasse? L’insinuazione che non si spendesse abbastanza per i ponti era a dir poco assurda. Quello poi aveva meno di dieci anni, e neanche i migliori esperti riuscivano a spiegare perché si era spezzato in due di netto, precipitando una decina di auto negli abissi del fiume sottostante.”  
  • St Paul’s Cathedral proprio mentre si percorre il Millennium Bridge svetta davanti a voi la cupola della cattedrale di St. Paul’s. E’ un edificio imponente a cominciare dalla sua facciata in stile neoclassico. E’ una delle più importanti chiese anglicane in Gran Bretagna e lo si capisce anche dalle sue dimensioni; consiglio una visita al suo interno per ammirare davvero tutta la sua ricchezza! Nel passato, è stata rappresentata da molti artisti tra cui, Canaletto, Pissarro, Signac e Turner.
  • Covent Garden: uno dei centri “artistici” di Londra e un posto perfetto per riposarsi dopo le fatiche della giornata; vi consiglio di sedervi ad uno dei tanti tavolini all’aperto oppure di fare un giro per i negozi e le bancarelle, assistendo allo spettacolo di qualche musicista di strada.  Sul lato orientale della piazza, si trova la Royal Opera House; se si fosse appassionati di lirica, si può partecipare a visite guidate per ammirare il teatro e sentirne la sua storia. Non so spiegare il perché, ma Covent Garden è uno dei luoghi che mi ha sorpreso di più di questa città e ci torno sempre volentieri. Una piccola chicca che dovete assolutamente vedere (e fotografare) è il cortile colorato di Neal’s Yard: uno scorcio insolito e nascosto… bisogna cercarlo attentamente!

4° GIORNO

  • British Museum : è uno dei più grandi e importanti musei della storia del mondo e ospita circa otto milioni di opere che testimoniano la storia dell’umanità dalle origini all’età contemporanea. Ammetto che musei così vasti li trovo un po’ noiosi, soprattutto, se non c’è materiale interattivo che accompagna i percorsi però, consiglio la visita almeno per visionare i manufatti più noti come la Stele di Rosetta e per rendersi conto di quanto sia vasto il patrimonio espositivo. L’ingresso è gratuito.
  • Camden Town: di tutt’altro genere la prossima meta, che è uno dei quartieri più alternativi della capitale e ogni tanto vi sembrerà di trovarvi ad Amsterdam piuttosto che a Londra. Su Camden High Street vi è un’ampia scelta di negozi vintage e molto alternativi che potrete esplorare; dato che non c’era spazio per le vetrine, i proprietari hanno scelto di attirare l’attenzione del cliente con figure giganti attaccate in alto, sulle pareti degli edifici. Attraversando il canale vi troverete Camden Lock sulla sinistra; questo è l’ingresso del Camden Market, luogo dove potrete assaggiare molti piatti etnici a poco prezzo. Qui si trovano anche negozi vintage anni ’70 e il famoso Cyber Dog di cui, non svelerò nulla per non rovinarvi la sorpresa!
  • Madame Tussauds museum: è il più importante museo delle cere al mondo e nonostante sembri un po’ “pacchiano” farsi fotografare con personaggi famosi a grandezza naturale devo dire che è proprio divertente! Se decidete di visitare questo museo, acquistate i biglietti online per tempo e arrivate molto prima dell’orario di accesso perché la coda è lunga. Il Biglietto è costoso ma li vale tutti! Vi divertirete! Se decidete di non visitare questo museo potete farvi una passeggiata al vicino Regent’s Park, parco molto amato dai londinesi e visitare il Queen Mary’s Rose Gardens. Un’altra alternativa è dirigervi a Baker street dove, si trova il museo di Sherlock Holmes e poi fare tappa al negozio ufficiale dei Beatles!

5° GIORNO 

Per questa giornata, ho pensato ad una gita “fuori porta”. A noi interessava il magico mondo di Harry Potter per cui, abbiamo scelto di visitare gli Studios ma, da Londra è possibile raggiungere diverse località, attraverso treni o pullman, che partono dal centro della capitale. Alcune possibilità sono queste: Castello di Windsor , Oxford e Cambridge, Canterbury o Stonehenge. Sono tutte mete dove vorrei andare prossimamente ma non sono ancora riuscita a visitarle. Vi scriverò alcune informazioni per raggiungere gli Harry Potter Studios, vi avviso però che non sono verificate direttamente; avremmo dovuto andarci a Marzo ma abbiamo dovuto rinunciare, a causa della pandemia da Covid-19.

Bisogna prendere un treno che parte ogni quindici minuti circa dalla stazione di London Euston dove, arrivano le linee della metro Northern (nera) e Victoria (azzurra); il viaggio dura trenta minuti e si scende a Watford Junction. A questo punto si prende un pullman inconfondibile poiché, è tappezzato dalle locandine dei film di Harry Potter. La fermata del pullman si trova sulla destra all’uscita della stazione e il biglietto si fa a bordo sia per l’andata che per il ritorno. ATTENZIONE: prenotate i biglietti per l’ingresso almeno tre mesi prima!!!

6° GIORNO

  • Museo di Storia naturale o Victoria and Albert Museum: due musei molto interessanti anche se diversi, consiglio la visita ad uno dei due a seconda dei propri interessi. Accesso gratuito.
  • Harrods: chi non conosce il nome di questo “centro commerciale”?! Se volete potete passarci solo davanti ma, un salto giusto per ammirare la ricchezza degli arredi lo consiglierei! Attenzione a controllare il prezzo se volete acquistare qualcosa: è tutto decisamente caro! 
  • Hyde Park: dopo esservi inebriati gli occhi di lustrini e luci sfavillanti immergetevi nel parco più famoso di Londra; perdetevi tra le sue stradine, prendete il sole (se siete fortunati!) sdraiati sull’erba! Relax! La domenica mattina potete dirigervi verso Speaker’s corner per ascoltare improbabili oratori con discorsi e dibattiti: tutto è permesso!
  • Notting Hill: attraversando anche Kensigton Park arriverete a questo quartiere residenziale molto caratteristico con le sue casette colorate in
    Dancaster Road e Westbourne Park Road. Molto indicato per chi è appassionato di fotografia.
Hyde Park

7° GIORNO

Prima del ritorno previsto in serata, è giusto dedicare tempo allo shopping nel centro di Londra! Da Piccadilly Circus, attraversando Regent Street fino ad arrivare ad Oxford Street. Potete anche andare a dare un ‘occhiata in Carnaby street, epicentro della Swinging London degli anni Sessanta . Negozi che posso consigliarvi anche solo da vedere perché molto particolari sono: Fortnum & Mason in Piccadilly street, Hamleys e i Magazzini Liberty in Regent Street .

Londra è veramente una città di cui non ci si stanca mai…un po’ come Parigi ma per motivi diversi! Sebbene il clima sia alquanto inospitale (questo le accomuna!) e i prezzi non proprio accessibili, il visitatore viene conquistato da una atmosfera particolare che si può percepire solo camminando tra i suoi parchi e le sue strade.

