Viaggio a Londra

“Sir, quando un uomo è stanco di Londra è stanco della vita; a Londra c’è tutto ciò che questa vita possa offrire.”

(Samuel Johnson)

PERIODO: Fine maggio-inizio Giugno

DURATA: 7 Giorni e 6 Notti

Londra è stata la meta del mio primo viaggio da sola. Ero una ragazzina in vacanza-studio per cui, non ho avuto modo di visitarla per bene ma, ricordo perfettamente la prima impressione che ho avuto quando vidi la metropolitana; la quantità di persone che saliva e scendeva frettolosamente le scale mobili…pensai a quanto, sebbene ci fosse confusione, questa fosse in qualche modo composta! Londra è una metropoli dinamica che pullula di vita e di modernità, eterogenea e multiculturale ma, mantiene sempre un’eleganza e un “aplomb” in perfetto stile “British”. Un’altra caratteristica di questa città, per la quale vale la pena un viaggio sono i parchi; passeggiando tra i viali, si nota subito la cura con cui sono tenuti e inoltre, si respira una tranquillità assolutamente in contrapposizione con le strade trafficate che ci sono lì accanto. In questa capitale ci si potrebbe soggiornare un mese per quanti posti ci sarebbero da visitare! E’ un crogiolo di stili, arti ed etnie che accontenta davvero tutti i gusti. L’itinerario che pubblico include ciò che mi interessa maggiormente e vuole essere, come sempre, un consiglio per chi ha intenzione di recarsi per la prima volta nella capitale britannica; vi suggerisco però di navigare su internet tra i vari altri blog o siti specializzati per scoprire attrazioni che potrebbero incuriosirvi…ci sono molti musei particolari, molti mercatini vintage ma anche, parchi e zone meno turistiche.

Per quanto riguarda i documenti di viaggio, bisognerà informarsi al momento della prenotazione; fino a Marzo 2020 si poteva viaggiare anche solo con carta d’identità ma, in futuro, servirà il passaporto e probabilmente si dovrà richiedere il visto. Quindi, al momento opportuno, bisognerà consultare i siti specializzati dove ci verranno indicate le procedure da seguire.

Per spostarvi, consiglio la metropolitana e più in generale, i mezzi di trasporto pubblico (assolutamente da provare i caratteristico l bus rosso a due piani!); sono efficienti e arrivano ovunque. Si può comprare la Oyster Card che permette di viaggiare tranquillamente ricaricando solo la tessera.

L’ultimo avvertimento riguarda il clima; com’è noto, Londra è famosa per il suo tempo uggioso. Da Maggio ad Agosto è più probabile che ci siano giornate soleggiate e la temperatura sia più accettabile ma non vi fate fregare! Portatevi sempre una maglia o una felpa e la giacca a vento perché non si sa mai…le nuvole sono sempre in agguato!

Big Ben, simbolo di Londra

1° GIORNO: Arrivo a Londra

2° GIORNO :

  • Palazzo di Westminster (Parlamento) e Big Ben: Come non iniziare dal simbolo di questa città? Per ora, la celebre torre dell’orologio è impacchettata per lavori di ristrutturazione ma, si spera, possa tornare presto a farsi ammirare dai milioni di visitatori che, ogni anno, arrivano a Londra per sentire i suoi rintocchi! L’eleganza del Palazzo di Westmister in stile neogotico che si ammira sulla sponda opposta del Tamigi, è unica …non sono mai riuscita ad effettuare una visita all’interno ma, mi piacerebbe molto! Da quanto ho letto, si può prenotare un tour guidato o un audio-tour dal sito ufficiale oppure, partecipare ad un tour in combinazione con Westminster Abbey .
  • Westminster Abbey: E’ una delle chiese più importanti per la religione anglicana, sede dell’incoronazione dei sovrani e  patrimonio dell’umanità UNESCO. Maestosa, con la sua facciata in stile gotico, è una delle più belle chiese che ho visitato in Europa; consiglio la visita anche al suo interno dove potrete scoprire, tra le tante cose, il Poets’ Corner cioè tombe e commemorazioni di autori e poeti britannici come Chaucer, Dickens e Shakespeare. Ricordatevi di prenotare!
  • St James’s Park : uscendo dall’abbazia si può accedere a questo parco, meno esteso rispetto ad altri ma, secondo me, è il più elegante; non a caso si trova proprio davanti al Palazzo Reale!
  • Buckingham palace: percorrendo longitudinalmente tutto il parco, si sbuca proprio davanti al Palazzo Reale e al Victoria Memorial. Se volete assistere al cambio della guardia gli orari sono:
    tutti i giorni alle 11 durante il periodo estivo: (arrivate un po’ prima!)
    a giorni alterni sempre alle ore 11 durante il periodo invernale
  • The mall: a questo punto, tornate indietro e imboccate il viale centrale situato proprio davanti al Victoria Memorial. “The Mall” è la strada cerimoniale creata tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento per ospitare le grandi parate nazionali; per farvi un’idea, nel corso degli anni, sono state trasmesse in televisione diverse cerimonie ufficiali tra cui, matrimoni reali o il corteo funebre di Lady Diana. Percorrendo tutto il viale si arriva a Trafalgar Square.
  • Trafalgar Square e National Gallery: a mio parere una delle più belle piazze di Londra: spaziosa, armonica nelle proporzioni e con due fontane e la colonna dell’ammiraglio Nelson che svetta al centro; nulla risulta “eccessivo” o “fuori posto”. Sul lato nord, si affaccia da una terrazza, la National Gallery, palazzo neoclassico che ospita uno delle più famose pinacoteche al mondo; la collezione vanta opere dal Medioevo fino al Novecento. L’ingresso alla mostra permanente è gratuita.
  • London Eye:  ero indecisa se inserire questa attrazione perché molto turistica e soprattutto molto cara. Però, è una delle esperienze più gettonate a Londra e non è male poter ammirare la città dall’alto, magari verso il tramonto o alla sera. Bisogna prenotare i biglietti con largo anticipo.
Trafalgar Square

3° GIORNO

  • Tower of London: la consiglio per chi è interessato alla storia del Medioevo e a quella della Gran Bretagna in generale. Biglietto caro ma merita! Potrete anche ammirare i scintillanti gioielli della corona! Ogni sera alle 21:53 in punto si tiene la Cerimonia delle Chiavi, un rituale molto suggestivo che consiste nella chiusura formale di tutte le porte del castello con il riconoscimento tra la sentinella e il capo delle Guardie Reali; è una tradizione immutata da oltre settecento anni.
  • Tower Bridge: appena usciti dalla visita alla Torre si può andare ad ammirare questo ponte che è un altro simbolo di Londra. Si può anche visitare il museo al suo interno che mi hanno detto essere molto interessante, ma io non ci sono ancora stata.
  • Saint Dunstan in the East:  poco lontano dalla Torre di Londra, vi è questa
    chiesa diroccata trasformata in parco pubblico. Molto suggestiva, ricorda l’ambientazione del “Giardino Segreto” e per chi ama la fotografia, è veramente una meta irrinunciabile.
  • Sky Garden:  un giardino in cima ad un grattacielo! Si estende su tre piani e offre un panorama spettacolare su tutta Londra . L’accesso è gratuito ma ovviamente, bisogna prenotare con molto anticipo. Ci sono anche due ristoranti e due bar se volete pranzare ma. attenzione, perché è indicato un certo dress-code, per cui, l’abbigliamento deve essere opportuno.
  • London Bridge:  attraversando il ponte, si arriva al borgo di Southwark ma, soprattutto, si può ammirare grattacielo “The Shard” in tutta la sua maestosità.
  • Borough Market: all’ombra del “The Shard” si trova questo mercato, famoso per essere uno dei più importanti nel commercio di generi alimentari per la qualità e la varietà dei prodotti. E’ una sosta perfetta per il pranzo!
  • Globe Theatre: costeggiando il fiume sia arriva al teatro dove la compagnia di Shakespeare ha messo in scena le opere del grande autore inglese. E’ una ricostruzione però è suggestivo; se si è interessati alle opere e alla vita dell’autore si può anche prenotare la visita guidata all’interno.
  • Tate Modern:  continuando a camminare lungo la sponda del Tamigi si incontra  un’imponente edificio che un tempo è stata una centrale termoelettrica. Ovviamente, è stata riadattata ed è uno dei più importanti musei di arte moderna al mondo. Io non sono mai entrata perché non ho avuto occasione, ma credo che in un prossimo viaggio darò un’occhiata all’interno.
  • Millennium Bridge: davanti alla Tate Modern si trova questo avveniristico ponte sospeso, costruito nel duemila per collegare la City al Bankside; è davvero una bella struttura: fabbricato in acciaio e pedonale! Viene citato anche nel capitolo di Harry Potter e il principe Mezzosangue: “Come accidenti avrebbe potuto il Governo impedire che quel ponte crollasse? L’insinuazione che non si spendesse abbastanza per i ponti era a dir poco assurda. Quello poi aveva meno di dieci anni, e neanche i migliori esperti riuscivano a spiegare perché si era spezzato in due di netto, precipitando una decina di auto negli abissi del fiume sottostante.”  
  • St Paul’s Cathedral proprio mentre si percorre il Millennium Bridge svetta davanti a voi la cupola della cattedrale di St. Paul’s. E’ un edificio imponente a cominciare dalla sua facciata in stile neoclassico. E’ una delle più importanti chiese anglicane in Gran Bretagna e lo si capisce anche dalle sue dimensioni; consiglio una visita al suo interno per ammirare davvero tutta la sua ricchezza! Nel passato, è stata rappresentata da molti artisti tra cui, Canaletto, Pissarro, Signac e Turner.
  • Covent Garden: uno dei centri “artistici” di Londra e un posto perfetto per riposarsi dopo le fatiche della giornata; vi consiglio di sedervi ad uno dei tanti tavolini all’aperto oppure di fare un giro per i negozi e le bancarelle, assistendo allo spettacolo di qualche musicista di strada.  Sul lato orientale della piazza, si trova la Royal Opera House; se si fosse appassionati di lirica, si può partecipare a visite guidate per ammirare il teatro e sentirne la sua storia. Non so spiegare il perché, ma Covent Garden è uno dei luoghi che mi ha sorpreso di più di questa città e ci torno sempre volentieri. Una piccola chicca che dovete assolutamente vedere (e fotografare) è il cortile colorato di Neal’s Yard: uno scorcio insolito e nascosto… bisogna cercarlo attentamente!

4° GIORNO

  • British Museum : è uno dei più grandi e importanti musei della storia del mondo e ospita circa otto milioni di opere che testimoniano la storia dell’umanità dalle origini all’età contemporanea. Ammetto che musei così vasti li trovo un po’ noiosi, soprattutto, se non c’è materiale interattivo che accompagna i percorsi però, consiglio la visita almeno per visionare i manufatti più noti come la Stele di Rosetta e per rendersi conto di quanto sia vasto il patrimonio espositivo. L’ingresso è gratuito.
  • Camden Town: di tutt’altro genere la prossima meta, che è uno dei quartieri più alternativi della capitale e ogni tanto vi sembrerà di trovarvi ad Amsterdam piuttosto che a Londra. Su Camden High Street vi è un’ampia scelta di negozi vintage e molto alternativi che potrete esplorare; dato che non c’era spazio per le vetrine, i proprietari hanno scelto di attirare l’attenzione del cliente con figure giganti attaccate in alto, sulle pareti degli edifici. Attraversando il canale vi troverete Camden Lock sulla sinistra; questo è l’ingresso del Camden Market, luogo dove potrete assaggiare molti piatti etnici a poco prezzo. Qui si trovano anche negozi vintage anni ’70 e il famoso Cyber Dog di cui, non svelerò nulla per non rovinarvi la sorpresa!
  • Madame Tussauds museum: è il più importante museo delle cere al mondo e nonostante sembri un po’ “pacchiano” farsi fotografare con personaggi famosi a grandezza naturale devo dire che è proprio divertente! Se decidete di visitare questo museo, acquistate i biglietti online per tempo e arrivate molto prima dell’orario di accesso perché la coda è lunga. Il Biglietto è costoso ma li vale tutti! Vi divertirete! Se decidete di non visitare questo museo potete farvi una passeggiata al vicino Regent’s Park, parco molto amato dai londinesi e visitare il Queen Mary’s Rose Gardens. Un’altra alternativa è dirigervi a Baker street dove, si trova il museo di Sherlock Holmes e poi fare tappa al negozio ufficiale dei Beatles!

5° GIORNO 

Per questa giornata, ho pensato ad una gita “fuori porta”. A noi interessava il magico mondo di Harry Potter per cui, abbiamo scelto di visitare gli Studios ma, da Londra è possibile raggiungere diverse località, attraverso treni o pullman, che partono dal centro della capitale. Alcune possibilità sono queste: Castello di Windsor , Oxford e Cambridge, Canterbury o Stonehenge. Sono tutte mete dove vorrei andare prossimamente ma non sono ancora riuscita a visitarle. Vi scriverò alcune informazioni per raggiungere gli Harry Potter Studios, vi avviso però che non sono verificate direttamente; avremmo dovuto andarci a Marzo ma abbiamo dovuto rinunciare, a causa della pandemia da Covid-19.

Bisogna prendere un treno che parte ogni quindici minuti circa dalla stazione di London Euston dove, arrivano le linee della metro Northern (nera) e Victoria (azzurra); il viaggio dura trenta minuti e si scende a Watford Junction. A questo punto si prende un pullman inconfondibile poiché, è tappezzato dalle locandine dei film di Harry Potter. La fermata del pullman si trova sulla destra all’uscita della stazione e il biglietto si fa a bordo sia per l’andata che per il ritorno. ATTENZIONE: prenotate i biglietti per l’ingresso almeno tre mesi prima!!!

6° GIORNO

  • Museo di Storia naturale o Victoria and Albert Museum: due musei molto interessanti anche se diversi, consiglio la visita ad uno dei due a seconda dei propri interessi. Accesso gratuito.
  • Harrods: chi non conosce il nome di questo “centro commerciale”?! Se volete potete passarci solo davanti ma, un salto giusto per ammirare la ricchezza degli arredi lo consiglierei! Attenzione a controllare il prezzo se volete acquistare qualcosa: è tutto decisamente caro! 
  • Hyde Park: dopo esservi inebriati gli occhi di lustrini e luci sfavillanti immergetevi nel parco più famoso di Londra; perdetevi tra le sue stradine, prendete il sole (se siete fortunati!) sdraiati sull’erba! Relax! La domenica mattina potete dirigervi verso Speaker’s corner per ascoltare improbabili oratori con discorsi e dibattiti: tutto è permesso!
  • Notting Hill: attraversando anche Kensigton Park arriverete a questo quartiere residenziale molto caratteristico con le sue casette colorate in
    Dancaster Road e Westbourne Park Road. Molto indicato per chi è appassionato di fotografia.
Hyde Park

7° GIORNO

Prima del ritorno previsto in serata, è giusto dedicare tempo allo shopping nel centro di Londra! Da Piccadilly Circus, attraversando Regent Street fino ad arrivare ad Oxford Street. Potete anche andare a dare un ‘occhiata in Carnaby street, epicentro della Swinging London degli anni Sessanta . Negozi che posso consigliarvi anche solo da vedere perché molto particolari sono: Fortnum & Mason in Piccadilly street, Hamleys e i Magazzini Liberty in Regent Street .

Londra è veramente una città di cui non ci si stanca mai…un po’ come Parigi ma per motivi diversi! Sebbene il clima sia alquanto inospitale (questo le accomuna!) e i prezzi non proprio accessibili, il visitatore viene conquistato da una atmosfera particolare che si può percepire solo camminando tra i suoi parchi e le sue strade.

LETTURE CONSIGLIATE:

A parte i classici della letteratura ambientati nella capitale come i romanzi di Charles Dickens o Joseph Conrad o Virginia Woolf, consiglio:

  • I segreti di Londra    Corrado Augias   2003        Letteratura di viaggio
  • La mia Londra  Simonetta Agnello Hornby   2014              Romanzo
  • Inglesi         Beppe Severgnini            1990       Romanzo
  • Tutto Sherlock Holmes   Arthur Conan Doyle     dal 1887      Poliziesco

Viaggio a Parigi

“Parigi è come un oceano. Gettateci una sonda e non ne conoscerete mai la profondità. Provatevi a percorrerlo, a descriverlo: per quanto sia grande la cura che mettereste nel percorrerlo, nel descriverlo, per quanto siano numerosi e interessanti gli esploratori di questo mare, vi si ritroverà sempre un luogo vergine, un antro sconosciuto, fiori, perle, mostri; qualcosa d’inaudito, insomma, dimenticato dai subacquei visitatori letterari.”