LETTURE CONSIGLIATE:

A parte i classici della letteratura ambientati nella capitale come i romanzi di Charles Dickens o Joseph Conrad o Virginia Woolf, consiglio:

  • I segreti di Londra    Corrado Augias   2003        Letteratura di viaggio
  • La mia Londra  Simonetta Agnello Hornby   2014              Romanzo
  • Inglesi         Beppe Severgnini            1990       Romanzo
  • Tutto Sherlock Holmes   Arthur Conan Doyle     dal 1887      Poliziesco

La Briscola a cinque

Marco Malvaldi (2007)               Giallo           

Voto: 3.5 out of 5 stars (3,5 / 5)

Primo libro della una fortunata serie del “BarLume” ; come per gli altri capitoli, ha come protagonisti un barista (anzi…barrista!), Massimo Viviani e un gruppo di pensionati che si ritrovano nel suo locale per giocare a carte e spettegolare degli abitanti di Pineta, piccolo paese immaginario sul litorale toscano.

Tralasciando per un attimo il principale filone narrativo, l’ambientazione è davvero coinvolgente! Questo baruccio mi è sembrato familiare fin dalle prime righe; qualcuno potrebbe essersi fermato per fare colazione oppure, essersi seduto per bere un caffè insieme ai suoi più assidui frequentatori: Ampelio, Aldo, il Rimediotti e il Del Tacca. Quindi, nonostante il tema poliziesco, che ovviamente è il nucleo della storia, Malvaldi è riuscito a caratterizzare talmente bene i personaggi che, il pubblico gli è affezionato sia per la loro irriverenza sia per la spontaneità.

Arrivando al nocciolo del racconto, possiamo dire che la trama è ben costruita, sembra avere una base molto semplice e lineare poiché le figure coinvolte nel delitto sono limitate invece, riserva colpi di scena degni di un giallo ben concepito.

Il linguaggio è dialettale in alcuni punti, soprattutto nei dialoghi che interessano gli arzilli vecchietti ma ciò non rende difficoltosa la lettura anzi, rende più fluida la struttura del testo e ci strappa qualche sorriso durante la lettura.

In conclusione, è una lettura piacevole e non impegnativa per cui lo consiglio da portare in vacanza  oppure come lettura sui vari mezzi di trasporto mentre si torna dall’ufficio, tanto è un volume poco ingombrante!

I Romanzi del Barlume sono: “Il gioco delle tre carte” (2008), “Il re dei giochi” (2010), “La carta più alta”(2012), “Il telefono senza fili”(2014), “La battaglia navale”(2016), “A bocce ferme”(2018). Inoltre, è stato pubblicato “Sei casi al Barlume” (2016) costituito da racconti brevi inclusi in diverse antologie poliziesche.

Vi segnalo anche serie televisiva intitolata “ I delitti del Barlume” che è liberamente ispirata ai racconti di Marco Malvaldi.

Trilogia della pianura: “Il canto della pianura”, “Crepuscolo” e “Benedizione”

Kent Haruf (1999-2004) Trilogia

Voto: 4 out of 5 stars (4 / 5)

Non un solo libro, ma tre: “Il canto della pianura”, “Crepuscolo” e “Benedizione”; molte storie che si intrecciano ma, un’unica ambientazione, Holt, cittadina immaginaria del Colorado, non lontano da Denver ma immersa nell’aperta compagna nel Sud degli Stati Uniti. Il lettore si immerge pienamente nell’atmosfera del romanzo e ritrova ogni volta che apre un nuovo capitolo, vecchi e nuovi personaggi che amano, sbagliando, soffrono e a volte muoiono; Haruf descrive la vita quotidiana dei vari protagonisti, mettendo in risalto le loro difficoltà, i loro errori ma per qualcuno, anche la sua capacità di riscatto. Il linguaggio utilizzato è scarno e diretto, i dialoghi sono essenziali che rispecchiano la natura selvaggia di queste terre e dei suoi abitanti; in poche righe traspaiono le emozioni e le sofferenze: ecco la forza di questi racconti, ecco perché durante la lettura ci si sente parte integrante del romanzo.

I tre libri condividono lo stile e lo schema narrativo ma, in ognuno, c’è una particolarità che lo contraddistingue: in “Canto della pianura” si evidenzia la volontà di riscatto dei personaggi che cercano di crearsi un “nuovo inizio” mentre, in “Crepuscolo”, vengono enfatizzate la solitudine, le relazioni difficili e la sofferenza. Benedizione lo devo ancora terminare ma comunque si sta rivelando un’altra bella scoperta.

Mi sono piaciute molto le copertine che, con il loro colore, ricordano quelle terre lontane e rustiche che riflettono anche il carattere dei personaggi che le abitano. Recentemente è stato pubblicato volume che racchiude tutta la trilogia denominandola “Trilogia di Holt”.

Viaggio a Parigi

“Parigi è come un oceano. Gettateci una sonda e non ne conoscerete mai la profondità. Provatevi a percorrerlo, a descriverlo: per quanto sia grande la cura che mettereste nel percorrerlo, nel descriverlo, per quanto siano numerosi e interessanti gli esploratori di questo mare, vi si ritroverà sempre un luogo vergine, un antro sconosciuto, fiori, perle, mostri; qualcosa d’inaudito, insomma, dimenticato dai subacquei visitatori letterari.”

(Honoré de Balzac)

PERIODO: Fine Maggio-inizio Giugno

DURATA: 9 Giorni e 8 Notti

Oggi parliamo di Parigi, capitale della Francia e città multiculturale in cui si respira un’atmosfera magica: una combinazione tra eleganza, bellezza, stile e diversità! E’ un luogo dove si può vivere la storia antica, attraverso i musei e i monumenti ma anche la storia moderna, attraverso palazzi avveniristici oppure immergersi nella Bella Époque, camminando in alcuni quartieri molto suggestivi. Ogni volta che si torna in questa città, si scoprono posti sconosciuti, scorci nascosti ma allo stesso tempo, si ha voglia di rivivere esperienze già fatte come la visita al Louvre o alla Tour Eiffel!

Sono stata tre volte a Parigi e ogni volta, complice la compagnia differente e la diversa età, ho provato sensazioni nuove! La prima volta, avevo quindici anni e sono andata con i miei genitori: giro turistico classico per conoscere la città; la seconda volta, sono stata in gita scolastica e quindi potete immaginare quanto fossi attratta più dalla parte ludica, che da quella culturale. Infine, sono stata a trovare una mia amica che ha vissuto qualche mese per motivi di lavoro. E’ stata un’esperienza particolare: ero in una fase della mia vita un po’ incasinata e avevo voglia di stare un po’ da sola, per svagarmi e poi ripartire con nuovi obiettivi. Per cui, di giorno giravo in solitaria, visitando le attrazioni che più mi piacevano mentre, nel tardo pomeriggio la mia amica mi raggiungeva per condurmi in qualche locale tipico…cultura, cibo e un po’ di riflessione mi hanno fatto godere al meglio la mia vacanza!