(Honoré de Balzac)

PERIODO: Fine Maggio-inizio Giugno

DURATA: 9 Giorni e 8 Notti

Oggi parliamo di Parigi, capitale della Francia e città multiculturale in cui si respira un’atmosfera magica: una combinazione tra eleganza, bellezza, stile e diversità! E’ un luogo dove si può vivere la storia antica, attraverso i musei e i monumenti ma anche la storia moderna, attraverso palazzi avveniristici oppure immergersi nella Bella Époque, camminando in alcuni quartieri molto suggestivi. Ogni volta che si torna in questa città, si scoprono posti sconosciuti, scorci nascosti ma allo stesso tempo, si ha voglia di rivivere esperienze già fatte come la visita al Louvre o alla Tour Eiffel!

Sono stata tre volte a Parigi e ogni volta, complice la compagnia differente e la diversa età, ho provato sensazioni nuove! La prima volta, avevo quindici anni e sono andata con i miei genitori: giro turistico classico per conoscere la città; la seconda volta, sono stata in gita scolastica e quindi potete immaginare quanto fossi attratta più dalla parte ludica, che da quella culturale. Infine, sono stata a trovare una mia amica che ha vissuto qualche mese per motivi di lavoro. E’ stata un’esperienza particolare: ero in una fase della mia vita un po’ incasinata e avevo voglia di stare un po’ da sola, per svagarmi e poi ripartire con nuovi obiettivi. Per cui, di giorno giravo in solitaria, visitando le attrazioni che più mi piacevano mentre, nel tardo pomeriggio la mia amica mi raggiungeva per condurmi in qualche locale tipico…cultura, cibo e un po’ di riflessione mi hanno fatto godere al meglio la mia vacanza!

In questo articolo, ho creato un itinerario per una persona che non è mai stato a Parigi; ovviamente, come ho scritto in precedenza, non si può vedere tutto in una sola volta ma con un po’ di tempo, volontà e un buon allenamento si può provare a conoscere il più possibile l’essenza di questa città. Cercherò di inserire varie possibilità in modo da poter accontentare un po’ tutti i gusti!

Innanzitutto il periodo migliore per visitare Parigi è la primavera inoltrata o inizio settembre. Il clima non è dei migliori…quindi portatevi sempre una giacca a vento e un ombrello! E ora ecco a voi il possibile itinerario…

Panorama Parigino

1° GIORNO

Primo giorno consiglierei una visita a tre quartieri molto famosi: Marais, Ile de la Cité e Quartiere Latino.

  • Place della Bastille: non c’è più alcun segno della prigione la cui caduta, fu il simbolo della libertà. E’ un buon punto di partenza per la passeggiata consigliata.
  • Place des Vosges: per me questa piazza è stata una bella scoperta. Un piccolo scrigno, racchiuso dai palazzi circostanti. Molto elegante!
  • Hotel de Ville: percorrendo Rue de Rivoli, celebre per essere una delle vie più antiche di Parigi, si arriva al municipio, appunto l’hotel de Ville e la piazza antistante ospita una pista di pattinaggio in inverno e diverse installazioni in estate.
  • Centre Pompidou: è uno dei musei di arte moderna più famosi al mondo. Se non siete interessati alla visita, in ogni caso, merita osservare il palazzo
    dall’esterno: è veramente molto originale! A me è piaciuta molto la fontana antistante l’edificio. Vi consiglio di salire direttamente al sesto piano (si può accedere anche se non si visita il museo, pagando circa 3 euro) per godere di uno splendido panorama della città.
    A questo punto attraverso il Pont Neuf, dichiarato patrimonio dell’umanità dall’Unesco, entriamo all’ Ile de la Citè.
  • Square du Vert-Galant: giardino situato a nord dell’isola. Caratteristico per il suo panorama con vista sulle due sponde del fiume.
  • Place Dauphine: piccola piazzetta triangolare in stile barocco, molto elegante. Nel romanzo “Nadja” di André Breton questa piazza viene paragonata al sesso femminile proprio per la sua forma.
  • Saint Chapelle: una delle più belle chiese che io abbia mai visto. Merita davvero una visita perché rimarrete a bocca aperta ad ammirare le splendide vetrate colorate.
  • Palazzo di Giustizia e Conciergerie: ci si passa davanti, ammirando anche l’orologio più antico della città ma, non consiglierei la visita, a meno che non siate interessati al periodo della Rivoluzione Francese.
  • Cattedrale di Notre Dame: tappa fondamentale anche se purtroppo, dopo l’incendio avvenuto nel 2019, non è visitabile.
  • Libreria Shakespeare and Company: attraversando il ponte posto alla destra della cattedrale, si vede subito l’insegna di questa libreria. E’ un luogo magico, dove si respira il profumo dei libri. Se siete interessati alla storia di questo luogo e dei personaggi storici ad esso collegati, vi consiglio: Shakespeare and Company    Sylvia Beach     Biografia.
    A questo punto, si arriva nel Quartiere Latino; un quartiere universitario ma anche ricco di negozi vintage, cafè e brasserie.
  • Chiesa di Saint-Étienne-du-Mont: a me è piaciuta molto la facciata esterna; anche se meno famosa delle chiese viste in precedenza, secondo me, merita almeno di essere vista dall’esterno.
  • Pantheon: imponente e austero; non è solo un mausoleo dove sono sepolti grandi personaggi ma, ospita anche il pendolo di Foucault (una copia dell’originale). Se avete tempo (e fiato) potete salire sulla cupola per ammirare un meraviglioso panorama, almeno così dicono…io non ho avuto il coraggio!
  • Università La Sorbona: è un complesso molto grande ma è interessante osservare l’elegante costruzione centrale.
    A questo punto, se avete voglia di riposarvi un pochino, potete recarvi ai Giardini di Lussemburgo ma, se è ora di un aperitivo o di cena potete dirigervi verso Place Saint Michel. Il quartiere latino è noto per la sua vita notturna e per i numerosi ristoranti etnici e bistrot anche economici.

2° GIORNO

Oggi è dedicato alla visita di uno dei musei più famosi del mondo e ad una passeggiata nel quartiere “chic” della città.

  • Louvre: una visita immancabile! E’faticoso visitare un museo così ampio e con tante opere d’arte importanti ma, oltre alla parte più conosciuta, vi consiglio di dare un’occhiata anche all’ala “Richelieu”, cioè agli appartamenti reali, per ammirare il “Louvre” come palazzo reale e non solo come museo.
    Per aiutarvi, potete guardare anticipatamente le varie aree di esposizione e le opere che più vi interessano così, potete organizzarvi un piccolo itinerario, senza sprecare troppo tempo ed energie a fare avanti ed indietro per corridoi e scale!
  • Giardino delle Tuileries: per rilassarvi dal tour museale potete sedervi in questo famoso giardino ammirando le fontane e le statue esposte.
  • Place Vendome: riprese le forze, ci si può avviare verso uno dei luoghi più “chic” della città attraverso Rue de Castiglione. Oltre ai negozi di lusso e all’Hotel Ritz, si possono ammirare i palazzi austeri che circondano la piazza e la rendono molto sobria; al centro si trova la colonna realizzata su ordine di Napoleone, utilizzando il bronzo di mille e duecento cannoni nemici, per celebrare la vittoria della Battaglia di Austerlitz.
  • Chiesa della Madeline: tornando sui propri passi, si prende Rue Saint Honorè fino all’angolo con Rue Royale e ci si avvicina alla Chiesa della Madeline. Io trovo che questa chiesa-tempio costruita in stile neoclassico sia molto scenografica.
  • Opera Garnier: Infine si arriva al teatro storico di Parigi, anch’esso molto sfarzoso anche perché si erge al centro della pizza omonima. Non sono mai entrata per problemi di tempistiche ma vorrei assolutamente visitarlo, anche perché, il soffitto della sala del teatro, è stato dipinto da Marc Chagall.

Per cenare vi consiglio di andare al quartiere ebraico, proprio dietro Rue de Rivoli oppure verso Rue Montorgueil anch’esso, ricco di locali e ristoranti.

3° GIORNO

Oggi direi che l’itinerario include le tappe più conosciute della città: Basilique du Sacré-Cœur e Tour Eiffel.


Basilica del Sacro Cuore
  • Montmartre: questo è in assoluto il quartiere che mi piace di più, si respira un’atmosfera unica! Mi raccomando, non fermatevi solo ad ammirare la Basilica del Sacro Cuore ma, addentratevi nelle stradine che caratterizzano questo quartiere; scoprirete scorci davvero splendidi. Non a caso è stata l’ambientazione preferita di molti pittori celebri come Renoir, Picasso o Toulouse Lautrec. Vi indico qualche itinerario a piedi che ho seguito:
    • http://www.vacanzeparigine.it/in-giro-per-montmartre/
      A questo punto si prende la metro e ci si dirige verso un altro quartiere, del tutto diverso ma che rappresenta la città. Vi consiglio di scendere alla fermata Trocadero così potete scattare qualche bella foto della Tour Eiffel.
  • Tour Eiffel: tappa immancabile anche solo da vedere esternamente. Se volete salire, preparatevi ad una lunga coda anche se avete prenotato il biglietto. Senza dubbio lo spettacolo lassù vale assolutamente la pena!
  • Hotel des Invalides: se avete ancora energie e tempo, potete far tappa a questo complesso per ammirare la una maestosa cupola dorata. All’interno, il museo è davvero ampio e ospita la tomba di Napoleone oltre che il museo militare. Se non siete interessati alla storia militare francese, vi consiglio l’accesso solo se avete il “Pass musei” dove non pagate l’accesso; così potrete visitare solo la tomba di Napoleone.
  • Crociera sulla Senna: molto turistico ma merita, soprattutto di sera o al tramonto! Esistono molti pacchetti e prezzi, vedete voi quale si addice di più alle vostre esigenze. Normalmente i battelli partono dalla riva opposta rispetto all’Hotel des Invalides.

4° GIORNO


Museo d’Orsay
  • Museo d’Orsay: immancabile, se amate la pittura degli impressionisti! Il museo si trova all’interno in un’antica stazione ferroviaria per cui, anche l’ambiente, è assolutamente originale!
  • Museo Orangerie: mi direte ma due musei di seguito? In realtà questo è un’appendice del museo d’Orsay e secondo me va visitato nella stessa giornata perché in questo luogo sono esposte “le ninfee!” di Monet. Sono dipinti molto grandi per cui si è voluto scegliere un luogo adeguato per poterle presentare in maniera da farle risaltare.
  • Place della Concorde: immensa piazza posizionata tra gli Champs-Elysées e i giardini delle Tuileries. Svettano l’obelisco egiziano proveniente da Luxor e una ruota panoramica che secondo me rovina tutto…ma questa è una mia opinione!
  • Champs Elysees: ci sia avvia sul viale più conosciuto di Parigi dove al fondo si trova l’Arco di Trionfo. Si può fare una piccola deviazione a destra per vedere:
    • Grand Palais e Petit Palais: grandiose strutture in acciaio e vetro costruite per l’Esposizione universale del 1900
    • Ponte Alexandre III costruito per l’Esposizione universale del 1900
  • Arco di trionfo dopo circa mezz’ora di camminata (2,5 km) si arriva in questa piazza dove potete salire in cima o semplicemente osservare da sotto questo importante monumento. In lontananza ammirerete da una parte il Louvre e dall’altra l’arco della Defense.
  • La Defense: per concludere la giornata, potete prendere la metro e scendere alla fermata “La Defense”. Questo è un distretto composto da grattacieli e palazzi moderni in cui si trovano uffici e centri commerciali. Al centro della piazza principale si trova un gigantesco “arco” che in realtà è un ipercubo, eretto per festeggiare il bicentenario della presa della Bastiglia. Il monumento si trova sull’asse Louvre-Arco di Trionfo e simboleggia gli ideali umanitari piuttosto che le vittorie militari.

Per cena potete fermarvi all’interno di uno dei centri commerciali oppure, dirigervi con la metro nel Marais, quartiere ricco di bistrot e ristoranti.

5° GIORNO

Itinerario che vi costringerà a prendere più volte la metro per vedere alcune attrazioni non cosi turistiche. Devo dire che questo itinerario mi è stato consigliato ma non sono ancora riuscita a tornare nella Ville Lumiere per verificare di persona quanto ne valga la pena. Devo dire che però mi fido molto di chi me lo ha consigliato!

  • Tour de Momparnasse: si può visitare di prima mattina la torre per ammirare il panorama dall’alto dove potete anche far colazione!
  • Promenade plantee:
    Prendete la metro (linea 6 direzione Nation) e scendete a Bel Air. Appena usciti dalla stazione della metro, in rue Sahel n° 1, dovrebbe esserci l’accesso alla Promenade plantee e dirigetevi verso il centro cittadino cioè verso l’Avenue Daumesnil 94 ( vicino a Place de la Bastille). E’ considerato il primo parco pubblico sopraelevato al mondo che si snoda su 4,5 km seguendo una vecchia linea ferroviaria. La passeggiata offre scorci molto suggestivi, alternando architetture moderne ad aree di vegetazione selvatica.
  • Cimitero del Père-Lachaise: è una meta “originale” che non a tutti può ispirare ma, può essere curioso aggirarsi per i vialetti immersi nel verde tra le tombe di personaggi famosi tra cui Balzac, Oscar Wilde, Delacroix, Modigliani, Jim Morrison, Chopin. Potete raggiungerlo a piedi con circa una mezz’ora di camminata oppure se siete stanchi con la metro cambiando linea a metà percorso.
  • Canal Saint Martin
    Scendendo alla fermata Republique, oltre a vedere la piazza simbolo di alcune recenti manifestazioni francesi, raggiungete in cinque minuti il canale. E’ lungo 4,5 km e molti alberi lo costeggiano donandogli quell’atmosfera un po’ retrò e un po’ romantica. Sulle rive del corso d’acqua, vi si possono trovare negozi di design, librerie, ristoranti e locali per un aperitivo all’aperto.

6° GIORNO

  • Reggia di Versailles: gita fuori porta ! Con la metro raggiungete una delle fermate della RER C che arriva alla stazione Versailles Château Rive Gauche; da qui, seguendo le indicazioni, in 10 minuti arrivate a piedi alla Reggia di Versailles. Il viaggio dura circa 50 minuti.

7°-8 GIORNO

  • Disneyland Paris: se si decide di andare a Disneyland, bisogna tener conto che un giorno non basta; sono due parchi per cui, si è già “stretti con i tempi” se si sta due giorni interi. Ovviamente il budget sale vertiginosamente e bisogna fare due conti prima. Si può alloggiare in uno degli hotel a tema che offrono pacchetti con biglietti al parco inclusi oppure, decidere di soggiornare in alberghi vicini e più economici. Se piace il genere, è davvero una fantastica esperienza, vi sembrerà di vivere in un sogno! Dal centro di Parigi, il mezzo più comodo e veloce per arrivarci è la RER A, che impiega circa 40 minuti per raggiungere la stazione ferroviaria di Marne-la-Vallée/Chessy, la quale si trova a soli due minuti di distanza a piedi dagli ingressi dei parchi Disney. Se dovete poi raggiungere il vostro hotel, è disponibile un servizio di bus navetta gratuito che collega la stazione del parco a tutti gli Hotel Disney (tranne il Disney’s Davy Crockett Ranch).

9° GIORNO

Ritorno a casa

LETTURE CONSIGLIATE

Ci sono veramente molti romanzi, grandi classici della letteratura francese, e biografie, che sono ambientati nella Ville Lumiere per cui, ho cercato di sceglierne alcuni meno noti:

Il mercante dei quadri perduti       Sara Houghteling        2009          Romanzo

La cattura dell’effimero Beatrice Colin 2017          Romanzo

I segreti di Parigi: luoghi, storie e personaggi di una capitale    Corrado Augias          1996      Letteratura di viaggio

Viaggio in Olanda

“Amsterdam è una città di acqua e di pietra, di liquidità e di durezze, di morbidità e di rigidezza, di disordine, di anarchia, di licenza e di ordine, di regola, di legge, di allucinati e di razionalisti, di sballati perduti e di borghesi laccati. Città in cui l’economia della merce e l’economia della vita coesistono miracolosamente e in perenne conflitto.”
(Claudio Canal)

Periodo: Fine agosto

Durata: 13 giorni e 12 notti

Scorcio ad Amsterdam

Non ricordo per quale motivo abbiamo scelto l’Olanda come meta per le nostre vacanze però, è stato un bel viaggio! Vi chiederete che cosa ci sia in questo paese per soggiornarci quasi due settimane invece, vi posso assicurare, che di cose da visitare ce ne sono, eccome! Noi siamo andati in estate perché avevamo le ferie in quel periodo ma, meriterebbe una visita anche in primavera… il clima è decisamente più fresco però potrete ammirare i coloratissimi campi di tulipani! Per questo viaggio, organizzato in autonomia, abbiamo utilizzato i mezzi pubblici, trovandoci molto bene; ci spostavamo in giornata, facendo ritorno sempre in albergo ad Amsterdam perché, soggiornare in Olanda è abbastanza caro e prenotando una camera per tredici giorni abbiamo ricevuto uno sconto. Inoltre, in massimo un’ora di treno si arriva ovunque. La maggioranza degli Olandesi parla molto bene l’inglese quindi, non avrete problemi di comunicazione, bisogna però fare attenzione alle bici!!! Questa considerazione bisogna farla, soprattutto per chi è convinto di poter girare tranquillamente per Amsterdam in bicicletta. Infatti, sconsiglio a chi non è pratico della città, di prendere la bicicletta i primi giorni perché, i ciclisti sfrecciano senza badare agli altri e si infastidiscono se si procede troppo lentamente! Anche se dai cartelli risulta il contrario, c’è la consuetudine che le biciclette abbiano la precedenza su tutti: auto, moto e pedoni; di solito quando c’è un semaforo rosso si fermano ma per sicurezza, prima di attraversare (sulle strisce, mi raccomando!) bisogna sempre dare un’occhiata. Consiglio di affittare le biciclette per escursioni poco fuori la capitale come, a Zaase Shaas o Haarleem e a questo proposito, vi suggerisco di chiederne una con i freni sul manubrio e non a pedale perché, non essendo abituati, si rischia o di capottarsi in avanti se, si frena troppo, o di non frenare affatto se, la pressione sul pedale è troppo blanda. Detto ciò posso cominciare a scrivere del programma!!!!

1° GIORNO Arrivo ad Amsterdam

Dopo aver sistemato i bagagli ed esserci rinfrescati, abbiamo cominciato ad esplorare il centro che è abbastanza esteso ma, si gira tranquillamente a piedi. Come prima tappa, abbiamo visitato il Museo delle Scienze “NEMO” poiché, avevo letto delle buonissime recensioni; infatti, non ci ha deluso! Il palazzo è avveniristico, realizzato da Renzo Piano, ricorda una nave e ha spazi davvero ampi; se non si vuole visitare il museo, merita comunque salire sulla terrazza, all’ultimo piano, per ammirare la baia e il porto. Il museo è caratterizzato da diverse sezioni per ogni ambito della scienza, tutte caratterizzate da aree in cui al visitatore vengono trasmesse nozioni in modo interattivo. Questa è una particolarità di tutti i musei in Olanda che, sono veramente ideati per intrattenere gli spettatori e fargli vivere l’esperienza in prima persona! Usciti dal museo, ci siamo riposati un attimo sulla terrazza prima di dirigerci verso il centro dove, lungo il Damrak, partono i battelli per la crociera sui canali. Ci sono molte compagnie, noi abbiamo scelto un tour di un’ora con spiegazione in italiano senza aggiungere cena o pranzo a bordo. E’ la “gita turistica per eccellenza” ma vi assicuro che merita; osservare dai canali i ponti fioriti, i battelli adibiti ad abitazione e le case inclinate è davvero affascinante. Inoltre fornisce un quadro di insieme, in modo da farsi un’idea su cosa si vorrà vedere in dettaglio nei giorni successivi.

Case tipiche di Amsterdam

2° GIORNO Amsterdam

Prima di iniziare il nostro giro, abbiamo comprato alla stazione ferroviaria l’Amsterdam Day Ticket 96 hours (circa 22 euro) in modo da poter usufruire dei trasporti in maniera gratuita per 3 giorni. In mattinata abbiamo visitato il quartiere bohemien di Amsterdam cioè il Jordaan; è un quartiere alla moda e non troppo affollato in mattinata. E’ incantevole poter passeggiare tra le sue strette vie, ricche di negozietti di artigianato e di laboratori artistici, affacciandosi, quando è possibile, a qualche cancellata per ammirare i Hofjes, cioè piccoli cortili privati circondati da case disposte ad U. Camminando, abbiamo attraversato il mercato di Noordermarkt e visto i piccoli musei-shop dei tulipani e del formaggio. Successivamente, siamo arrivati in piazza Westermarkt dopo essere passati davanti alla casa di Anna Frank dove non siamo riusciti ad accedere perché, non avevamo prenotato i biglietti e la fila era davvero mooolto lunga…nel caso tornassimo per un weekend, andremo sicuramente! Nel pomeriggio, abbiamo visitato l’Houseboat museum, piccolo battello adibito a casa in cui, si comprende come in uno spazio così piccolo, si possano incastrare tutti gli elementi fondamentali di un’abitazione. Compiendo una passeggiata di circa mezz’ora e costeggiando altri caratteristici canali, siamo giunti all’Albert Cuyp Market per assaporare i migliori Stroopwafels della città! Successivamente, ci siamo riposati al Vondelpark, parco all’inglese di circa quarantotto ettari, considerato uno dei polmoni verdi della città.

3° GIORNO Amsterdam

Questa giornata è stata dedicata a due musei. Io volevo assolutamente visitare con calma il museo Van Gogh, perché è uno dei miei artisti preferiti! Va prenotato per tempo visto che è una delle maggiori attrazioni ad Amsterdam ma, merita girarlo con l’audioguida poiché, racconta brevemente ma in modo esaustivo la vita e le opere di questo grande artista.Non si possono fare foto all’interno, ma i grandi capolavori rimangono lo stesso impressi nella mente! Nella stessa piazza, denominata Museumplein che significa Piazza dei Musei, si trova anche il Rijksmuseum che espone la più grande collezione di opere d’arte del periodo d’oro dell’arte olandese specialmente di Rembrandt e Vermeer. Tanta storia e cultura in un a sola piazza!!! Ammetto che non amo questo tipo di pittura per cui, sono entrata giusto per guardare i capolavori “assolutamente da ammirare” ma è stata una visita breve. L’edificio è antico e gli interni sono di pregio, se si è interessati a questo periodo storico ci si può stare delle ore perché ha uno spazio espositivo veramente esteso!  Visto che avevo letto delle buone recensioni sul Museo civico abbiamo fatto una capatina anche lì. In effetti, in esso si racconta la storia di questa città multietnica e si scopre che da sempre la tolleranza è stata un cardine della società olandese. Anche qui, il visitatore non si annoia perché è continuamente stimolato da video e materiale interattivo. Quella sera però eravamo stanchi morti!!! Abbiamo potuto visitare così tanti musei anche solo “superficialmente” grazie alla MuseumKaart che permette la visita di tutti i principali musei pagando una cifra unica; si risparmia parecchio, anche perché al contrario di alcuni abbonamenti simili visti in altre capitali, questa include davvero tutti i principali musei.

4° GIORNO Amsterdam

Questa giornata è stata dedicata al centro storico vero e proprio, denominato De Wallen, quello più antico e frequentato dai turisti. Abbiamo iniziato la giornata con la visita alla Basilica di San Nicola, chiesa cattolica edificata a fine del 1800, dopodiché ci siamo diretti alla vicina Schreierstoren, una delle poche torri medievali rimaste in città; proseguendo lungo il canale siamo arrivati in Zeedijk, una delle più antiche vie della città che ora ospita negozi e ristoranti turistici nonché la Chinatown di Amsterdam. Ci siamo recati al Museo Ons’ Lieve Heer op Solder, di cui consiglio la visita, anche perché con l’audioguida in italiano è possibile conoscere la storia originale di questo posto! Piccolo, raccolto ma veramente unico nel suo genere; la particolarità di questo luogo è che ospita una chiesa, denominata Nostro Signore nel Sottotetto, ricavata negli ultimi piani di una casa privata. Infatti, nel XVII secolo era vietato dalla legge praticare il culto cattolico, per cui la famiglia molto abbiente che abitava questo edificio, decise di costruire una chiesa clandestina, proprio nel sottotetto! Procedendo con la nostra passeggiata ci siamo ritrovati proprio nel centro del Red Light District, celebre per i sexy shop e per le donne in vetrina; devo ammettere che di giorno non è poi così trasgressivo visto che, le stradine sono frequentate da molti turisti e sono ricche di bar e ristoranti. Il sex museum è stato un po’ una delusione (non che mi aspettassi qualcosa di Hot, per carità!) ma secondo me, si può tranquillamente saltare se non si ha abbastanza tempo. In questo quartiere così originale in cui convivono i più antichi monumenti storici e locali trasgressivi, si trovano negozi eccentrici che vendono un po’ di tutto dall’abbigliamento vintage ai vinili; il più originale è la Condomerie in cui si trovano preservativi di ogni forma, colore e dimensione. Tornando alla storia, abbiamo visitato la Oude Kerk che è la chiesa più antica di Amsterdam, caratterizzata da un soffitto in legno molto bello. Dirigendoci verso Niewmarkt, dove abbiamo pranzato, ci siamo fermati al vicolo più stretto della città Trompettersteeg che misura solo 100 cm di larghezza. Nel pomeriggio abbiamo continuato a girovagare per il De Wallen, ammirando scorci caratteristici sui canali e palazzi storici come l’ Oost indisch huis, la Zuiderkerk e la Trippenhuis fino ad arrivare in Waterlooplein dove si trova il municipio; all’interno vi è un’interessante mostra in cui si spiega la tecnologia per controllare il livello dell’acqua e quindi, far si che l’Olanda non venga sopraffatta dall’oceano. Vicino alla piazza, sul canale Amstel, si trovano due ponti famosi: il Blauwbrug e il Magere Brug. Se siete interessati, c’è anche la casa di Rembrandt che si può visitare; noi non essendo stanchi abbiamo saltato questa tappa.

5° GIORNO Gouda e Delft

Ci siamo recati di prima mattina alla Centraal station e abbiamo acquistato la carta OV-chipkaart che costa 7,50 euro; successivamente abbiamo caricato i soldi presso lo sportello automatico. Le possibilità per caricare la carta variano a seconda del punto di ricarica, ma non è possibile usare la carta di credito! Una volta caricata, la OV-chipkaart (ricordatevi di avere un importo di almeno 20 euro) bisogna passarla sopra lo specifico lettore, in prossimità dei binari, sia all’entrata che all’uscita. La tariffa viene addebitata al momento del check-in sul mezzo di trasporto mentre al momento del check-out, la tariffa d’imbarco viene rimborsata e addebitata solo la tariffa base per l’utilizzo dei mezzi in base al numero di km percorsi. Attenzione, poiché se dimenticate di fare il check-out, pagherete l’intera tariffa della tratta! In cinquanta minuti siamo arrivati a destinazione. Abbiamo scelto questa giornata perché a Gouda c’è il caratteristico mercato del formaggio, da cui prende il nome la cittadina; nella piazza del municipio, i produttori locali vendono le forme di formaggio dopo averle pesate e averne stabilito il prezzo. E’ un cerimoniale inalterato dalla seconda metà del XVII secolo, anche se ora è un’attrazione turistica. Il Gouda non è un formaggio molto saporito per cui spesso si trovano diverse varianti speziate: al peperoncino, alla curcuma e ahimè anche al pesto! Il centro è molto carino e ben conservato, merita una visita più approfondita. Al centro della piazza del mercato svetta il bellissimo Stadhuis cioè il municipio, costruito nel 1400 che sembra un piccolo castello; su un parete laterale, è presente un bel carillon che ogni mezz’ora si attiva raccontando il giorno in cui alla città venne assegnato il titolo di “città libera”. Ad incorniciare la piazza, ci sono piccole case, tipicamente olandesi e la Waag, cioè la casa della pesatura, museo che però non siamo andati a visitare per goderci la fiera. Dopo aver girato tutto il mercato ci siamo diretti alla St.Janskerk, celebre per le sue vetrate colorate originali; non si può fotografare all’interno ma merita davvero un a visita. Visto che avevamo ancora un po’ di tempo, ci siamo recati al museo di Gouda appena dietro alla chiesa; per arrivarci passerete in alcuni vicoli con scorci davvero da cartolina! Il museo è interessante perché all’interno è stata ricostruita un’antica farmacia ed è presente una collezione di pipe. Consiglio di assaggiare i famosi stroopwafel presso la pasticceria Van den Berg Banketbakkerij Lange Groenendaal, sono davvero ottimi! A questo punto, ci siamo diretti alla stazione e in quarantacinque minuti siamo arrivati nella cittadina di Delft. Questa cittadina, denominata piccola Amsterdam per la presenza di molti canali, è conosciuta per essere la città di Vermeer, fonte di ispirazione per i paesaggi rappresentati nei suoi dipinti e per le sue ceramiche. Il centro storico si sviluppa intorno al canale più antico, Oude Delft, da cui prende il nome la città; c’è un’atmosfera intima ed elegante, con ponticelli e case dalle facciate bianche. Ci siamo diretti alla Oude Kerk con la torre storta e poi verso la piazza principale, Markt, per ammirare lo Stadhuis, la Nieuwe Kerk e il “cuore blu”, opera dell’artista Marcel Smink, che rappresenta il colore tipico delle ceramiche di Delft. A questo proposito, potrete andare a visitare la Royal Delft, famosa fabbrica di ceramiche del XVII secolo ancora operativa, situata poco fuori dal centro. Noi non siamo andati perché non avevamo abbastanza tempo e non ci interessava granché. Abbiamo girovagato un po’ per le stradine ammirando scorci davvero caratteristici fino ad arrivare alla Vlamingstraat ed esattamente ai numeri civici 40 e 42; dove, si possono ammirare le due case protagoniste del dipinto “Stradina di Delft” di Vermeer, visto pochi giorni prima al Rijksmuseum di Amsterdam. Se avete ancora tempo vi consiglio di spingervi fino alla Oostpoort per ammirare un altro scorcio tipico di questa cittadina così affascinante.

6° GIORNO Gita a Zaanse Schans

Dato che Zaanse Schans si trova a soli 20 km a nord della capitale e il nostro hotel era in periferia, abbiamo deciso di affittare le biciclette e arrivarci pedalando. Una bella avventura (visto che ho dovuto imparare ad usare il freno a pedale) ma divertente! Piste ciclabili accessibili e bel paesaggio; abbiamo usufruito anche di un battello che ci ha portato sull’altra sponda del fiume.

Zaanse Schans, chiamato “villaggio dei mulini a vento” è caratterizzato da quaranta case circa e una decina di mulini a vento ma, non si tratta solo di un museo all’aria aperta, infatti è un vero e proprio borgo, in cui gli abitanti preservano la tradizione per mantenere viva la memoria di come si viveva in Olanda qualche secolo fa. Infatti, nel XVIII secolo, lungo il fiume Zaan, erano in funzione quasi 700 mulini che servivano per macinare le spezie o la farina o per rompere le pietre utilizzate poi per costruire le abitazioni. All’interno delle varie botteghe, potrete scoprire come venivano costruiti gli zoccoli o le botti poi, potrete entrare all’interno di un mulino o accedere a case per capire come vivessero gli olandesi durante la rivoluzione industriale. Noi abbiamo avuto una fortuna pazzesca perché, nel momento in cui siamo entrati in un mulino, non c’erano altri visitatori e il proprietario ci ha fatto arrampicare fino al piano esterno per mostrarci da vicino le pale e come funzionavano! Nello Zaanse Museum, a parte la storia dell’industria olandese, potete divertirvi a impacchettare biscotti virtuali in una vera fabbrica ricostruita…devo ammettere che mi sono davvero divertita!