In questo articolo, ho creato un itinerario per una persona che non è mai stato a Parigi; ovviamente, come ho scritto in precedenza, non si può vedere tutto in una sola volta ma con un po’ di tempo, volontà e un buon allenamento si può provare a conoscere il più possibile l’essenza di questa città. Cercherò di inserire varie possibilità in modo da poter accontentare un po’ tutti i gusti!

Innanzitutto il periodo migliore per visitare Parigi è la primavera inoltrata o inizio settembre. Il clima non è dei migliori…quindi portatevi sempre una giacca a vento e un ombrello! E ora ecco a voi il possibile itinerario…

Panorama Parigino

1° GIORNO

Primo giorno consiglierei una visita a tre quartieri molto famosi: Marais, Ile de la Cité e Quartiere Latino.

  • Place della Bastille: non c’è più alcun segno della prigione la cui caduta, fu il simbolo della libertà. E’ un buon punto di partenza per la passeggiata consigliata.
  • Place des Vosges: per me questa piazza è stata una bella scoperta. Un piccolo scrigno, racchiuso dai palazzi circostanti. Molto elegante!
  • Hotel de Ville: percorrendo Rue de Rivoli, celebre per essere una delle vie più antiche di Parigi, si arriva al municipio, appunto l’hotel de Ville e la piazza antistante ospita una pista di pattinaggio in inverno e diverse installazioni in estate.
  • Centre Pompidou: è uno dei musei di arte moderna più famosi al mondo. Se non siete interessati alla visita, in ogni caso, merita osservare il palazzo
    dall’esterno: è veramente molto originale! A me è piaciuta molto la fontana antistante l’edificio. Vi consiglio di salire direttamente al sesto piano (si può accedere anche se non si visita il museo, pagando circa 3 euro) per godere di uno splendido panorama della città.
    A questo punto attraverso il Pont Neuf, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco, entriamo all’ Ile de la Citè.
  • Square du Vert-Galant: giardino situato a nord dell’isola. Caratteristico per il suo panorama con vista sulle due sponde del fiume.
  • Place Dauphine: piccola piazzetta triangolare in stile barocco, molto elegante. Nel romanzo “Nadja” di André Breton questa piazza viene paragonata al sesso femminile proprio per la sua forma.
  • Saint Chapelle: una delle più belle chiese che io abbia mai visto. Merita davvero una visita perché rimarrete a bocca aperta ad ammirare le splendide vetrate colorate.
  • Palazzo di Giustizia e Conciergerie: ci si passa davanti, ammirando anche l’orologio più antico della città ma, non consiglierei la visita, a meno che non siate interessati al periodo della Rivoluzione Francese.
  • Cattedrale di Notre Dame: tappa fondamentale anche se purtroppo, dopo l’incendio avvenuto nel 2019, non è visitabile.
  • Libreria Shakespeare and Company: attraversando il ponte posto alla destra della cattedrale, si vede subito l’insegna di questa libreria. E’ un luogo magico, dove si respira il profumo dei libri. Se siete interessati alla storia di questo luogo e dei personaggi storici ad esso collegati, vi consiglio: Shakespeare and Company    Sylvia Beach     Biografia.
    A questo punto, si arriva nel Quartiere Latino; un quartiere universitario ma anche ricco di negozi vintage, cafè e brasserie.
  • Chiesa di Saint-Étienne-du-Mont: a me è piaciuta molto la facciata esterna; anche se meno famosa delle chiese viste in precedenza, secondo me, merita almeno di essere vista dall’esterno.
  • Pantheon: imponente e austero; non è solo un mausoleo dove sono sepolti grandi personaggi ma, ospita anche il pendolo di Foucault (una copia dell’originale). Se avete tempo (e fiato) potete salire sulla cupola per ammirare un meraviglioso panorama, almeno così dicono…io non ho avuto il coraggio!
  • Università La Sorbona: è un complesso molto grande ma è interessante osservare l’elegante costruzione centrale.
    A questo punto, se avete voglia di riposarvi un pochino, potete recarvi ai Giardini di Lussemburgo ma, se è ora di un aperitivo o di cena potete dirigervi verso Place Saint Michel. Il quartiere latino è noto per la sua vita notturna e per i numerosi ristoranti etnici e bistrot anche economici.

2° GIORNO

Oggi è dedicato alla visita di uno dei musei più famosi del mondo e ad una passeggiata nel quartiere “chic” della città.

  • Louvre: una visita immancabile! E’faticoso visitare un museo così ampio e con tante opere d’arte importanti ma, oltre alla parte più conosciuta, vi consiglio di dare un’occhiata anche all’ala “Richelieu”, cioè agli appartamenti reali, per ammirare il “Louvre” come palazzo reale e non solo come museo.
    Per aiutarvi, potete guardare anticipatamente le varie aree di esposizione e le opere che più vi interessano così, potete organizzarvi un piccolo itinerario, senza sprecare troppo tempo ed energie a fare avanti ed indietro per corridoi e scale!
  • Giardino delle Tuileries: per rilassarvi dal tour museale potete sedervi in questo famoso giardino ammirando le fontane e le statue esposte.
  • Place Vendome: riprese le forze, ci si può avviare verso uno dei luoghi più “chic” della città attraverso Rue de Castiglione. Oltre ai negozi di lusso e all’Hotel Ritz, si possono ammirare i palazzi austeri che circondano la piazza e la rendono molto sobria; al centro si trova la colonna realizzata su ordine di Napoleone, utilizzando il bronzo di mille e duecento cannoni nemici, per celebrare la vittoria della Battaglia di Austerlitz.
  • Chiesa della Madeline: tornando sui propri passi, si prende Rue Saint Honorè fino all’angolo con Rue Royale e ci si avvicina alla Chiesa della Madeline. Io trovo che questa chiesa-tempio costruita in stile neoclassico sia molto scenografica.
  • Opera Garnier: Infine si arriva al teatro storico di Parigi, anch’esso molto sfarzoso anche perché si erge al centro della pizza omonima. Non sono mai entrata per problemi di tempistiche ma vorrei assolutamente visitarlo, anche perché, il soffitto della sala del teatro, è stato dipinto da Marc Chagall.

Per cenare vi consiglio di andare al quartiere ebraico, proprio dietro Rue de Rivoli oppure verso Rue Montorgueil anch’esso, ricco di locali e ristoranti.

3° GIORNO

Oggi direi che l’itinerario include le tappe più conosciute della città: Basilique du Sacré-Cœur e Tour Eiffel.