Mulini a vento

7° GIORNO: De Haag

Destinazione capitale dell’Olanda: De Haag conosciuta da tutti come L’Aia. Città che è stata una vera e propria sorpresa e consiglio caldamente di visitare: pulita, non troppo affollata e con molto da offrire al visitatore. Durata del tragitto in treno è stato circa cinquanta minuti. Per prima cosa, abbiamo camminato per il centro città che di prima mattina è sempre poco affollato. Sontuoso e regale è il Binnenhof con la sua corte che mi sarebbe piaciuto visitare all’interno ma, non c’erano visite previste per quel giorno (un vero peccato!). successivamente, ci siamo recati ad uno dei musei più importanti dell’Olanda, il Mauritshuis per ammirare:“La ragazza con turbante” di Vermeer, la “Lezione di Anatomia del Dottor Nicolaes Tulp” di Rembrandt e “Il Cardellino” di Fabritius.  Sono da ammirare anche gli interni del palazzo che era una residenza per ospiti illustri. All’uscita ci siamo fermati a pranzare in un ristorante italiano lì vicino: pizza!!!! Noi normalmente non frequentiamo ristoranti italiani all’estero perché preferiamo assaggiare la cucina locale ma, in Olanda abbiamo fatto un’eccezione qualche volta poiché, purtroppo, non ha una vera cucina autoctona; dopo quasi una settimana di zuppa, patate e formaggio, trovandoci davanti a questo locale e guardando le pizze uscite dal forno, ci siamo fermati! Nel pomeriggio, abbiamo passeggiato per le vie centrali fino ad arrivare al palazzo reale, Palazzo Noordeinde, che si può solo vedere all’esterno. La vera chicca della giornata, per la quale si può anche venire apposta, è il museo Esher; fantastico! Ben strutturato, audioguide con spiegazioni brevi ma chiare, ambientazione perfetta in cui il visitatore riesce ad immergersi nel mondo di questo originale artista! Lo consiglio davvero tanto! Come ultima tappa, siamo andati ad ammirare il “Panorama Mesdag”; questo dipinto è progettato su una tela allungata e disposto in maniera circolare per dar l’impressione di trovarsi su una torre di avvistamento, offre una veduta della spiaggia di Scheveningen alla fine dell’Ottocento. E’ considerata la pittura circolare più grande del mondo.

8° GIORNO: Utrecht

Il giorno del mio compleanno siamo andati a trovare un nostro amico che abita a Utrecht. Il centro storico è come sempre pulito ed ordinato; complice la bella giornata, lo abbiamo girato in lungo e in largo osservando palazzi storici come il Paushuize, residenza papale e lo Stadhuis fino ad arrivare alla piazza Neude, centro nevralgico della città. Abbiamo fatto tappa in alcuni locali molto carini sul Oudegracht, il canale principale. Inoltre, abbiamo visitato la bellissima cattedrale gotica di San Martino (ma senza salire sulla torre!) con il giardino di Pandhof. Nel pomeriggio, dopo una sosta al parco limitrofo, abbiamo visitato il Museo Ferroviario, molto interessante anche per i non addetti. Si entra attraverso una stazione ferroviaria storica risalente al 1874, e al di là della sala d’ingresso, il museo si sviluppa in quattro “mondi” in cui il visitatore può conoscere in modo interattivo la storia delle ferrovie e ammirare i convogli. Non c’è un percorso preciso: ci si perde letteralmente attraversando carrozze eleganti o treni merci, sale d’attesa ottocentesche o villaggi del far west. Molto molto consigliato per grandi e piccini!

9° GIORNO: Utrecht

Il giorno seguente ci siamo recati al Castello De Haar, situato a 13 km da Utrecht; dalla stazione centrale di Utrecht si prende il treno per l’Aia e si scende a Vleuten. Da lì si prende l’autobus 127 in direzione di Breukelen (fermata Brink a Haarzuilens) e poi si cammina per circa un quarto su un viale immerso nella campagna olandese. Il castello è stato edificato nel tredicesimo secolo, dalla famiglia Van der Haar, ma venne distrutto nel 1482; è stato interamente ricostruito all’inizio novecento per la famiglia Van Zuylen van Nijevelt. E’ un castello “da favola”, per sognatori, sia per i suoi interni che per il parco che ospita anche i cervi. Il biglietto è caro ma li merita davvero tutti. Di ritorno in città, prima di ripartire per Amsterdam, abbiamo visitato il museo Speelklok, museo di strumenti musicali automatici. E’ curioso conoscere la storia di questo tipo di musica poco noto in Italia e la guida è stata chiara e simpatica!

Castello De Haar

10° GIORNO: Haarlem

Haarlem è una piccola cittadina che si trova molto vicino ad Amsterdam e per questo motivo, volevamo andarci in bicicletta ma, il tempo era uggioso e minacciava pioggia per cui abbiamo optato per il treno; in dieci minuti si arriva alla stazione, conosciuta per il suo stile liberty. Abbiamo fatto colazione al Der Broodzaak, un locale tipico proprio a ridosso della stazione e successivamente ci siamo avviati verso il Grote Markt cioè la piazza centrale. La grande piazza ospita: la statua di Laurens Janszoon Coster, tipografo ed inventore della stampa quattordici anni prima di Gutemberg, la Chiesa Grande di San Bavone, il Municipio e l’antico mercato delle carni. La chiesa è davvero maestosa e all’interno, si può ammirare l’organo che suonarono anche Händel eMozart. Harleem è uno dei centri famosi in Olanda per i tulipani e la birra artigianale e se vi interessa potrete visitare la Birreria Jopenkerk con successiva degustazione. Se avete occasione di visitare l’Olanda nel periodo primaverile, da questa città partono tour per ammirare i campi d tulipani in fiore!
Nel pomeriggio, tornando ad Amsterdam, abbiamo visitato l’originalissimo museo dei microbi: Micropia! Capisco che a poche persone possa interessare questo museo ma io volevo assolutamente andarci! Con giochi e percorsi interattivi si può scoprire in modo divertente questo mondo microscopico…complimenti per l’idea!

11° GIORNO: Waterland

Ultima “gita fuori porta” della nostra vacanza: direzione Waterland. Bisogna assolutamente scegliere una giornata soleggiata perché ci si immerge completamente nella campagna olandese e si visitano piccoli villaggi costruiti sui canali. Esiste il Waterland day ticket che permette di spostarsi in bus attraverso questa regione (partendo da Amsterdam) con passaggi illimitati, per una giornata intera. I pullman partono dal lato nord della stazione centrale di Amsterdam ed è possibile acquistare il biglietto a bordo. Ci sono vari paesini che si possono visitare, noi abbiamo scelto questo itinerario:

Isola di Marken
  • Edam: lo definirei “villaggio olandese per eccellenza”: un gioiellino. E’ talmente tranquillo, con pulito e curato che sembra quasi finto. Al mercoledì c’è il mercato del formaggio ma consiglio di visitarlo comunque, anzi senza la fiera, probabilmente si respira la giusta atmosfera.
  • Voledam: paesello sul mare, decisamente più movimentato rispetto al primo, caratterizzato da un porticciolo e da un lungomare con casette tipiche colorate. Ci si può fermare per pranzo in uno dei tanti ristorantini affacciati sul porto, per assaporare piatti di pesce.
  • Isola di Marken: si può raggiungere con il traghetto oppure tramite bus (perché è collegata tramite una diga alla terraferma!). Anche questa è un piccolo gioiellino che unisce le caratteristiche dei villaggi visti in precedenza. E’ un piccolo borgo immerso nella campagna ma dotato di un porticciolo turistico; il miglior modo per apprezzarlo è quello di girovagare senza una meta ben precisa, lasciandosi sorprendere dai pittoreschi scorci ma se avete voglia potete camminare fino al faro che dista 2,5 km in mezzo alla natura!
    E’ stata davvero una giornata rilassante dove poter recuperare dalle “fatiche” dei giorni precedenti.

12° GIORNO: Amsterdam

In realtà in questa giornata dovevamo andare a Leida ma il tempo era veramente pessimo e data la pioggia abbiamo deciso di ripiegare su qualche museo ad Amsterdam. La mattina siamo andati a visitare il Palazzo reale mentre al pomeriggio il Museo della navigazione.

13° GIORNO Ritorno a casa

E’ stato un viaggio impegnativo e ricco di esperienze. L’Olanda ha molto da offrire al visitatore sia dal punto di vista naturalistico che culturale. I musei sono delle vere chicche che diventano un luogo divertente per conoscere ed imparare attraverso metodologie interattive sia per grandi che per bambini.

LETTURE CONSIGLIATE

La ragazza con l’orecchino di perla        Tracy Chevalier       (1999)       Romanzo
Blu come la notte         Simone van der Vlugt      (2016)        Romanzo      

Viaggio in Perù

PERIODO: Aprile

DURATA: 14 giorni e 14 notti.

Andare in Perù era il mio sogno fin da bambina, quando la maestra ci raccontava di Machu Picchu…così misterioso, nascosto nella la foresta tropicale peruviana! Ed è proprio così! Ma il Perù non è solo Machu Picchu …è un paese ricco di bellezze artistiche come Cuzco ed Arequipa ma anche la natura ha un ruolo predominante. Ho potuto navigare sull’oceano Pacifico, raggiungendo le isole Ballestas e la sua ricca fauna composta da foche, pinguini e tanti tanti volatili, risalire verso praterie sconfinate, situate alle pendici delle cime andine, osservando lama, alpache e vigogne, raggiungere il più alto lago navigabile al mondo e infine, arrivare alla foresta amazzonica! Una varietà di scorci e paesaggi in cui, la natura è l’assoluta protagonista e in cui, il visitatore non può che contemplare, attonito, tanta maestosità. Un altro aspetto che cerco sempre di conoscere durante il viaggio, sono gli usi e i costumi della popolazione che abita la regione. La cultura peruviana oltre che essere millenaria, è ancora molto legata alla Pacha Mama e più in generale alle tradizioni passate. E’ caratteristico visitare i mercati dove, la frutta e la verdura esposti colorano le bancarelle oppure i villaggi dove, la gente ti accoglie con disponibilità e cortesia ancora autentiche e genuine. A parer mio, le signore sedute al mercato, con i visi scottati dal sole e sorrisi contagiosi ben rappresentano i costumi locali.

Prima di scrivervi nel dettaglio il viaggio che abbiamo intrapreso, volevo avvisarvi di tre cose; la prima è il consiglio di assumere fermenti lattici e continuare durante tutto il viaggio. Bisogna evitare di mangiare cibo proveniente dai banchetti del mercato, sbucciare sempre la buonissima frutta tropicale e bere l’acqua in bottiglia (anche per lavarsi i denti). Come già scritto per il viaggio in Uzbekistan, non è dovuto alla sporcizia ma, alla differenze della flora intestinale delle popolazioni nel mondo; noi abbiamo un’alimentazione del tutto diversa per cui dobbiamo avere qualche precauzione, per non incorrere in una terribile gastroenterite acuta! La seconda cosa, riguarda l’escursione alle linee di Nazca. Premesso che è sensazionale sorvolare il deserto con un aeroplano, per ammirare dall’alto questo sito così particolare, bisogna avvisarvi che, se soffrite di mal di mare o avete problemi di labirintiti ricorrenti forse, non è il caso di effettuare questa escursione. Io soffro di mal di mare ma non ho mai sofferto l’aereo, anche velivoli molto piccoli non mi hanno mai dato fastidio: a Nazca sono stata veramente male. Il volo è durato mezz’ora scarsa ma, il pilota per migliorare la visibilità, muove la cloche a dx e sn e l’aeroplano vira molto repentinamente da una parte all’altra. Non fraintendetemi, sebbene abbia vomitato praticamente tutto il viaggio e sia stata un’ora e mezza in infermeria per riprendermi, (con l’infermiera che era assolutamente tranquilla visto che è una situazione molto frequente) mi è piaciuto molto, poiché nonostante tutto ho adocchiato dal finestrino le varie figure. Però, mi sembra giusto avvisare i viaggiatori!!! La terza cosa di cui volevo parlare, è l’altitudine; consiglio per le persone “più adulte” o chi ha patologie croniche, di chiedere al proprio medico di famiglia un consulto per il viaggio, visto che altitudine può essere un fattore di rischio per esempio per i cardiopatici. Detto ciò, anche i giovani possono patire il cosiddetto “mal d’altura” per cui, bisogna seguire attentamente le indicazioni delle guide che, forniscono consigli davvero preziosi!

1° GIORNO: Partenza

Partenza da Milano Malpensa per Madrid e poi coincidenza con volo Madrid-Lima. Arrivo in serata a Lima. Un po’ sballottati siamo andati subito a letto dopo aver sgranocchiato qualcosa.

2° GIORNO: Lima

Ci siamo recati di prima mattina verso il centro storico di Lima e precisamente a Plaza de Armas (ne troverete una in tutte le città del Perù!) con la Cattedrale e il Palazzo del Governo. Successivamente, abbiamo visitato il vicino Monastero di San Francesco che mi è piaciuto molto, soprattutto la parte sotterranea: un po’ grottesca ma particolare. Girando per il centro storico si possono osservare i bellissimi edifici coloniali con i famosi balconi. E’ molto importante fare attenzione a rimanere sempre in zone frequentate; Lima è una città abbastanza pericolosa e alcuni quartieri sono off-limits, per cui, vi consiglio vivamente di assumere una guida locale. E’ l’unica città in Perù in cui abbiamo avuto qualche accortezza perché, nei centri più piccoli, non c’è alcun problema. Nel pomeriggio ci siamo recati al Museo Larco, dove abbiamo ammirato i pochi reperti di epoca pre-incaici rimasti in Perù; sono davvero interessanti gli artefatti in oro ed argento e merita una visita anche il giardino ricco di Bouganville! Inoltre, si può visitare il quartiere di Miraflores, moderno dato l’elevato numero di grattacieli che si affaccia su un lungomare famoso per ristoranti di alta cucina.

3° GIORNO: Viaggio in pullman verso Paracas

Giornata di viaggio ma comunque interessante perché abbiamo scorto dal finestrino innanzitutto la periferia di Lima, caratterizzata, purtroppo, da numerose favelas e poi, percorrendo “Panamericana Sud”, abbiamo costeggiato la Costa del Pacifico.

4° GIORNO: Isole Ballestas e Nazca

La mattina, dopo una passeggiata in riva all’oceano ci siamo imbarcati e ci siamo diretti verso l’arcipelago delle isole Ballestas, piccola oasi abitata da foche, pinguini di Humboldt, leoni marini e tante varietà di volatili; un ecosistema multiforme creatosi per la presenza di molto pesce e plancton trasportato dalla corrente di Humboldt. Non si attracca sull’isola perché è vietato ma, è sorprendente riuscire ad osservare gli animali nel proprio habitat, così a stretto contatto. Se patite i profumi intensi, portatevi un fazzoletto profumato perché, l’odore del guano non è proprio dei migliori! Lungo la navigazione, abbiamo fatto tappa per osservare dal mare il famoso “candelabro o cactus”, (a seconda delle interpretazioni) tracciato sul fianco di una collina sabbiosa; un antipasto di quello che avremmo visto nel pomeriggio.
Nel pomeriggio ci siamo diretti a Nazca per l’escursione alle famose linee disegnate nel deserto. Queste tracce risalgono al periodo pre-incaico e sono figure stilizzate, raffiguranti animali o altri oggetti realizzate, spostando le pietre contenenti ossidi di ferro, dalla superficie del deserto; in questo modo, hanno creato un contrasto cromatico con il pietrisco sottostante, di colore più chiaro. Questo sito, è considerato uno tra i misteri più affascinanti al mondo, perchè i disegni si possono scorgere solo dall’alto! Come hanno fatto popolazioni vissute nel II secolo d.C ad ideare e realizzare tutto ciò? Considerate che, non sono solo abbozzi di figure ma, disegni veri e propri: il ragno è rappresentato anche con l’organo genitale maschile, normalmente microscopico! Insomma, vale la pena fare una sosta nel deserto di Nazca ma, vi rimando a ciò che ho scritto nell’introduzione, sebbene sia un’esperienza indimenticabile, valutate bene se salire sul piccolo aeroplano e iniziare l’avventura!

5° GIORNO: Viaggio in pullman verso Arequipa

Tutta la giornata è spesa viaggiando in pullman verso Arequipa. Otto ore di viaggio ma comunque ci si consola ammirando splendidi paesaggi: prima le scogliere a picco sull’oceano (strada spettacolare ma si spera nella bravura dell’autista dato che è stretta e molto trafficata!) poi, si comincia a salire verso l’interno. In realtà non ce ne si rende conto, perché il tragitto non è caratterizzato da tornanti o strade strette come le nostre in Italia. Durante una sosta abbiamo ammirato in lontananza un vulcano attivo con una colonna di fumo che saliva al cielo, per noi può sembrare strano ma in Perù è un fenomeno normale!

6° GIORNO: Arequipa

Intera giornata dedicata alla visita della “Ciudad Blanca”, dal colore della pietra con la quale sono stati costruiti gli edifici; il suo centro storico è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 2000. Ci siamo recati in diverse chiese come la Cattedrale, costruita in stile neoclassico utilizzando una pietra vulcanica denominata “Sillar”, il Complesso della Compagnia, eretto dai Gesuiti per abitazione e luogo di culto ed infine, la Chiesa di Santo Domingo. Consiglio vivamente la visita al Convento di Santa Catalina, un gioiello unico, una città nella città composto da chiese, chiostri, piazzette, edifici colorati che conservano intatto il fascino del XVI secolo. Nel pomeriggio siamo andati al Santuarios Andinos per ammirare la famosa mummia Juanita; in realtà noi abbiamo visto l’altra mummia Sarita ma la storia è molto simile. Una ragazza inca, vergine, sacrificata a più di 6.300 m di altitudine, per acquisire la benevolenza degli dei. Nel museo sono presenti tutti gli artefatti ritrovati insieme alla mummia che, raccontano usi e costumi di questo popolo antico. Nonostante l’altitudine (2.335 m), non abbiamo avuto alcun sintomo per cui, la sera, ci siamo concessi una passeggiata, con un assaggio del Pisco. Arequipa, al contrario della capitale, è molto tranquilla e non c’è alcun problema di sicurezza.

7° GIORNO: Viaggio in pullman verso Canyon del Colca e Chivay

Si parte per il Canyon del Colca! Anche questa giornata è stata caratterizzata dal viaggio in pullman ma il paesaggio dal finestrino ci ha ricompensati pienamente. Lungo il tragitto abbiamo ammirato praterie immense, qua e là costellate da greggi di alpache e gruppi di vigogne e sopra le nostre teste un il un meraviglioso cielo che sembrava toccare l’erba talmente era basso. Inoltre, abbiamo fatto una sosta presso un punto di ristoro tipico dove, si preparava un’ottima tisana di mate de coca. Per il mate de coca bisognerebbe aprire un capitolo a parte ma, cercherò di spiegarlo in poche righe; è una tra le bevande tipiche peruviane: un’infusione di foglie di coca. Avete capito bene! le foglie sono le stesse che sono utilizzate per produrre la cocaina ma, preparate come infuso, perdono gran parte degli alcaloidi che sono i veri stimolanti, facendo diventare il decotto solo lievemente eccitante (simile a tè e caffè). Questo infuso è consigliato per combattere i sintomi indotti dall’altitudine ma, in realtà, la vera precauzione che si deve utilizzare è quella di bere molto, in modo da compensare lo sbilancio elettrolitico che si può creare all’interno del nostro organismo. Tornando al viaggio, il momento più importante della giornata è stato il raggiungimento dell’altezza dei 4910 mt dove, scesi dal pullman, un po’ scombussolati (l’altezza si fa sentire!), sotto qualche fiocco di neve, abbiamo fatto la classica foto con lo sperone di roccia che ne indicava il traguardo! Sembrava di essere sulla luna…all’orizzonte si intravedevano cime innevate ancora più alte. Che giornata! Mi restano nella mente immagini di natura incontaminata e selvaggia dove l’uomo è ancora una figura marginale…e speriamo si mantenga così!
All’arrivo ci siamo trovati in un hotel spettacolare, immerso nella natura, in fondo al canyon dove ci siamo concessi un bagno all’aperto nelle fonti termali. Super rilassante!

8° GIORNO: Canyon del Colca e Chivay

Appena svegli e pimpanti, ci siamo recati alla “Cruz del Condor”, il miglior luogo per ammirare il Canyon del Colca, uno dei più profondi al mondo. Siamo stati fortunati e abbiamo potuto osservare imponenti condor che risalivano lungo le pareti del canyon utilizzando la corrente ascensionale di aria calda. Non pensavo davvero di vederne così tanti e così da vicino! Successivamente, abbiamo visitato la piccola ma caratteristica cittadina di Chivay con la sua chiesetta colorata e il suo mercato. Il mercato di Chivay è forse il più tipico tra tutti quelli dove siamo stati; non è così turistico come altri e le signore del posto vestono tutte abiti tradizionali. In seguito, siamo partiti alla volta di Puno; abbiamo scavallato di nuovo il passo dei 4910 e in 5 ore siamo arrivati a Puno, cittadina non troppo bella (bisogna dirlo) sul lago Titicaca, il lago navigabile più alto al mondo, (ca 3810 mt sul livello del mare).
Alcuni compagni di viaggio, in questa tappa, hanno avuto qualche lieve sintomo dovuto all’altitudine ma poi regrediti in serata. Bisogna muoversi piano, senza fretta, anche perché, diversamente, l’affanno è dietro l’angolo!

9° GIORNO: Lago Titicaca e Puno

Ci siamo diretti con una barca alle isole Uros che punteggiano il lago; queste sono piccole e galleggianti poiché sono create come luogo di abitazione dalla popolazione locale, appunto gli Uros, con terra e “tatoro” cioè il bambù che cresce sulle sponde del Titicaca. Ogni isolotto è abitato da 3 a 10 famiglie, imparentate tra loro e quando c’è un litigio o non si va più d’accordo, nessun problema…si taglia il terreno con una grossa sega, creando due aree separate! Nel pomeriggio, dovevamo recarci in un’isola più grande, quella di Taquile, ma purtroppo è sopraggiunta la pioggia, per cui abbiamo visitato alcuni paesini nelle vicinanze di Puno grazie alla quale, ci siamo resi conto della vita reale nelle campagne dove le strade, spesso non sono asfaltate e le case non sono terminate.

10° GIORNO: Verso Cuzco

Siamo saliti a bordo del pullman in direzione di Cuzco; da questo punto in poi abbiamo cominciato ad entrare in contatto con la cultura inca.
Innanzitutto, ci siamo recati al Parco Archeologico di Raqchi, centro religioso cardine per conoscere le tradizioni inca poiché, era dedicato al Dio Superiore, considerato il vero creatore del mondo. Il tempio di Viracocha, svetta ancora maestoso, con le colonne ben conservate e lascia intuire lo splendore narrato negli scritti che ci sono pervenuti.Successivamente, abbiamo fatto un’altra sosta per visitare due piccole chiesette: San Pedro di Andahuaylillas e San Juan Bautista de Huaro. Entrambi i santuari, edificati dai Gesuiti, esternamente presentano semplici facciate, quasi anonime, mentre l’interno, lascia il visitatore sbalordito; è impressionante, infatti, la quantità di affreschi che ricoprono le pareti e il tetto, caratterizzati da modelli geometrici e motivi floreali che seguono i canoni dello stile “Barocco Andino”. In San Juan de Huaro, è possibile ammirare un affresco grandioso e grottesco sul giudizio universale in cui, con gran dovizia di particolari, si rappresentano varie torture medievali inflitte ai peccatori ma anche, come salgono al paradiso i più meritevoli.

11° GIORNO: Valle Sacra, Chinchero e Aguas Calientes.

In questa giornata ci siamo immersi a pieno nella storia della popolazione Inca. Ci siamo recati nella valle sacra dove ci siamo fermati a Cinchero e a Pisac; mi sono piaciute ma, le ho trovate troppo turistiche. Successivamente, ci siamo diretti alle saline di Maras; ero veramente curiosa di ammirare questo luogo e non mi ha deluso! Al fondo delle pendici di una collina, si scorgono terrazzamenti costituiti da 3000 “piscine” bianche che assumono molteplici sfumature di colore a seconda dell’inclinazione e della luminosità dei raggi solari. Dopo pranzo, abbiamo visitato Moray e i suoi incredibili terrazzamenti circolari concentrici, che servivano per adattare le diverse specie di piante a differenti quote di altitudine; questo è un esempio di quanto il popolo inca fosse veramente molto abile nell’ingegneria e nell’agricoltura. Infine, siamo giunti ad Ollantaytambo dove abbiamo visitato l’imponente fortezza che proteggeva l’entrata alla Valle Sacra, ma era utilizzato anche come osservatorio astronomico per determinare gli equinozi e le date astronomiche. Inoltre, Ollantaytambo è un tipico esempio di un villaggio Inca che ha conservato nel tempo lo schema di strade e canali. Verso il tardo pomeriggio siamo saliti sul “Perù Express” per raggiungere Aguas Calientes, punto di partenza per Machu Picchu.

12° GIORNO: Machu Picchu.

Sveglia alle 4.00 per mettersi in coda (era già molto lunga)! Verso le 6.00 siamo saliti sul pulmino che ci ha portati in cima alla collina dove si trova l’ingresso. Infatti, il sito archeologico venne costruito nel punto più alto della montagna dal re inca Pachacútec e comprende terrazzamenti, case, templi, realizzati con grandi blocchi di pietre tutte incastrate tra loro senza l’utilizzo della malta. Di fronte a “Machu Picchu” (che significa vecchia montagna), è ubicato il “Huayna Picchu” (giovane montagna) una vetta raggiungibile a piedi con un’ora di camminata da cui si può godere di una vista spettacolare su tutta l’area. Noi non ci siamo andati perché ci hanno raccontato si un sentiero molto ripido e poco sicuro ma, abbiamo raggiunto la Puerta del Sol con una camminata di circa un’ora. Se per un attimo si dimenticano le centinaia di turisti che affollano l’area, è davvero affascinante ammirare, di prima mattina, il paesaggio che si presenta davanti al visitatore, quando si risale i terrazzamenti maya; all’inizio, le nuvole galleggiano a mezz’aria e c’è una lieve nebbiolina che offusca la città ma poi, pian piano, il sole si alza in cielo e illumina le strutture in pietra che risplendono tra il verde delle montagne! E’ una sensazione difficile da descrivere in poche righe ma è davvero un ricordo indimenticabile.

13° GIORNO: Cuzco e dintorni

Appena svegli, ci siamo recati nei dintorni di Cuzco ed esattamente a Sacsayhuamán, celebre per quella che potrebbe sembrare una maestosa fortezza ma, in verità, gli Inca erano una popolazione pacifica per cui si pensa fosse un sito per cerimonie religiose. Sull’origine di questo sito sono state avanzate le teorie più disparate per spiegare come la popolazione avesse potuto trasportare il materiale e soprattutto, come abbia fatto a tagliare massi così perfetti da incastrarsi uno sull’altro senza utilizzare i moderni strumenti da taglio, senza uso della malta. In realtà, questa particolarità è propria di tutti i siti inca a partire da quello di Ollantaytambo o Machu Picchu. A dieci minuti di cammino da questo luogo, si trova la statua del Cristo Blanco, situata all’apice di una collina, affacciata su Cusco, in modo da abbracciare tutta la città. In seguito, ci siamo recati ad un lanificio dove dopo aver dato un’occhiata, abbiamo comprato tipici maglioni colorati peruviani di lana di Alpaca! Sono un po’ più cari di quelli visti sulle varie bancarelle dei mercati ma, ne vale la pena poiché sono caldi, morbidi e si lavano a mano senza problemi. Nel pomeriggio, ci siamo persi tra le vie di Cusco; ho notato che questa città sebbene più grande delle altre, è più pulita e curata. Il centro storico, dichiarato Patrimonio dell’Unesco nel 1983, è caratterizzato da strade e case di varie epoche storiche, tutte ristrutturate con tetti costituiti da tegole rosse. Ovviamente, il centro nevralgico è Plaza des Armas, dove secondo la leggenda, si conficcò il bastone d’oro dell’Inca Manco Capac, indicando il luogo esatto dove fondare la città che sarebbe diventata la capitale dell’Impero. Sulla piazza, circondata da un lato da portici, si affacciano l’imponente cattedrale, con una grande scalinata e la chiesa riccamente decorata della Compañía de Jesús. Per accedere alla piazza, vi consiglio di attraversare il vicolo pedonale di Loreto, caratterizzato da muri inca su entrambi i lati. In realtà, la Cattedrale è costituita da tre chiese edificate in periodi diversi, assolutamente riconoscibili poiché vi è un intreccio di elementi in stile gotico, barocco e rinascimentale. Il primo nucleo, sorto sulle rovine del Palazzo del re Inca Viracocha, è l’Iglesia del Triunfo. A questa sono state annesse il Templo de la Sagrada Famiglia e la Basilica vera e propria che si trova al centro del complesso. Insomma è davvero un edificio maestoso, costruito utilizzando pietre del complesso di Sacsayhuamán e dei numerosi palazzi inca di Cuzco. Una tappa imprescindibile di questa città, è la visita del Qoricancha, tempio del sole per la popolazione Inca che poi venne trasformato dagli spagnoli, dopo che l’ebbero depredato di tutto l’oro e l’argento, nell’Iglesia di Santo Domingo. Di tutte le ricchezze della struttura non rimane più nulla ma, è interessante sapere che, dopo il devastante terremoto del 1950, sono crollate molte parti costruite in epoca coloniale mentre rimasero in piedi le strutture di origine inca, rivelando veri e propri tesori architettonici, prima nascosti. Vi consiglio di farvi un giretto serale per le viuzze di Cuzco; è assolutamente sicuro ed è interessante ammirare questa città anche la sera. Noi siamo incappati nella festa delle croci in cui diverse processioni attraversano la città accompagnate da balli tradizionali e falò.

14° GIORNO: Ritorno

Mi viene in mente un solo aggettivo per descrivere questo viaggio: indimenticabile. Il Perù ha molto da offrire a tutte le tipologie di viaggiatori proprio perché il suo territorio è eterogeneo. Questa nazione però si fa amare anche attraverso la popolazione, ospitale e disponibile o attraverso il cibo, date le numerose tipologie di materia prima. Per cui, quando i tempi saranno più propizi, mettetelo nella lista dei futuri viaggi…non ve ne pentirete!

LETTURA CONSIGLIATA

La città d’oro Sabrina Janesch (2017)    Romanzo storico e d’avventura

Viaggio in Uzbekistan

Tutto quello che ho udito di Marakanda (Samarcanda) è vero, tranne il fatto che è più bella di quanto immaginassi.”  (Alessandro Magno)

PERIODO: Maggio

DURATA : 8 giorni e 7 notti

Paese che inizialmente non desta alcun ricordo nella nostra mente, se non qualche reminiscenza che l’Unione Sovietica fosse costituita da tanti stati, il cui nome spesso terminava con il suffisso “-Stan”. Però appena si cita il nome di Samarcanda, la più famosa città di questa nazione, subito si accende una lampadina che, porta a secoli lontani in cui le carovane dall’Oriente trasportavano spezie e tessuti fino in Occidente attraverso la Via della Seta. Inoltre. quasi automaticamente, si comincia a canticchiare il ritornello della canzone di Vecchioni…

“corri cavallo, corri ti prego
Fino a Samarcanda io ti guiderò,
Non ti fermare, vola ti prego
Corri come il vento che mi salverò
Oh oh cavallo, oh, oh cavallo, oh oh cavallo, oh oh, cavallo, oh oh”

Ma l’Uzbekistan non è solo Samarcanda. E’ un paese che si sta mostrando al mondo dopo un periodo di chiusura politica, culturale e sociale; è un paese ospitale, rivolto al futuro senza dimenticare le sua millenaria storia. Eh si, da queste terre ci sono passati personaggi storici celebri quali, Alessandro Magno, Gengis Khan o Marco Polo ma, è anche interessante scoprire come, a fine Ottocento, sia diventata una regione cardine nel panorama politico e strategico di alcuni imperi come quello Russo, Inglese o Persiano. Insomma, visitare questa regione significa immergersi nella storia, ammirando l’arte e gli edifici pervenuti a noi dopo secoli di guerre e riappacificazioni, entrando in contatto con le tradizioni locali delle molteplici popolazioni che hanno colonizzato questi territori.