Basilica del Sacro Cuore
  • Montmartre: questo è in assoluto il quartiere che mi piace di più, si respira un’atmosfera unica! Mi raccomando, non fermatevi solo ad ammirare la Basilica del Sacro Cuore ma, addentratevi nelle stradine che caratterizzano questo quartiere; scoprirete scorci davvero splendidi. Non a caso è stata l’ambientazione preferita di molti pittori celebri come Renoir, Picasso o Toulouse Lautrec. Vi indico qualche itinerario a piedi che ho seguito:
    • http://www.vacanzeparigine.it/in-giro-per-montmartre/
      A questo punto si prende la metro e ci si dirige verso un altro quartiere, del tutto diverso ma che rappresenta la città. Vi consiglio di scendere alla fermata Trocadero così potete scattare qualche bella foto della Tour Eiffel.
  • Tour Eiffel: tappa immancabile anche solo da vedere esternamente. Se volete salire, preparatevi ad una lunga coda anche se avete prenotato il biglietto. Senza dubbio lo spettacolo lassù vale assolutamente la pena!
  • Hotel des Invalides: se avete ancora energie e tempo, potete far tappa a questo complesso per ammirare la una maestosa cupola dorata. All’interno, il museo è davvero ampio e ospita la tomba di Napoleone oltre che il museo militare. Se non siete interessati alla storia militare francese, vi consiglio l’accesso solo se avete il “Pass musei” dove non pagate l’accesso; così potrete visitare solo la tomba di Napoleone.
  • Crociera sulla Senna: molto turistico ma merita, soprattutto di sera o al tramonto! Esistono molti pacchetti e prezzi, vedete voi quale si addice di più alle vostre esigenze. Normalmente i battelli partono dalla riva opposta rispetto all’Hotel des Invalides.

4° GIORNO


Museo d’Orsay
  • Museo d’Orsay: immancabile, se amate la pittura degli impressionisti! Il museo si trova all’interno in un’antica stazione ferroviaria per cui, anche l’ambiente, è assolutamente originale!
  • Museo Orangerie: mi direte ma due musei di seguito? In realtà questo è un’appendice del museo d’Orsay e secondo me va visitato nella stessa giornata perché in questo luogo sono esposte “le ninfee!” di Monet. Sono dipinti molto grandi per cui si è voluto scegliere un luogo adeguato per poterle presentare in maniera da farle risaltare.
  • Place della Concorde: immensa piazza posizionata tra gli Champs-Elysées e i giardini delle Tuileries. Svettano l’obelisco egiziano proveniente da Luxor e una ruota panoramica che secondo me rovina tutto…ma questa è una mia opinione!
  • Champs Elysees: ci sia avvia sul viale più conosciuto di Parigi dove al fondo si trova l’Arco di Trionfo. Si può fare una piccola deviazione a destra per vedere:
    • Grand Palais e Petit Palais: grandiose strutture in acciaio e vetro costruite per l’Esposizione universale del 1900
    • Ponte Alexandre III costruito per l’Esposizione universale del 1900
  • Arco di trionfo dopo circa mezz’ora di camminata (2,5 km) si arriva in questa piazza dove potete salire in cima o semplicemente osservare da sotto questo importante monumento. In lontananza ammirerete da una parte il Louvre e dall’altra l’arco della Defense.
  • La Defense: per concludere la giornata, potete prendere la metro e scendere alla fermata “La Defense”. Questo è un distretto composto da grattacieli e palazzi moderni in cui si trovano uffici e centri commerciali. Al centro della piazza principale si trova un gigantesco “arco” che in realtà è un ipercubo, eretto per festeggiare il bicentenario della presa della Bastiglia. Il monumento si trova sull’asse Louvre-Arco di Trionfo e simboleggia gli ideali umanitari piuttosto che le vittorie militari.

Per cena potete fermarvi all’interno di uno dei centri commerciali oppure, dirigervi con la metro nel Marais, quartiere ricco di bistrot e ristoranti.

5° GIORNO

Itinerario che vi costringerà a prendere più volte la metro per vedere alcune attrazioni non cosi turistiche. Devo dire che questo itinerario mi è stato consigliato ma non sono ancora riuscita a tornare nella Ville Lumiere per verificare di persona quanto ne valga la pena. Devo dire che però mi fido molto di chi me lo ha consigliato!

  • Tour de Momparnasse: si può visitare di prima mattina la torre per ammirare il panorama dall’alto dove potete anche far colazione!
  • Promenade plantee:
    Prendete la metro (linea 6 direzione Nation) e scendete a Bel Air. Appena usciti dalla stazione della metro, in rue Sahel n° 1, dovrebbe esserci l’accesso alla Promenade plantee e dirigetevi verso il centro cittadino cioè verso l’Avenue Daumesnil 94 ( vicino a Place de la Bastille). E’ considerato il primo parco pubblico sopraelevato al mondo che si snoda su 4,5 km seguendo una vecchia linea ferroviaria. La passeggiata offre scorci molto suggestivi, alternando architetture moderne ad aree di vegetazione selvatica.
  • Cimitero del Père-Lachaise: è una meta “originale” che non a tutti può ispirare ma, può essere curioso aggirarsi per i vialetti immersi nel verde tra le tombe di personaggi famosi tra cui Balzac, Oscar Wilde, Delacroix, Modigliani, Jim Morrison, Chopin. Potete raggiungerlo a piedi con circa una mezz’ora di camminata oppure se siete stanchi con la metro cambiando linea a metà percorso.
  • Canal Saint Martin
    Scendendo alla fermata Republique, oltre a vedere la piazza simbolo di alcune recenti manifestazioni francesi, raggiungete in cinque minuti il canale. E’ lungo 4,5 km e molti alberi lo costeggiano donandogli quell’atmosfera un po’ retrò e un po’ romantica. Sulle rive del corso d’acqua, vi si possono trovare negozi di design, librerie, ristoranti e locali per un aperitivo all’aperto.

6° GIORNO

  • Reggia di Versailles: gita fuori porta ! Con la metro raggiungete una delle fermate della RER C che arriva alla stazione Versailles Château Rive Gauche; da qui, seguendo le indicazioni, in 10 minuti arrivate a piedi alla Reggia di Versailles. Il viaggio dura circa 50 minuti.

7°-8 GIORNO

  • Disneyland Paris: se si decide di andare a Disneyland, bisogna tener conto che un giorno non basta; sono due parchi per cui, si è già “stretti con i tempi” se si sta due giorni interi. Ovviamente il budget sale vertiginosamente e bisogna fare due conti prima. Si può alloggiare in uno degli hotel a tema che offrono pacchetti con biglietti al parco inclusi oppure, decidere di soggiornare in alberghi vicini e più economici. Se piace il genere, è davvero una fantastica esperienza, vi sembrerà di vivere in un sogno! Dal centro di Parigi, il mezzo più comodo e veloce per arrivarci è la RER A, che impiega circa 40 minuti per raggiungere la stazione ferroviaria di Marne-la-Vallée/Chessy, la quale si trova a soli due minuti di distanza a piedi dagli ingressi dei parchi Disney. Se dovete poi raggiungere il vostro hotel, è disponibile un servizio di bus navetta gratuito che collega la stazione del parco a tutti gli Hotel Disney (tranne il Disney’s Davy Crockett Ranch).