Io e mia mamma che, è stata la mia compagna in questo viaggio, abbiamo scelto un pacchetto organizzato primo, perché è ancora un paese non così abituato alla presenza di turisti quindi, non ci sono molte strutture alberghiere e inoltre, la lingua inglese non è parlata; in secondo luogo perché, gli spostamenti interni sono molti, sebbene il tempo sia poco, per cui l’organizzazione dell’itinerario sarebbe stata complessa e si sarebbe sprecato troppo tempo tra una meta e l’altra.

Quello che mi ha particolarmente colpita è l’attenzione all’ordine e alla pulizia; dal paese di campagna fino alla metropoli, non si vede una cartaccia per terra: tutte le strade e i marciapiedi sono puliti, le stazioni della metropolitana sono lucenti, i giardini curati nei minimi particolari da giardinieri che affollano parchi e giardini pubblici. Un retaggio dell’Unione Sovietica? Chissà, forse…comunque, una bella presentazione per un paese che si sta modernizzando e un esempio da cui prendere spunto, per le nostre città spesso sommerse dalla spazzatura.

Due note prima di parlavi dettagliatamente del viaggio. Prima cosa la temperatura: può fare molto caldo ma anche frescolino per cui, portatevi un abbigliamento ben assortito. Nei primi giorni abbiamo trovato clima torrido mentre, spostandoci ad est, è sopraggiunta la pioggia. Secondo punto l’alimentazione; prima di partire consiglio di assumere fermenti lattici e continuarli durante tutto il viaggio. Bisogna evitare di mangiare cibo proveniente dai banchetti del mercato e non bere mai (neanche lavarsi i denti) l’acqua del rubinetto: utilizzare sempre acqua in bottiglia! Tutto questo, non è dovuto alla sporcizia ma, alla differenze della flora intestinale delle popolazioni nel mondo; noi abbiamo un’alimentazione del tutto diversa per cui, dobbiamo avere qualche precauzione in più per non incorrere in una terribile gastroenterite acuta! In ogni caso i piatti tipici ben cotti, come il plov sono ottimi, quindi bisogna provarli assolutamente!

1° GIORNO: Partenza

Partenza con volo diretto da Milano Malpensa alla volta di Urgench. Viaggiando di notte, è molto comodo e si arriva a destinazione di prima mattina.

2° GIORNO: Khiva

Siamo arrivati all’aeroporto di Urgench intorno alle 6.00 della mattina e dopo le formalità doganali ci siamo subito spostati con il bus verso la città di Khiva che dista solo 30Km. Qui  ci siamo riposati circa un’ora e poi, abbiamo iniziato la visita al suo centro storico fortificato che, a pare mio, è tra i meglio conservati di tutto l’Uzbekistan; mi ha colpita molto perché, sebbene i palazzi siano meno “appariscenti” rispetto a Samarcanda e Bukhara, sono più autentici e girovagando tra le stradine, ci si può tuffare nella storia antica e sembra quasi prenderne parte!
Inoltre all’interno della città vecchia abbiamo assaporato la cucina tipica e il pane appena sfornato” Che bontà! Io consiglio vivamente un giro serale perché, ci sono molti meno turisti e tutto illuminato è molto suggestivo.

3° GIORNO Bukhara

Trasferimento di prima mattina all’aeroporto e partenza per Bukhara (circa 1.10h di viaggio). Questa scelta è ottima poichè si risparmia molto tempo. Attenzione agli accendini perché non li fanno portare a bordo! Non sono una fumatrice ma ho visto scene degne di un melodramma per riavere l’accendino (Cose da matti!).
Dopo esserci sistemati in un hotel molto bello (e pacchiano, in perfetto stile russo!) abbiamo compiuto una passeggiata panoramica nei dintorni, in modo da osservare anche la vita comune degli uzbeki. Siamo giunti nella zona del mercato dove, abbiamo cominciato a fare qualche acquisto. I vari bazaar vendono, per la maggior parte, prodotti ubzeki e spesso artigianali: coltelli, sciarpe, tovaglie, vestiti, spezie: chi più ne ha più ne metta! Viva lo shopping! Anche se spesso l’inglese non è conosciuto, è una popolazione ospitale e disponibile, attraverso i gesti ci si comprende benissimo!
Abbiamo anche visto il complesso di Lyabi-Hauz con la bellissima Madrassa di Nadir Divan Begi, famosa per il mosaico della sua facciata. Bisogna dire che gli edifici sono più belli all’esterno (salvo qualche eccezione) perchè, all’interno sono vuoti o si trovano bancarelle con ogni sorta di prodotto in vendita. Comunque, è una particolarità anche questa, retaggio dell’ex Unione Sovietica, in cui i luoghi di culto erano adibiti ad altri usi.
Alla sera abbiamo mangiato su una terrazza da cui si poteva ammirare il minareto di Kalyan simbolo della città, assaporando ottimi piatti tipici.

4° GIORNO: Bukhara

Di prima mattina siamo entrati nella moschea di Maghoki-Attar, che è il luogo più sacro della città nonché, la moschea centro-asiatica più antica. Successivamente, ci siamo diretti verso il centro storico, ricco di monumenti poiché questa città, nei secoli IX e X, fu la capitale dell’impero samanide e il principale snodo commerciale della Via della Seta. Abbiamo visitato il complesso di Poi-Kalyan con il suo minareto, intatto da 880 anni, per poi proseguire alla Fortezza di Ark, l’antica città reale ed infine, abbiamo sostato al “Chasma Ayub”, luogo sacro con l’acqua della sorgente di Giobbe, ritenuta  curativa. All’interno di questo santuario, c’è una piccola mostra fotografica sul disastro ambientale del Lago D’Aral, lago salato di origine oceanica che, era il quarto specchio d’acqua più grande al mondo. A causa delle politiche economiche dell’Urss che, ha deciso di utilizzare copiosamente le acque dei suoi due affluenti per irrigare i campi di cotone, il bacino si è via via svuotato dividendosi in due pozze fino, quasi a scomparire. Vi lascio un articolo interessante che racconta questo disastro ambientale poco noto.
Giornata molto impegnativa ma molto soddisfacente!

http://www.geografiaonline.it/aral.aspx

5° GIORNO: Viaggio in bus verso Samarcanda e visita a Shakrisabz.

E’ un tragitto abbastanza lungo ma molto affascinante perché, si scopre l’Uzbekistan rurale, lontano dalle grandi città dell’arte; vi avviso che il percorso è abbastanza incidentato, la strada è ben asfaltata solo per brevi tratti, la maggior parte delle volte vi troverete a rimbalzare sul sedile per le numerose buche nell’asfalto. Il percorso attraversa il deserto dove si scorgono veramente pochi villaggi ma, si passa davanti alla più grande centrale di gas naturale dell’Uzbekistan (lì la strada è perfetta! Chissà perche?!). Dopo 4 ore, si arriva a Shakrisabz, città natale di Tamerlano, grande condottiero che, tra il 1370 e il 1405, conquistò larga parte dell’Asia centrale e occidentale, fondando l’Impero timuride. Tra i monumenti più importanti della città, vi è l’Ak Sarai, residenza estiva del grande condottiero di cui sono rimaste solamente le tracce di due torri; inoltre vi è la Moschea blu Kok Gumbaz, edificata da Ulugh Beg, in onore del grande discendente. Si prosegue verso Samarcanda dove si arriva nel tardo pomeriggio; nell’ultima parte del tragitto il paesaggio cambia totalmente poiché, si attraversano colline verdeggianti e campi coltivati…proprio come canta Vecchioni!
Alla sera abbiamo partecipato ad uno spettacolo musicale in cui, si rappresentava la storia di questo paese ed è stato un modo per scoprire i costumi e le usanze di questo popolo.

6° GIORNO: Samarcanda

Eccoci arrivati nella città più famosa della Via della Seta: la mitica Samarcanda! Una delle città più antiche al mondo, di cui hanno scritto molti autori celebri come Marco Polo, Edgar Allan Poe e Tiziano Terzani; è stata eletta Patrimonio mondiale Unesco nel 2001. Nonostante il clima non abbia aiutato (cielo spesso uggioso con qualche ora di pioggia), lo spettacolo che offre questa città è unico. L’inizio del nostro itinerario in città è stata Piazza Registan, simbolo di Samarcanda, su cui si affacciano tre edifici, uno più bello dell’altro, con facciate i cui colori, creano un gioco di sfumature meravigliose, già con un cielo grigio, figurarsi illuminate dai raggi del sole! Inoltre, all’interno della Madrassa Tilla-kari vi è un’area interamente rivestita d’oro…impressionante!
Abbiamo potuto ammirare la piazza anche la sera e devo dire che ne vale assolutamente la pena, così illuminata, è un vero gioiello!
Nel pomeriggio, abbiamo visitato la necropoli dei nobili Shaki Zinda , che domina maestosamente la città ( e infatti all’ingresso bisogna salire una scalinata abbastanza ripida!). Questo è proprio il luogo dove, secondo me, è presente la più grande dimostrazione dell’arte islamica in Uzbekistan. Quando si percorre la via centrale, si rimane abbagliati dal blu e turchese delle maioliche che ricoprono i muri dei sepolcri. Un colpo d’occhio davvero splendido! Il sito è un santuario in cui si trovano i sepolcri della famiglia di Tamerlano e dei suoi amici più stretti; secondo la leggenda, qui è sepolto anche un cugino del profeta Maometto, il che rende il luogo meta di preghiera da parte della popolazione. Infine, abbiamo visitato il mausoleo di Gur Emir che ospita la tomba del grande condottiero Tamerlano. Anche questo complesso è maestoso ma devo ammettere che mi è piaciuto più visitarlo la sera che di giorno…l’illuminazione gli conferisce qualcosa di misterioso!

7° GIORNO Samarcanda e viaggio in treno verso Tashkent.

Abbiamo proseguito visitando la città: ci siamo recati all’immancabile mercato che però mi è piaciuto meno di quello di Khiva e Bukhara perché più turistico; poi ci siamo diretti al mausoleo di San Daniele e infine all’osservatorio di Ulugh Beg. Quest’ultimo è davvero interessante perché, sebbene piccolo, mostra tutte le scoperte scientifiche in ambito astronomico fatte prima del 1449, quando venne distrutto; è visibile anche una parte di un largo arco usato per determinare il mezzogiorno.
Nel pomeriggio abbiamo ci siamo recati al centro di manifattura della carta Meros, celebre perchè è prodotta interamente a mano partendo dal gelso.
Nel tardo pomeriggio, abbiamo viaggiato su un treno moderno e confortevole in direzione Tashkent, cioè la capitale dell’Uzbekistan.

8° GIORNO Tashkent e ritorno in Italia.

Tashkent è una città antica di cui, rimane veramente poco, a causa di un terremoto che la distrusse nel 1966; inoltre, la ricostruzione è avvenuta in base ad un piano urbanistico che l’ha portata a diventare una tipica di una “città sovietica” caratterizzata da larghi viali, grigi edifici squadrati, e piazze molto estese come Piazza dell’indipendenza. Abbiamo visitato la parte antica con la Madrassa Barkhan, situata nella Piazza Khast Imam. La chicca di questa città, che è un’altra caratteristica tipica delle città dell’ex URSS, è la metropolitana o meglio, le stazioni della metropolitana che sono come dei piccoli musei! Mi hanno riferito che a Mosca sono più belle ma, devo dire che la pulizia, l’ordine e l’architettura mi hanno colpito positivamente.

Davvero un viaggio per gli amanti della storia e dei popoli antichi. Nella memoria restano le forme allungate dei minareti, i colori delle maioliche che ornano gli edifici, i profumi dei giardini così ben curati e quella sensazione di star rivivendo il passato mentre si ripercorre una via che fu così importante nel mondo antico.

LETTURE CONSIGLIATE:
Il Milione Marco Polo (1298 ca) Racconto di viaggio
Il Grande Gioco Peter Hopkirk    (1990)      Romanzo storico

Viaggio in Oman

“Mi è sempre piaciuto il deserto. Ci si siede su una duna di sabbia. Non si vede nulla. Non si sente nulla. E tuttavia qualche cosa risplende nel silenzio”

Antoine de Saint-Exupery

DURATA: 8 giorni/7 notti

PERIODO: Fine Marzo

“Dov’è l’Oman?” “Ma perché andate in un paese così lontano?” “Non è pericoloso?” Queste sono le domande che mi sono state poste da alcuni amici e conoscenti prima di partire.

Iniziamo dall’inizio: Il Sultanato dell’Oman è situato nella parte sud-orientale della penisola arabica. Si affaccia sul mar Arabico a sud e ad est mentre sul golfo dell’Oman a nord-est. E’ un paese assolutamente sicuro, il tasso di criminalità è molto basso grazie a pene molto severe; qualche esempio? Si può venire multati se l’auto non è pulita (io sarei già finita in prigione!), se si passa col rosso per due volte (per la prima normalmente vengono accettate le scuse) la pena prevista è il carcere per ventiquattro ore. Figuriamoci quali sono le pene per i veri reati! Abbiamo scelto di visitare questa terra, celebre per i racconti di “Le Mille e una Notte” e patria dell’incenso, dopo aver visto un programma televisivo che documentava le bellezze di questo paese. E’ un territorio eterogeneo dove il deserto, costellato da piccole oasi chiamate wadi, incontra il mare ancora cristallino e incontaminato; per chi ama le escursioni è presente anche la catena montuosa dei monti Hajar, nota per i suoi altopiani e per il canyon di Jebel Shams. Non possiamo dimenticare la cultura di questa regione legata alla tradizione ma senza dimenticare uno sguardo al futuro; al contrario degli Emirati Arabi, l’Oman si è sviluppato non distruggendo il territorio ma cercando di trovare un equilibrio tra modernità e natura. Anche la gastronomia fa parte della cultura locale e frequentemente, gli abitanti dei villaggi offrono datteri e caffè ai visitatori. E’ un paese mussulmano e gli omaniti sono praticanti ma c’è da dire che sono molto rispettosi della cultura e della religione altrui; essendo mussulmani ibaniti che si distinguono per la moderazione, il rifiuto alla violenza e per la tolleranza religiosa. Simbolo di ciò, è la presenza nella capitale di chiese cristiane, ortodosse, templi buddisti o indù e inoltre c’è la possibilità di visitare alcune moschee anche se non mussulmani. Bisogna fare attenzione all’abbigliamento che deve essere rispettoso per evitate di indossare shorts e top troppo scollati; si possono tranquillamente indossare t-shirts o vestiti basta che la gonna sia lunga.

Il paese è stato governato per cinquant’anni esatti dal sultano Qaboos bin Said Al Said, morto recentemente nel gennaio 2020. Non è stato solo un sovrano per il popolo omanita ma anche una guida; egli dal 1970 dopo aver rovesciato il padre, si impegnò a modernizzare quello che allora era un paese povero, fermo al Medioevo. Grazie alla vendita del petrolio, costruì strade e scuole, portò istruzione e cultura, creò un sistema welfare e divenne un mediatore per la delicata situazione in Medio Oriente. Girando tra i villaggi o nella grande Muscat, quello che salta subito all’occhio è la devozione che il popolo omanita ha nei confronti del suo sovrano.

Abbiamo scelto un viaggio organizzato ma, per chi non volesse condividere il percorso con altre persone, è possibile organizzarsi autonomamente assumendo una guida locale. In questo viaggio abbiamo conosciuto compagni di viaggio simpatici (difficile per un viaggio organizzato!) con cui, si è creato un legame speciale; con loro e con la guida Bachir ci sentiamo ancora oggi…secondo me questo è stato un valore aggiunto del viaggio!

1° GIORNO: Partenza

Siamo partiti da Milano Malpensa alla sera con volo diretto.

2° GIORNO: Muscat

Siamo arrivati la mattina verso le 6.00 all’aeroporto della capitale dell’Oman, Muscat o Mascate e dopo le formalità doganali, siamo andati in hotel per cambiarci e rilassarci. Sul pulmino per l’Hotel abbiamo incontrato la nostra super-guida Bachir che ci ha accompagnato lungo tutto l’itinerario; è stata davvero una guida preparata, attenta e simpatica! Nel primo pomeriggio, seguendo le indicazioni di Bachir, io e il mio compagno abbiamo preso un taxi e ci siamo recati nella zona di Mutrah dove abbiamo assaporato un pranzetto tipico, ammirando il porto e abbiamo visitato prima il mercato e poi il Forte al Jalali. A Muscat non ci si può spostare a piedi; ogni quartiere è come separato dagli altri da larghe strade che è meglio non percorrere a piedi (forse non ci sono neanche i marciapiedi!) quindi, sempre meglio prendere un taxi.