9° GIORNO

Ritorno a casa

LETTURE CONSIGLIATE

Ci sono veramente molti romanzi, grandi classici della letteratura francese, e biografie, che sono ambientati nella Ville Lumiere per cui, ho cercato di sceglierne alcuni meno noti:

Il mercante dei quadri perduti       Sara Houghteling        2009          Romanzo

La cattura dell’effimero Beatrice Colin 2017          Romanzo

I segreti di Parigi: luoghi, storie e personaggi di una capitale    Corrado Augias          1996      Letteratura di viaggio

Viaggio in Olanda

“Amsterdam è una città di acqua e di pietra, di liquidità e di durezze, di morbidità e di rigidezza, di disordine, di anarchia, di licenza e di ordine, di regola, di legge, di allucinati e di razionalisti, di sballati perduti e di borghesi laccati. Città in cui l’economia della merce e l’economia della vita coesistono miracolosamente e in perenne conflitto.”
(Claudio Canal)

Periodo: Fine agosto

Durata: 13 giorni e 12 notti

Scorcio ad Amsterdam

Non ricordo per quale motivo abbiamo scelto l’Olanda come meta per le nostre vacanze però, è stato un bel viaggio! Vi chiederete che cosa ci sia in questo paese per soggiornarci quasi due settimane invece, vi posso assicurare, che di cose da visitare ce ne sono, eccome! Noi siamo andati in estate perché avevamo le ferie in quel periodo ma, meriterebbe una visita anche in primavera… il clima è decisamente più fresco però potrete ammirare i coloratissimi campi di tulipani! Per questo viaggio, organizzato in autonomia, abbiamo utilizzato i mezzi pubblici, trovandoci molto bene; ci spostavamo in giornata, facendo ritorno sempre in albergo ad Amsterdam perché, soggiornare in Olanda è abbastanza caro e prenotando una camera per tredici giorni abbiamo ricevuto uno sconto. Inoltre, in massimo un’ora di treno si arriva ovunque. La maggioranza degli Olandesi parla molto bene l’inglese quindi, non avrete problemi di comunicazione, bisogna però fare attenzione alle bici!!! Questa considerazione bisogna farla, soprattutto per chi è convinto di poter girare tranquillamente per Amsterdam in bicicletta. Infatti, sconsiglio a chi non è pratico della città, di prendere la bicicletta i primi giorni perché, i ciclisti sfrecciano senza badare agli altri e si infastidiscono se si procede troppo lentamente! Anche se dai cartelli risulta il contrario, c’è la consuetudine che le biciclette abbiano la precedenza su tutti: auto, moto e pedoni; di solito quando c’è un semaforo rosso si fermano ma per sicurezza, prima di attraversare (sulle strisce, mi raccomando!) bisogna sempre dare un’occhiata. Consiglio di affittare le biciclette per escursioni poco fuori la capitale come, a Zaase Shaas o Haarleem e a questo proposito, vi suggerisco di chiederne una con i freni sul manubrio e non a pedale perché, non essendo abituati, si rischia o di capottarsi in avanti se, si frena troppo, o di non frenare affatto se, la pressione sul pedale è troppo blanda. Detto ciò posso cominciare a scrivere del programma!!!!

1° GIORNO Arrivo ad Amsterdam

Dopo aver sistemato i bagagli ed esserci rinfrescati, abbiamo cominciato ad esplorare il centro che è abbastanza esteso ma, si gira tranquillamente a piedi. Come prima tappa, abbiamo visitato il Museo delle Scienze “NEMO” poiché, avevo letto delle buonissime recensioni; infatti, non ci ha deluso! Il palazzo è avveniristico, realizzato da Renzo Piano, ricorda una nave e ha spazi davvero ampi; se non si vuole visitare il museo, merita comunque salire sulla terrazza, all’ultimo piano, per ammirare la baia e il porto. Il museo è caratterizzato da diverse sezioni per ogni ambito della scienza, tutte caratterizzate da aree in cui al visitatore vengono trasmesse nozioni in modo interattivo. Questa è una particolarità di tutti i musei in Olanda che, sono veramente ideati per intrattenere gli spettatori e fargli vivere l’esperienza in prima persona! Usciti dal museo, ci siamo riposati un attimo sulla terrazza prima di dirigerci verso il centro dove, lungo il Damrak, partono i battelli per la crociera sui canali. Ci sono molte compagnie, noi abbiamo scelto un tour di un’ora con spiegazione in italiano senza aggiungere cena o pranzo a bordo. E’ la “gita turistica per eccellenza” ma vi assicuro che merita; osservare dai canali i ponti fioriti, i battelli adibiti ad abitazione e le case inclinate è davvero affascinante. Inoltre fornisce un quadro di insieme, in modo da farsi un’idea su cosa si vorrà vedere in dettaglio nei giorni successivi.

Case tipiche di Amsterdam

2° GIORNO Amsterdam

Prima di iniziare il nostro giro, abbiamo comprato alla stazione ferroviaria l’Amsterdam Day Ticket 96 hours (circa 22 euro) in modo da poter usufruire dei trasporti in maniera gratuita per 3 giorni. In mattinata abbiamo visitato il quartiere bohemien di Amsterdam cioè il Jordaan; è un quartiere alla moda e non troppo affollato in mattinata. E’ incantevole poter passeggiare tra le sue strette vie, ricche di negozietti di artigianato e di laboratori artistici, affacciandosi, quando è possibile, a qualche cancellata per ammirare i Hofjes, cioè piccoli cortili privati circondati da case disposte ad U. Camminando, abbiamo attraversato il mercato di Noordermarkt e visto i piccoli musei-shop dei tulipani e del formaggio. Successivamente, siamo arrivati in piazza Westermarkt dopo essere passati davanti alla casa di Anna Frank dove non siamo riusciti ad accedere perché, non avevamo prenotato i biglietti e la fila era davvero mooolto lunga…nel caso tornassimo per un weekend, andremo sicuramente! Nel pomeriggio, abbiamo visitato l’Houseboat museum, piccolo battello adibito a casa in cui, si comprende come in uno spazio così piccolo, si possano incastrare tutti gli elementi fondamentali di un’abitazione. Compiendo una passeggiata di circa mezz’ora e costeggiando altri caratteristici canali, siamo giunti all’Albert Cuyp Market per assaporare i migliori Stroopwafels della città! Successivamente, ci siamo riposati al Vondelpark, parco all’inglese di circa quarantotto ettari, considerato uno dei polmoni verdi della città.

3° GIORNO Amsterdam

Questa giornata è stata dedicata a due musei. Io volevo assolutamente visitare con calma il museo Van Gogh, perché è uno dei miei artisti preferiti! Va prenotato per tempo visto che è una delle maggiori attrazioni ad Amsterdam ma, merita girarlo con l’audioguida poiché, racconta brevemente ma in modo esaustivo la vita e le opere di questo grande artista.Non si possono fare foto all’interno, ma i grandi capolavori rimangono lo stesso impressi nella mente! Nella stessa piazza, denominata Museumplein che significa Piazza dei Musei, si trova anche il Rijksmuseum che espone la più grande collezione di opere d’arte del periodo d’oro dell’arte olandese specialmente di Rembrandt e Vermeer. Tanta storia e cultura in un a sola piazza!!! Ammetto che non amo questo tipo di pittura per cui, sono entrata giusto per guardare i capolavori “assolutamente da ammirare” ma è stata una visita breve. L’edificio è antico e gli interni sono di pregio, se si è interessati a questo periodo storico ci si può stare delle ore perché ha uno spazio espositivo veramente esteso!  Visto che avevo letto delle buone recensioni sul Museo civico abbiamo fatto una capatina anche lì. In effetti, in esso si racconta la storia di questa città multietnica e si scopre che da sempre la tolleranza è stata un cardine della società olandese. Anche qui, il visitatore non si annoia perché è continuamente stimolato da video e materiale interattivo. Quella sera però eravamo stanchi morti!!! Abbiamo potuto visitare così tanti musei anche solo “superficialmente” grazie alla MuseumKaart che permette la visita di tutti i principali musei pagando una cifra unica; si risparmia parecchio, anche perché al contrario di alcuni abbonamenti simili visti in altre capitali, questa include davvero tutti i principali musei.