3° GIORNO: Muscat

Moschea del sultano Quaboos

Si parte per il tour! Abbiamo iniziato dal simbolo della città: la Grande Moschea dedicata al sultano Qaboos. L’ingresso è aperto a tutti ma, l’abbigliamento deve essere consono: braccia e gambe coperti e per le donne anche il velo. E’ un edificio maestoso, bianco e lucente poiché è rivestito interamente di marmo proveniente da Carrara; i pavimenti sono scintillanti e puliti alla perfezione, ci si può specchiare senza problemi! All’interno, è presente uno dei più grandi tappeti iraniani nel mondo, interamente tessuto a mano che può ospitare fino a 20.000 fedeli. Inoltre, è presente uno dei più grandi e sfavillanti lampadari al mondo, composto da cristalli Swarovski dal peso totale di oltre 10 tonnellate.
Siamo andati nuovamente al mercato, dove questa volta, ben indirizzati dalla nostra guida abbiamo fatto qualche acquisto!!! Nel pomeriggio, abbiamo scoperto la storia e la cultura omanita recandoci all’Oman National Museum, e successivamente ci siamo diretti al Palazzo reale e all’Opera House che abbiamo visto solamente da fuori.

4° GIORNO: Nizwa – Jebel Shams

Partenza per Nizwa, l’antica capitale dove, abbiamo visitato il forte portoghese e il tradizionale Suq, acquistando datteri e assaporando il tipico caffè. Abbiamo pranzato in un’oasi chiamata Al Hamra, in mezzo al deserto, molto suggestiva perché i pochi abitanti della zona hanno costruito canali di irrigazione creando una lussureggiante vegetazione. A questo punto, siamo saliti a bordo di jeep attrezzate e ci siamo diretti in montagna, precisamente a Jebel Shams dove, abbiamo ammirato il Grand Canyon d’Arabia; abbiamo alloggiato lì vicino, immersi nella natura a 2000 metri sul livello del mare.

5° GIORNO: Bahla-Jabrin e Wahiba Sands

Tornati al Al Hamra, ci siamo diretti ai famosi villaggi di Bahla e Jabrin. per poi finalmente dirigerci verso il deserto di Wahiba Sands a bordo di jeep 4WD con le quali abbiamo fatto un raid nel deserto molto divertente! Ci siamo fermati ad ammirare un fantastico tramonto seduti sulla sabbia mentre assaporavamo un caffè caldo preparato dall’autista grazie ad un falò improvvisato.
Lungo la via abbiamo incontrato greggi di dromedari e famiglie di beduini che, abitano il Wahiba sands da secoli; infine siamo arrivati al campo tendato per la notte.
Non immaginatevi un campeggio… Oh no! E’ un resort, costituito da casette e tende attrezzate di ogni confort completamente immerso tra le dune di sabbia. Penso di non aver mai visto un cielo più bello di quello: miliardi di stelle brillavano in un cielo blu scuro senza nemmeno l’ombra di una nuvola. Fantastico!!!
E’ stato il giorno più bello in assoluto, perché ricco di emozioni nuove.

Tramonto

6° GIORNO Wadi Bani Khalid – Sur – Ras al Jinz – Sur

La mattina verso le 5.00 abbiamo (letteralmente) scalato una duna di sabbia, aiutandoci con una corda, per salire in cima e osservare l’alba…forse è stato ancora più suggestivo del tramonto…l’attesa, nel silenzio e al buio, seduti nella sabbia fredda e fissando con lo sguardo l’orizzonte speranzosi che in breve facesse capolino il sole…davvero indimenticabile! Dopo aver fatto colazione, abbiamo lasciato il deserto e ci siamo diretti verso l’oasi di Wadi Bani Khalid, una vallata verdeggiante ricca di palme da dattero e pozze naturali circondate da rocce. I wadi sono dei canyon tipici dell’Oman, dove, alla base, scorre un fiume che può essere permanente o presente solo conseguente alle piogge. Non sono presenti solo piscine naturali, perfette per un bagno in assoluta serenità ma, il terreno è più fertile che altrove, quindi spesso viene coltivato. L’acqua era di un colore verde smeraldo e contrastava con le rocce biancastre… impossibile non immergersi per rinfrescarsi!. Attenzione però per le donne: indossare costume intero con shorts per immergersi…per sicurezza portate anche una t-shirt . Nel pomeriggio abbiamo visitato un cantiere navale a Sur, famoso perché le barche vengono interamente costruite in legno e a mano! Una vera e propria arte. In serata ci siamo diretti alla riserva di Ras al Jinz per ammirare le tartarughe che depongono le uova. Alcuni non saranno d’accordo a partecipare a quest’escursione, ma, devo dire che, sebbene ci fossero molte persone, il parco preserva molto bene sia l’ambiente che gli animali, non esponendoli a rischi. Innanzitutto, alcuni addetti, si accertano della presenza delle tartarughe e che siano “protette” cioè, siano già arrivate sulla spiaggia; successivamente, organizzano piccoli gruppi di persone, dando loro indicazioni sul comportamento da adottare; senza luci e in totale silenzio ci sia avvia verso la spiaggia. Bisogna camminare per circa un chilometro prima di arrivare ma vale veramente la pena: è un evento unico! E’ commuovente vedere la tartaruga sepolta nella sabbia deporre tante uova e poi con grande fatica sotterrarle solo con l’aiuto delle sue zampe…viene voglia di aiutarla! Anche perché, il povero animale deve stare attento ai predatori pronti in agguato a mangiare le sue uova. Devo essere sincera, nonostante fossimo molto vicino non mi sembra che siano state disturbate dalla nostra presenza.

Wadi Bani Khalid

7° GIORNO Wadi Tiwi e Cratere di Bimah

Camminata nell’oasi di Wadi Tiwi e successivamente sosta al cratere di Bimah, un cratere di calcare sommerso, dove sul fondo si può intravedere l’acqua del mare. Siamo riusciti anche a fare il bagno nell’oceano indiano, su una spiaggia completamente deserta! In serata abbiamo fatto ritorno a Muscat.

8° GIORNO: ritorno a Milano

E’ stato un itinerario breve ma intenso dove, abbiamo conosciuto sia le tradizioni di questo paese ma anche, la ricchezza della natura che lo caratterizza. Ci siamo immersi tra le acque cristalline dei Wadi, scalato le dune del deserto e visitato edifici grandiosi! Consiglio vivamente questo viaggio perché è davvero un paese accogliente, sicuro ma soprattutto ricco di bellezze naturali!

LETTURA CONSIGLIATA: “Le mille ed una notte” Autori vari e sconosciuti (900 d.C circa ) Racconti

Viaggio in bicicletta sulle sponde del Danubio: da Passau a Vienna


“Le ruote di una bici sono come le lancette di un orologio: girano lentamente ma possono andare molto lontano rotolando verso il futuro senza fretta”
(Enrico Caracciolo)

PERIODO: Inizio Luglio

DURATA: 9 giorni/8 notti

La pista ciclabile che corre lungo il Danubio è molto celebre sia, per la quiete in cui ci si immerge pedalando, sia per i meravigliosi paesaggi che si incontrano. Il tratto fa parte del percorso Eurovelo 6, la grande rete trans-europea composta da 45.000 km di percorsi ciclabili.

Questo viaggio l’ho intrapreso con la mia amica nel 2014, appoggiandomi ad un’agenzia di viaggio italiana specializzata in cicloturismo; siamo arrivate a Passau autonomamente e dopo aver ritirato le biciclette con tutto il materiale per orientarsi siamo partite! Gli alberghi e le locande erano già state prenotate dall’agenzia e avevamo le indicazioni per raggiungerle mentre, i bagagli, li lasciavamo in camera la mattina e ce li trovavamo in stanza quando arrivavamo la sera (va bene faticare ma almeno senza fardello!).
Lo consiglio a tutti! E’ un viaggio impegnativo dal punto di vista fisico ma, ti libera completamente la mente…pedalare nella natura lontano da tutto, ti aiuta veramente a staccare dal caos quotidiano. Unico avvertimento è quello di allenarsi prima di partire perché, può diventare veramente troppo gravoso portare a termine il tragitto giornaliero.

1° GIORNO: Partenza

Abbiamo preso aereo per Monaco di Baviera poi, il pullman per Freising e da lì, il treno per Passau. Passau o Passavia è anche chiamata “Das Venedig Bayerns” cioè, la Venezia della Baviera e si trova alla confluenza dei fiumi Donau, Inn e Ilz; è suggestivo sedersi su una panchina e ammirare l’incontro dei tre corsi d’acqua. Inoltre, nel duomo di San Stefano si può ammirare l’organo più grande del mondo. Passavia ha un centro storico caratteristico, come molti dei paesi che vedrete lungo il tragitto quindi, vale la pena camminare tra le sue stradine e scorgere alcuni palazzi storici quali, il municipio che, risale al 1300 o il convento di Niedernburg, o la residenza vescovile. Alla fine della giornata siamo andate a recuperare le biciclette per partire l’indomani mattina.

2° GIORNO: Passau – Schlogen/dintorni ca. 43 km

Io e la mia amica partivamo sempre molto presto la mattina e arrivavamo sempre il pomeriggio tardi. Attenzione a calcolare bene i tempi perché, nei paesini austriaci, ci sono pochi ristoranti e chiudono alle 19.30! Bisogna arrivare ad un’ora decente se no non si mangia…Vi assicuro che dopo una sfacchinata consistente, la cena diventa sacra!!!! Dopo questa introduzione, torniamo al nostro itinerario…si parte! Ci siamo dirette verso la pista ciclabile e per tutto il viaggio abbiamo seguito le mappe e le indicazioni della guida cartacea che ci ha fornito l’organizzazione; ci è stata molto utile, soprattutto quando conveniva attraversare il fiume per continuare il viaggio dall’altra parte del fiume. Devo dire che, il primo pezzo della pista ciclabile, è stato non troppo agevole perché: affianca la statale, dalla quale è separato solo da Guard Rail, è affollato e ci sono due sensi di marcia sullo stesso lato. Inoltre il panorama non è granché! Tutto cambia dopo aver attraversato la diga; è faticoso salire la rampa di scale con la bici ma, è molto caratteristico! A questo punto, qualche km di pedalata e si arriva all’ Abbazia di Engelszell dove, abbiamo mangiato (preparatevi dei panini la mattina e piuttosto comprate qualcosa lungo il tragitto perché non sempre in questi paesini ci sono punti ristoro) e abbiamo visitato il complesso dei monaci trappisti. Mi è piaciuto molto il giardino che è molto curato!
Abbiamo continuato lungo la ciclabile, immerse nella natura fino ad arrivare alla nostra locanda, situata appena fuori da Wesenufer, proprio antistante la pista ciclabile. Lungo il tragitto, si può attraversare il fiume grazie a piccole imbarcazioni adibite proprio al trasporto delle biciclette e spostarsi sull’altra sponda del fiume, per visitare un paese caratteristico o semplicemente perché il percorso è più agevole.

3° GIORNO: Schlogen/dintorni–Linz ca. 59 km

La mattina ci siamo alzate presto perché la tappa era più lunga della precedente ma, soprattutto per ammirare dall’alto il Schlögener Schlinge, letteralmente il “Cappio di Schlögen”, una doppia ansa del fiume che, sembra percorrere dei tornanti di montagna. Abbiamo dovuto parcheggiare le biciclette e incamminarci per un’ora in salita! Ne è valsa sicuramente la pena dato lo spettacolo di cui abbiamo potuto godere! Purtroppo, viaggiando in bici e non essendo così allenate, abbiamo dovuto fare delle scelte durante il percorso; avremmo voluto fermarci di più per visitare posti caratteristici o riposarci ma, non sapendo quanto ci avremmo messo ad arrivare, abbiamo rinunciato per evitare di pedalare fino alla sera. Per cui, abbiamo proseguito per Linz, fermandoci solo in un prato per pranzare. Linz è una città a cui andrebbe dedicato un giorno intero, noi eravamo molto stanche e dovevamo partire la mattina seguente quindi, non l’abbiamo vista granché, se non in versione notturna.

4° GIORNO: Linz–Enns- Grein/Bad Kreuzen, ca. 59 km

In questa giornata abbiamo visitato Enns, una delle più antiche città dell’Austria con la torre civica che è l’emblema della città. Successivamente, ci siamo avviate attraverso prati e campi di girasoli verso Grein, città barocca dove abbiamo preso il bus per raggiungere l’albergo a Bad Kreuzen. Volendo, tra Enns e Grein si può fare una deviazione per una visita al campo di sterminio di Mathausen; noi abbiamo scelto di non andare per motivi di tempo ma ci è dispiaciuto molto.

5° GIORNO-6°GIORNO:  Bad Kreuzen – Spitz/Arnsdorf ca. 69 km poi Spitz/Arnsdorf – Tulln ca.53 km

Il tragitto forse più impegnativo poiché, non è in piano come il resto del percorso; il paesaggio è molto suggestivo! Si pedala immersi tra alberi da frutta e vigne, attraversando paesini da cartolina. Noi siamo state fortunate perché abbiamo partecipato alla fiera dell’albicocca assaporando torte, frullati e anche un goccino di distillato tutto fatto in casa adoperando questo frutto! Abbiamo visitato la città di Krems e l’abbazia di Melk, grande monastero benedettino che svetta sulla città; entrambe dichiarate patrimonio dell’umanità dall’UNESCO insieme, alla vicina valle di Wachau. Grazie al cielo abbiamo potuto fermarci a visitare questi posti perché, un tratto lo abbiamo percorso in battello!

7° GIORNO: Tulln – Vienna ca. 35 km

E’ indicato solo un tratto di 35km ma credo di averne percorsi almeno il doppio. La pista ciclabile fino in città scorre bene, anche se attraversa zone industriali un po’ sinistre ma, il problema è sorto alle porte di Vienna. Non essendoci più una sola pista ciclabile ma molte che si diramavano in più direzioni, ci siamo perse!!!! E ‘ stato bel problema ritrovare la strada e non ce l’avremmo fatta se, un ciclista che pedalava tranquillamente al parco, non ci avesse guidato fino all’albergo. Ora, con il Roaming e il navigatore non sarebbero insorti più questi problemi. Però, è stata davvero una grande soddisfazione guardare il contachilometri e vedere quanta distanza avevamo percorso in una settimana!

8° GIORNO: Vienna

E’ stato dedicato interamente a visitare la capitale austriaca e il suo centro storico; non poteva mancare la visita a Schönbrunn. Ovviamente, servirebbero altri tre giorni per conoscere la città in modo approfondito…per cui se potete allungare la vacanza di qualche giorno, lo consiglio.

9° GIORNO: Ritorno

Siamo tornate a Monaco con il treno e abbiamo ripreso l’aereo.

Favignana e Sicilia occidentale

“Non invidio a Dio il paradiso perché sono ben soddisfatto di vivere in Sicilia”

Federico II di Svevia

PERIODO: Fine Agosto

DURATA: 9 giorni

Abbiamo scelto una vacanza che alternasse relax e visite culturali; devo ammettere che sarebbero serviti altri giorni per ammirare tutte le bellezze di questa parte della Sicilia. Ci torneremo, anche perché, nel nostro itinerario, non abbiamo inserito il capoluogo, Palermo!! Tornando al giro che abbiamo intrapreso, siamo arrivati a Trapani e siamo partiti subito per Favignana con il traghetto (circa 1h di viaggio); soffrendo il mal di mare, ho sperato che la traversata fosse il più breve possibile ma, dovevo assolutamente visitare questo luogo!!!