4° GIORNO Amsterdam

Questa giornata è stata dedicata al centro storico vero e proprio, denominato De Wallen, quello più antico e frequentato dai turisti. Abbiamo iniziato la giornata con la visita alla Basilica di San Nicola, chiesa cattolica edificata a fine del 1800, dopodiché ci siamo diretti alla vicina Schreierstoren, una delle poche torri medievali rimaste in città; proseguendo lungo il canale siamo arrivati in Zeedijk, una delle più antiche vie della città che ora ospita negozi e ristoranti turistici nonché la Chinatown di Amsterdam. Ci siamo recati al Museo Ons’ Lieve Heer op Solder, di cui consiglio la visita, anche perché con l’audioguida in italiano è possibile conoscere la storia originale di questo posto! Piccolo, raccolto ma veramente unico nel suo genere; la particolarità di questo luogo è che ospita una chiesa, denominata Nostro Signore nel Sottotetto, ricavata negli ultimi piani di una casa privata. Infatti, nel XVII secolo era vietato dalla legge praticare il culto cattolico, per cui la famiglia molto abbiente che abitava questo edificio, decise di costruire una chiesa clandestina, proprio nel sottotetto! Procedendo con la nostra passeggiata ci siamo ritrovati proprio nel centro del Red Light District, celebre per i sexy shop e per le donne in vetrina; devo ammettere che di giorno non è poi così trasgressivo visto che, le stradine sono frequentate da molti turisti e sono ricche di bar e ristoranti. Il sex museum è stato un po’ una delusione (non che mi aspettassi qualcosa di Hot, per carità!) ma secondo me, si può tranquillamente saltare se non si ha abbastanza tempo. In questo quartiere così originale in cui convivono i più antichi monumenti storici e locali trasgressivi, si trovano negozi eccentrici che vendono un po’ di tutto dall’abbigliamento vintage ai vinili; il più originale è la Condomerie in cui si trovano preservativi di ogni forma, colore e dimensione. Tornando alla storia, abbiamo visitato la Oude Kerk che è la chiesa più antica di Amsterdam, caratterizzata da un soffitto in legno molto bello. Dirigendoci verso Niewmarkt, dove abbiamo pranzato, ci siamo fermati al vicolo più stretto della città Trompettersteeg che misura solo 100 cm di larghezza. Nel pomeriggio abbiamo continuato a girovagare per il De Wallen, ammirando scorci caratteristici sui canali e palazzi storici come l’ Oost indisch huis, la Zuiderkerk e la Trippenhuis fino ad arrivare in Waterlooplein dove si trova il municipio; all’interno vi è un’interessante mostra in cui si spiega la tecnologia per controllare il livello dell’acqua e quindi, far si che l’Olanda non venga sopraffatta dall’oceano. Vicino alla piazza, sul canale Amstel, si trovano due ponti famosi: il Blauwbrug e il Magere Brug. Se siete interessati, c’è anche la casa di Rembrandt che si può visitare; noi non essendo stanchi abbiamo saltato questa tappa.

5° GIORNO Gouda e Delft

Ci siamo recati di prima mattina alla Centraal station e abbiamo acquistato la carta OV-chipkaart che costa 7,50 euro; successivamente abbiamo caricato i soldi presso lo sportello automatico. Le possibilità per caricare la carta variano a seconda del punto di ricarica, ma non è possibile usare la carta di credito! Una volta caricata, la OV-chipkaart (ricordatevi di avere un importo di almeno 20 euro) bisogna passarla sopra lo specifico lettore, in prossimità dei binari, sia all’entrata che all’uscita. La tariffa viene addebitata al momento del check-in sul mezzo di trasporto mentre al momento del check-out, la tariffa d’imbarco viene rimborsata e addebitata solo la tariffa base per l’utilizzo dei mezzi in base al numero di km percorsi. Attenzione, poiché se dimenticate di fare il check-out, pagherete l’intera tariffa della tratta! In cinquanta minuti siamo arrivati a destinazione. Abbiamo scelto questa giornata perché a Gouda c’è il caratteristico mercato del formaggio, da cui prende il nome la cittadina; nella piazza del municipio, i produttori locali vendono le forme di formaggio dopo averle pesate e averne stabilito il prezzo. E’ un cerimoniale inalterato dalla seconda metà del XVII secolo, anche se ora è un’attrazione turistica. Il Gouda non è un formaggio molto saporito per cui spesso si trovano diverse varianti speziate: al peperoncino, alla curcuma e ahimè anche al pesto! Il centro è molto carino e ben conservato, merita una visita più approfondita. Al centro della piazza del mercato svetta il bellissimo Stadhuis cioè il municipio, costruito nel 1400 che sembra un piccolo castello; su un parete laterale, è presente un bel carillon che ogni mezz’ora si attiva raccontando il giorno in cui alla città venne assegnato il titolo di “città libera”. Ad incorniciare la piazza, ci sono piccole case, tipicamente olandesi e la Waag, cioè la casa della pesatura, museo che però non siamo andati a visitare per goderci la fiera. Dopo aver girato tutto il mercato ci siamo diretti alla St.Janskerk, celebre per le sue vetrate colorate originali; non si può fotografare all’interno ma merita davvero un a visita. Visto che avevamo ancora un po’ di tempo, ci siamo recati al museo di Gouda appena dietro alla chiesa; per arrivarci passerete in alcuni vicoli con scorci davvero da cartolina! Il museo è interessante perché all’interno è stata ricostruita un’antica farmacia ed è presente una collezione di pipe. Consiglio di assaggiare i famosi stroopwafel presso la pasticceria Van den Berg Banketbakkerij Lange Groenendaal, sono davvero ottimi! A questo punto, ci siamo diretti alla stazione e in quarantacinque minuti siamo arrivati nella cittadina di Delft. Questa cittadina, denominata piccola Amsterdam per la presenza di molti canali, è conosciuta per essere la città di Vermeer, fonte di ispirazione per i paesaggi rappresentati nei suoi dipinti e per le sue ceramiche. Il centro storico si sviluppa intorno al canale più antico, Oude Delft, da cui prende il nome la città; c’è un’atmosfera intima ed elegante, con ponticelli e case dalle facciate bianche. Ci siamo diretti alla Oude Kerk con la torre storta e poi verso la piazza principale, Markt, per ammirare lo Stadhuis, la Nieuwe Kerk e il “cuore blu”, opera dell’artista Marcel Smink, che rappresenta il colore tipico delle ceramiche di Delft. A questo proposito, potrete andare a visitare la Royal Delft, famosa fabbrica di ceramiche del XVII secolo ancora operativa, situata poco fuori dal centro. Noi non siamo andati perché non avevamo abbastanza tempo e non ci interessava granché. Abbiamo girovagato un po’ per le stradine ammirando scorci davvero caratteristici fino ad arrivare alla Vlamingstraat ed esattamente ai numeri civici 40 e 42; dove, si possono ammirare le due case protagoniste del dipinto “Stradina di Delft” di Vermeer, visto pochi giorni prima al Rijksmuseum di Amsterdam. Se avete ancora tempo vi consiglio di spingervi fino alla Oostpoort per ammirare un altro scorcio tipico di questa cittadina così affascinante.

6° GIORNO Gita a Zaanse Schans

Dato che Zaanse Schans si trova a soli 20 km a nord della capitale e il nostro hotel era in periferia, abbiamo deciso di affittare le biciclette e arrivarci pedalando. Una bella avventura (visto che ho dovuto imparare ad usare il freno a pedale) ma divertente! Piste ciclabili accessibili e bel paesaggio; abbiamo usufruito anche di un battello che ci ha portato sull’altra sponda del fiume.

Zaanse Schans, chiamato “villaggio dei mulini a vento” è caratterizzato da quaranta case circa e una decina di mulini a vento ma, non si tratta solo di un museo all’aria aperta, infatti è un vero e proprio borgo, in cui gli abitanti preservano la tradizione per mantenere viva la memoria di come si viveva in Olanda qualche secolo fa. Infatti, nel XVIII secolo, lungo il fiume Zaan, erano in funzione quasi 700 mulini che servivano per macinare le spezie o la farina o per rompere le pietre utilizzate poi per costruire le abitazioni. All’interno delle varie botteghe, potrete scoprire come venivano costruiti gli zoccoli o le botti poi, potrete entrare all’interno di un mulino o accedere a case per capire come vivessero gli olandesi durante la rivoluzione industriale. Noi abbiamo avuto una fortuna pazzesca perché, nel momento in cui siamo entrati in un mulino, non c’erano altri visitatori e il proprietario ci ha fatto arrampicare fino al piano esterno per mostrarci da vicino le pale e come funzionavano! Nello Zaanse Museum, a parte la storia dell’industria olandese, potete divertirvi a impacchettare biscotti virtuali in una vera fabbrica ricostruita…devo ammettere che mi sono davvero divertita!

Mulini a vento

7° GIORNO: De Haag

Destinazione capitale dell’Olanda: De Haag conosciuta da tutti come L’Aia. Città che è stata una vera e propria sorpresa e consiglio caldamente di visitare: pulita, non troppo affollata e con molto da offrire al visitatore. Durata del tragitto in treno è stato circa cinquanta minuti. Per prima cosa, abbiamo camminato per il centro città che di prima mattina è sempre poco affollato. Sontuoso e regale è il Binnenhof con la sua corte che mi sarebbe piaciuto visitare all’interno ma, non c’erano visite previste per quel giorno (un vero peccato!). successivamente, ci siamo recati ad uno dei musei più importanti dell’Olanda, il Mauritshuis per ammirare:“La ragazza con turbante” di Vermeer, la “Lezione di Anatomia del Dottor Nicolaes Tulp” di Rembrandt e “Il Cardellino” di Fabritius.  Sono da ammirare anche gli interni del palazzo che era una residenza per ospiti illustri. All’uscita ci siamo fermati a pranzare in un ristorante italiano lì vicino: pizza!!!! Noi normalmente non frequentiamo ristoranti italiani all’estero perché preferiamo assaggiare la cucina locale ma, in Olanda abbiamo fatto un’eccezione qualche volta poiché, purtroppo, non ha una vera cucina autoctona; dopo quasi una settimana di zuppa, patate e formaggio, trovandoci davanti a questo locale e guardando le pizze uscite dal forno, ci siamo fermati! Nel pomeriggio, abbiamo passeggiato per le vie centrali fino ad arrivare al palazzo reale, Palazzo Noordeinde, che si può solo vedere all’esterno. La vera chicca della giornata, per la quale si può anche venire apposta, è il museo Esher; fantastico! Ben strutturato, audioguide con spiegazioni brevi ma chiare, ambientazione perfetta in cui il visitatore riesce ad immergersi nel mondo di questo originale artista! Lo consiglio davvero tanto! Come ultima tappa, siamo andati ad ammirare il “Panorama Mesdag”; questo dipinto è progettato su una tela allungata e disposto in maniera circolare per dar l’impressione di trovarsi su una torre di avvistamento, offre una veduta della spiaggia di Scheveningen alla fine dell’Ottocento. E’ considerata la pittura circolare più grande del mondo.

8° GIORNO: Utrecht

Il giorno del mio compleanno siamo andati a trovare un nostro amico che abita a Utrecht. Il centro storico è come sempre pulito ed ordinato; complice la bella giornata, lo abbiamo girato in lungo e in largo osservando palazzi storici come il Paushuize, residenza papale e lo Stadhuis fino ad arrivare alla piazza Neude, centro nevralgico della città. Abbiamo fatto tappa in alcuni locali molto carini sul Oudegracht, il canale principale. Inoltre, abbiamo visitato la bellissima cattedrale gotica di San Martino (ma senza salire sulla torre!) con il giardino di Pandhof. Nel pomeriggio, dopo una sosta al parco limitrofo, abbiamo visitato il Museo Ferroviario, molto interessante anche per i non addetti. Si entra attraverso una stazione ferroviaria storica risalente al 1874, e al di là della sala d’ingresso, il museo si sviluppa in quattro “mondi” in cui il visitatore può conoscere in modo interattivo la storia delle ferrovie e ammirare i convogli. Non c’è un percorso preciso: ci si perde letteralmente attraversando carrozze eleganti o treni merci, sale d’attesa ottocentesche o villaggi del far west. Molto molto consigliato per grandi e piccini!

9° GIORNO: Utrecht

Il giorno seguente ci siamo recati al Castello De Haar, situato a 13 km da Utrecht; dalla stazione centrale di Utrecht si prende il treno per l’Aia e si scende a Vleuten. Da lì si prende l’autobus 127 in direzione di Breukelen (fermata Brink a Haarzuilens) e poi si cammina per circa un quarto su un viale immerso nella campagna olandese. Il castello è stato edificato nel tredicesimo secolo, dalla famiglia Van der Haar, ma venne distrutto nel 1482; è stato interamente ricostruito all’inizio novecento per la famiglia Van Zuylen van Nijevelt. E’ un castello “da favola”, per sognatori, sia per i suoi interni che per il parco che ospita anche i cervi. Il biglietto è caro ma li merita davvero tutti. Di ritorno in città, prima di ripartire per Amsterdam, abbiamo visitato il museo Speelklok, museo di strumenti musicali automatici. E’ curioso conoscere la storia di questo tipo di musica poco noto in Italia e la guida è stata chiara e simpatica!

Castello De Haar

10° GIORNO: Haarlem

Haarlem è una piccola cittadina che si trova molto vicino ad Amsterdam e per questo motivo, volevamo andarci in bicicletta ma, il tempo era uggioso e minacciava pioggia per cui abbiamo optato per il treno; in dieci minuti si arriva alla stazione, conosciuta per il suo stile liberty. Abbiamo fatto colazione al Der Broodzaak, un locale tipico proprio a ridosso della stazione e successivamente ci siamo avviati verso il Grote Markt cioè la piazza centrale. La grande piazza ospita: la statua di Laurens Janszoon Coster, tipografo ed inventore della stampa quattordici anni prima di Gutemberg, la Chiesa Grande di San Bavone, il Municipio e l’antico mercato delle carni. La chiesa è davvero maestosa e all’interno, si può ammirare l’organo che suonarono anche Händel eMozart. Harleem è uno dei centri famosi in Olanda per i tulipani e la birra artigianale e se vi interessa potrete visitare la Birreria Jopenkerk con successiva degustazione. Se avete occasione di visitare l’Olanda nel periodo primaverile, da questa città partono tour per ammirare i campi d tulipani in fiore!
Nel pomeriggio, tornando ad Amsterdam, abbiamo visitato l’originalissimo museo dei microbi: Micropia! Capisco che a poche persone possa interessare questo museo ma io volevo assolutamente andarci! Con giochi e percorsi interattivi si può scoprire in modo divertente questo mondo microscopico…complimenti per l’idea!

11° GIORNO: Waterland

Ultima “gita fuori porta” della nostra vacanza: direzione Waterland. Bisogna assolutamente scegliere una giornata soleggiata perché ci si immerge completamente nella campagna olandese e si visitano piccoli villaggi costruiti sui canali. Esiste il Waterland day ticket che permette di spostarsi in bus attraverso questa regione (partendo da Amsterdam) con passaggi illimitati, per una giornata intera. I pullman partono dal lato nord della stazione centrale di Amsterdam ed è possibile acquistare il biglietto a bordo. Ci sono vari paesini che si possono visitare, noi abbiamo scelto questo itinerario:

Isola di Marken
  • Edam: lo definirei “villaggio olandese per eccellenza”: un gioiellino. E’ talmente tranquillo, con pulito e curato che sembra quasi finto. Al mercoledì c’è il mercato del formaggio ma consiglio di visitarlo comunque, anzi senza la fiera, probabilmente si respira la giusta atmosfera.
  • Voledam: paesello sul mare, decisamente più movimentato rispetto al primo, caratterizzato da un porticciolo e da un lungomare con casette tipiche colorate. Ci si può fermare per pranzo in uno dei tanti ristorantini affacciati sul porto, per assaporare piatti di pesce.
  • Isola di Marken: si può raggiungere con il traghetto oppure tramite bus (perché è collegata tramite una diga alla terraferma!). Anche questa è un piccolo gioiellino che unisce le caratteristiche dei villaggi visti in precedenza. E’ un piccolo borgo immerso nella campagna ma dotato di un porticciolo turistico; il miglior modo per apprezzarlo è quello di girovagare senza una meta ben precisa, lasciandosi sorprendere dai pittoreschi scorci ma se avete voglia potete camminare fino al faro che dista 2,5 km in mezzo alla natura!
    E’ stata davvero una giornata rilassante dove poter recuperare dalle “fatiche” dei giorni precedenti.

12° GIORNO: Amsterdam

In realtà in questa giornata dovevamo andare a Leida ma il tempo era veramente pessimo e data la pioggia abbiamo deciso di ripiegare su qualche museo ad Amsterdam. La mattina siamo andati a visitare il Palazzo reale mentre al pomeriggio il Museo della navigazione.

13° GIORNO Ritorno a casa

E’ stato un viaggio impegnativo e ricco di esperienze. L’Olanda ha molto da offrire al visitatore sia dal punto di vista naturalistico che culturale. I musei sono delle vere chicche che diventano un luogo divertente per conoscere ed imparare attraverso metodologie interattive sia per grandi che per bambini.

LETTURE CONSIGLIATE

La ragazza con l’orecchino di perla        Tracy Chevalier       (1999)       Romanzo
Blu come la notte         Simone van der Vlugt      (2016)        Romanzo      

Audiolibri

Fino ad ora mi sono sempre rifiutata di contemplare l’idea di ascoltare un audiolibro invece che leggerlo… mi sembrava veramente di “tradire” l’idea intrinseca del concetto di “libro”. Questo periodo di isolamento a casa che mi a portato ad avere molto più tempo a disposizione, mi ha consentito di sperimentare…

Rimango della mia idea, cioè quella che non ci sia niente di più rilassante che stare seduti sul divano o su una sdraio al sole a leggere un libro ma…in alcune occasioni e per alcuni testi, vale la pena scaricarsi la versione “udibile”! Mi spiego meglio… mi è capitato di star facendo cose non particolarmente impegnative come, puzzle o pulire il balcone o stirare…ebbene, in questi casi, ascoltare una storia rende l’attività decisamente più rilassante! Ovvio che il libro in questione non deve essere molto concettuale, ma un thriller o un romanzo di avventura risulta veramente perfetto. Incuriosita ho chiesto ad alcuni amici e colleghi e ho scoperto che molti ascoltano un libro portando il cane a passeggio o in macchina al posto della radio!

Ci sono molti siti che offrono di scaricare audiolibri: gratuitamente o a pagamento. Visto che non sapevo se l’idea mi sarebbe piaciuta, ho iniziato da quelli gratuiti, che sono i testi senza più copyright e quindi i “classici”. Sono contenta di aver scoperto anche questa soluzione; è sempre tempo in più che si riserva alla lettura!


https://www.raiplayradio.it/programmi/adaltavoce/archivio/audiolibri/

Guida galattica per gli autostoppisti

Douglas Adams    (1979)   Romanzo di fantascienza          

Voto: 3 out of 5 stars (3 / 5)

Premetto che non amo i romanzi di fantascienza ma, questo è assolutamente un romanzo originale e atipico, anche per il genere fantascientifico. Ogni tanto, ammetto di aver pensato cosa si fosse fumato per ideare certe scene o creare alcuni dialoghi ma comunque, è proprio questo che rende il libro interessante;  “Grazie per tutto il pesce!” o “La risposta è 42!” sono frasi del comune linguaggio (nerd).

Quindi, sebbene non sia il mio genere, ho dato una votazione media perché la trama, è ben congeniata nonostante, all’inizio sia confusionaria e poco comprensibile e anche i personaggi, sono ben caratterizzati. L’autore conclude il primo capitolo del ciclo, terminando l’avventura principale e questo l’ho apprezzato molto, perché non costringe il lettore a continuare la lettura e gli lascia la possibilità di scegliere.

Per la prima volta non ho letto la storia ma, l’ho ascoltata come audiolibro grazie, al programma “ad alta voce” di radio rai di cui, parlerò in un capitolo a parte. E’ un libro che si presta molto per l’ascolto: è avventuroso, ricco di colpi di scena e dialoghi caratterizzati da parole difficili perché fantasiose; l’interpretazione di un attore è importante per la comprensione e lo rende molto più coinvolgente.