PRIMI TRE GIORNI

Favignana è mediamente grande, rispetto alle altre isole dell’arcipelago delle Egadi ma, non ha grande vita mondana per cui, se si cerca la movida serale non è il posto giusto per una vacanza. Consiglio di affittare le biciclette per visitare le varie spiagge e per godersi l’entroterra con i suoi profumi inebrianti! Il mare è cristallino ovunque e ogni caletta ha una sua peculiarità che, la distingue dalle altre; bisogna sottolineare che non ci sono molte spiagge larghe e attrezzate per cui, bisogna portarsi delle scarpette per gli scogli, onde evitare di tagliarsi con qualche roccia. A me sono piaciute molto Cala Azzurra e Cala Rossa, diverse tra loro ma in entrambe i colori della baia sono unici. Cala Bue Marino la consiglio solo, a chi non ha paura di buttarsi in mare direttamente dal molo naturale: non è una vera e propria spiaggia!!! Un’esperienza immancabile, è recarsi a Punta Sottile per contemplare il tramonto e i suoi colori…Mangiarsi un panino o fare un picnic mentre si osserva il sole calare pian piano e sparire dietro l’isola di Marettimo: è emozionante! Io non sono una fotografa esperta anzi, a dire la verità, non me ne intendo affatto ma, questa è la foto che ho scattato!

Tramonto a Punta Sottile

Un pomeriggio lo abbiamo dedicato interamente alla visita della “Ex Stabilimento Florio delle Tonnare di Favignana e Formica”. Veramente interessante scoprire come funzionava una tonnara e quante famiglie abbiano lavorato al suo interno. Il museo è ben strutturato sia per quanto riguarda il percorso espositivo sia per le guide; il nostro accompagnatore oltre ad essere molto preparato era anche simpatico (quello non guasta mai!).

4° GIORNO

Sbarcati al porto di Trapani, abbiamo girato il centro a piedi e poi abbiamo gustato la granita dì una nota pasticceria locale; ho assaggiato il classico connubio tra brioche e granita al limone ma devo ammettere che, mi piace di più assaporare la granita, da sola (mi perdonino gli amici siciliani!). Nel pomeriggio, abbiamo affittato un’auto che, ci ha accompagnato fino alla fine del viaggio e ci siamo recati alle saline di Trapani e Paceco. Per prima cosa, abbiamo seguito la guida che, ci ha illustrato come avveniva e avviene tuttora, la raccolta del sale e successivamente, abbiamo fatto una passeggiata tra le saline. Che luogo suggestivo! Mi è piaciuto davvero molto! Verso sera, ci siamo diretti verso Erice. Vi consiglio di lasciare l’auto nei parcheggi raccomandati, prima di entrare in paese, oppure prendere la funivia.

5° GIORNO

Erice è una località affascinante; mi ha ricordato i paesi medievali arroccati sulla collina, ma qui si scorge anche il mare!!! Non a caso, è uno dei “borghi più belli d’Italia”!! Come non citare Gabriele d’Annunzio che, in “la notte di Caprera”, la descrisse così:
“E l’altro monte, e l’altro monte ei vede,
l’Erice azzurro, solo tra il mare e il cielo
divinamente apparito, la vetta annunziatrice della Sicilia bella!”
E’ piacevole perdersi tra i suoi vicoli dove, si possono ammirare fantastici scorci e ogni tanto ci si ferma nelle piazzette per assaporare qualche specialità culinaria come, le “genovesi” con il loro cuore alla crema o alla ricotta! Che bontà! Oltre che prodotti gastronomici, ad Erice possiamo trovare coloratissime ceramiche artigianali; a me piacciono molto quindi, sono andata subito a cercare qualche bottega per acquistarne qualcuna! Abbiamo visitato le rovine del castello di Venere da cui si può contemplare un panorama incredibile! Di prima mattina, la presenza di una nebbiolina fastidiosa, (nonostante fosse agosto!), non ci ha permesso di godere della splendida vista ma, successivamente si è aperto e abbiamo anche noi potuto ammirare il fantastico spettacolo. Consiglio vivamente di uscire per una passeggiata serale poiché, essendoci meno turisti, ci si gode a pieno l’atmosfera di questo posto. Nel tardo pomeriggio siamo scesi a valle, in direzione di Macari, dove abbiamo assistito ad un altro strepitoso tramonto!

6° GIORNO

Giornata di mare e relax. Di prima mattina, ci siamo recati alla spiaggia di Macari dove la natura intorno è selvaggia. Nel pomeriggio ci siamo diretti a San Vito lo Capo, dove siamo stati accolti da una bella spiaggia ma, attrezzata ed affollata di bagnanti (era agosto!). In ogni caso, San Vito lo Capo, è una tappa immancabile perché bisogna assolutamente assaggiare il piatto tipico della cittadina cioè il cous cous (di cui esiste anche un festival che si svolge a settembre)!

7° GIORNO

Abbiamo dedicato una mezza giornata alla visita del sito archeologico di Segesta. Essendo fine agosto, consiglierei di recarsi o di prima mattina o nel tardo pomeriggio perché è situata nell’entroterra, sul monte Barbaro; credetemi, intorno alle undici, faceva decisamente caldo! E’ famosa per il Tempio Doricoe il Teatro Antico, ma è interessante visitare tutto il complesso per capire come era strutturata la città, acerrima nemica di Selinunte, sede di un altro sito archeologico che, abbiamo in programma di vedere, nel prossimo viaggio in Sicilia! Per l’ultima tappa, abbiamo soggiornato in un piccolo paese sul mare, Castellammare del Golfo…il suo porticciolo è suggestivo, sembra uscito da romanzo!

8° GIORNO

Ci siamo svegliati molto presto e ci siamo diretti alla Riserva dello Zingaro. Questa è una tappa irrinunciabile!

L’alzataccia mattutina è essenziale, prima di tutto per trovare parcheggio ma soprattutto, per godersi la pace della natura e scorci incredibili (anche scattando qualche fotografia) senza orde di visitatori urlanti! Portatevi le scarpe da ginnastica perché, essendo immersi nella natura, i sentieri sono non sono ben battuti e per scendere alle calette, alcuni percorsi sono scoscesi. E’ difficile da descrivere la bellezza di questo luogo per questo motivo, vi invito a scoprirlo da soli andando di persona!

La Sicilia è un’isola dalle mille sfaccettature e questo, è stato solo un piccolo assaggio di quello che può offrire! Per questo motivo, in futuro, ci torneremo per esplorare altri luoghi e assaggiare altri meravigliosi piatti!

MANGIARE IN SICILIA

Questo capitolo, non è tanto per suggerire cosa mangiare perché, la cucina siciliana, come ogni cucina tradizionale italiana, offre davvero una grande varietà di piatti che accontenta tutti: onnivori, carnivori, pescariani e vegetariani!; piuttosto mi preme sottolineare che, in ogni posto dove ci siamo recati, c’è stata la possibilità di mangiare (anche) spendendo poco e la qualità è sempre stata ottima. Le porzioni generose, sono state ovunque accompagnate da una grande ospitalità.

LETTURA CONSIGLIATA:   “I leoni di Sicilia. La saga dei Florio” di Stefania Auci (2019) Romanzo

Viaggio a Lanzarote

“Il piacere profondo, ineffabile, che è camminare in questi campi deserti e spazzati dal vento, risalire un pendio difficile e guardare dall’alto il paesaggio nero, scorticato”

Josè Saramago

PERIODO: Ottobre

DURATA  7 giorni

A Lanzarote, ci siamo capitati quasi per caso poiché, cercavamo un posto di mare dove soggiornare nel mese di Ottobre ma, non troppo lontano dall’Italia. Non potevamo scegliere di meglio! Lanzarote è meno lussureggiante delle altre isole dell’arcipelago ma, sebbene più arida, riserva una natura incontaminata e colori, così decisi e intensi, che creano, con i loro contrasti, dei magnifici scorci; per non parlare dei suggestivi tramonti… Abbiamo affittato un’auto all’aeroporto per spostarci autonomamente sull’isola, mentre abbiamo prenotato l’albergo nella zona a sud dell’Isola, che è più tranquilla rispetto a Puerto del Carmen o a Arrecife; avevamo bisogno di riposo e abbiamo preferito una località meno mondana!

2° GIORNO -3°GIORNO

I primi due giorni della settimana li abbiamo dedicati al relax sulla spiaggia di Playa Blanca. Playa Blanca è un villaggio molto carino e la sua spiaggia è il vero fiore all’occhiello poiché, è riparata dal vento, spaziosa ed attrezzata; il mare è pulito e cristallino ma questo caratterizza tutta l’isola. Inoltre da Playa Blanca parte una bella passeggiata panoramica che porta fino a Marina de Rubicon, famosa per essere l’approdo di yacht e panfili e per i suoi negozi eleganti. Devo dire che è piacevole fare un giro serale per ammirare il porticciolo.

4° GIORNO

Gita al nord dell’Isola! Per spostarsi dal sud, al nord dell’isola, in auto, ci si mette circa un’ora; le strade sono ben asfaltate e si viaggia comodamente. La prima tappa è stata la Cueva de los Verdes, grotta molto vasta che è parte del tunnel vulcanico sotterraneo e sottomarino di Atlantide, lungo circa 8 Km, formatosi in seguito alla solidificazione della colata lavica per l’eruzione del vulcano “La Coruna”, circa 5000 anni fa. E’ un luogo unico al mondo e se volete visitarlo c’è una guida che vi accompagnerà, lungo un percorso molto affascinante e con qualche sorpresa finale!! Devo avvisarvi però che, ovviamente, il camminamento è disomogeneo quindi bisogna fare attenzione a dove si mettono i piedi e ogni tanto, ci si deve abbassare lungo il percorso. Terminata la visita, siamo andati subito a vedere Los Jameos del Agua, situato a pochi passi…i jameos sono buchi formatesi in seguito alla caduta del “tetto” del tunnel lavico precedentemente descritto; quando passa la luce crea uno spettacolo visivo sorprendente! Questa conformazione geologica ha inspirato l’artista locale César Manrique, a creare opere architettoniche, a partire proprio dalla natura; il Jameos de Agua è una commistione ben riuscita tra uomo e natura. C’è anche un ristorante se, ci si vuole fermare per pranzo, ma noi abbiamo ripreso la macchina e ci siamo avviati lungo la strada che costeggia il mare, fino ad arrivare ad Orzola, all’estremità dell’isola dove abbiamo mangiato un bel piatto di pesce in una trattoria. Dal porticciolo di questo paesino di pescatori, ci si può imbarcare per l’isoletta “La Graciosa”, poco lontano, ma io ho preferito evitare questa escursione visto, che soffro il mal di mare e ammirare l’isoletta dall’alto! Il punto perfetto è il Mirador del Rio, altra opera di César Manrique da cui non solo, si ammira “La Graciosa” ma anche il canale “Il Rio” e da qui, è visibile il contrasto tra il rosso della terra vulcanica e il blu dell’oceano! Lungo la strada in direzione del “Mirador del Rio” ci siamo fermati per una passeggiata post-pranzo molto caratteristica! Se parcheggiate nel paesino di Ye, nei pressi della chiesa, inizia il sentiero per la salita al vulcano La Coruna. Non è una camminata impegnativa ma è carino camminare tra i campi e salire per osservare il cratere da vicino (onestamente non ha niente di diverso dal Vesuvio, però può essere un’escursione interessante).
Come ultima tappa ,siamo andati sulla spiaggia di Famara, ad ammirare i salti dei surfisti tra le onde del mare! Attenzione al vento che qui è davvero forte!

5° GIORNO

Visita al parco naturale di Los Ajaches e alle sue meravigliose spiagge. E’ raggiungibile via terra o via mare…come vi ho già detto, preferisco la prima opzione e così ci siamo diretti in auto di prima mattina, pagando un biglietto di ingresso di tre euro (sono d’accordo a pagare una quota simbolica per preservare e mantenere pulito un sito turistico!).
Questo parco, situato a sud dell’isola, è costituito da molte spiagge e consiglio di visitarle tutte perché sono diverse tra loro anche se il mare è sempre magnifico; alcune sono più ventose, altre più turistiche… la mia preferita in assoluto è stata la spiaggia di Papagayo che, non a caso, è considerata una delle più belle di tutta l’isola! E’ riparata dal vento, non molto grande e non attrezzata, l’unico bar è in cima alla rupe (dove si mangia molto bene!). Penso che in alta stagione questa spiaggia si presa d’assalto, ma noi non abbiamo trovato molta gente e così ci siamo goduti a pieno questo paradiso!

6°GIORNO

Dedicato alla visita della parte a Sud dell’isola. Come prima cosa siamo andati a vedere le scogliere vulcaniche di Los Hervideros, poi poco più avanti il magico Charco de los Clicos, dove il verde delle sue acque contrasta con il nero della sabbia lavica e il blu del mare! Altro sito dove chi è appassionato di fotografia o di pittura può dare pieno sfogo alle sua creatività!
Successivamente siamo indietro per andare al parco naturale di Timanfaya ; una lunga strada che tira dritta in un paesaggio di terra nera e rossa, tra vulcani sparsi ovunque! Molto suggestivo! Ci è sembrato di essere arrivati sulla luna!!!! Ogni tanto si vede qualche fila di dromedari che trasportano turisti in giro…ma in generale è tutto disabitato! Potreste fare un po’ di coda per parcheggiare ma il centro è molto organizzato e ogni 10-15 minuti parte un pullman per visitare tutto il parco; l’unica pecca è che non si può scendere dal mezzo per qualche fotografia!!!
Al termine, uno spettacolo di geyser saluterà gli spettatori!
Saliti nuovamente a bordo della nostra macchina, ci siamo diretti verso Geria per vedere i particolarissimi vigneti di Lanzarote…Inoltre, abbiamo fatto un giro per le cantine e assaggiato i vini locali accompagnati da un bel pranzetto!
Sulla via del ritorno, ci siamo fermati a Tias per visitare la casa-museo del premio Nobel Saramago. Non avevo mai letto un libro di questo autore ma, viste le ottime recensioni su Tripadvisor, mi sono convinta a visitare questo museo…ed è stato davvero interessante! Oltre a conoscere questo scrittore, di cui ho poi letto due libri, ho scoperto un grande uomo, molto umile nonostante fosse una celebrità.
Consiglio la visita, ma attenzione, l’ultimo ingresso è alle 13,30! Noi siamo stati fortunati perché quel giorno tenevano aperto anche al pomeriggio, ma è stata un’eccezione.
Tornati a Playa Blanca ci siamo concessi ancora un bagno e relax!

Visto che abbiamo citato questo autore, consiglio la lettura di Cecità(1995); lettura impegnativa ed angosciante ma che fa riflettere il lettore sulla condizione in cui viviamo o potremmo trovarci a vivere. Senza dubbio un capolavoro della letteratura.

7° GIORNO

Abbiamo salutato, solo con un “arrivederci” questa splendida isola che nasconde paesaggi incredibili e una natura dai colori spettacolari, ancora protetta dalla modernità dell’uomo!

LETTURA CONSIGLIATA:    “Quaderni di Lanzarote” di José Saramago (2010) Romanzo

Viaggio a Firenze

Ero giunto a quel livello di emozione dove si incontrano le sensazioni celesti date dalle arti ed i sentimenti appassionati.

Stendhal

PERIODO: Agosto. Non è il periodo migliore…molto caldo e umido ma avevamo solo quei giorni liberi e quindi ci siamo accontentati!

DURATA: 5 giorni

Firenze è davvero una città particolare, dove tutta l’arte ha raggiunto il massimo della sua magnificenza. Stendhal ne rimase così colpito da dare il nome ad una vera e proprio “sindrome”. Questa città è l’immagine del Rinascimento ma, fu importante anche nei secoli precedenti e successivi; è stata la patria di figure fondamentali nella Storia Italiana a partire dalla politica con la famiglia Medici, Macchiavelli o Savonarola, passando per artisti famosi come Brunelleschi, Leonardo da Vinci, Botticelli e Donatello fino ad arrivare a poeti e scrittori, il più famoso dei quali, è senza dubbio Dante Alighieri. Insomma, Firenze è la culla della cultura e girovagando tra le sue vie, lo si percepisce immediatamente. E’molto meglio arrivare in treno poichè, il centro è piccolo, si gira facilmente a piedi mentre il parcheggio è introvabile! Le mete da visitare sono molte perciò, bisogna soggiornare almeno cinque giorni, per avere la possibilità di conoscerla anche solo superficialmente.

Cattedrale di Santa Maria del Fiore

1° GIORNO 

Cattedrale Santa Maria del Fiore, Campanile di Giotto, Battistero e Cupola del Brunelleschi.
Due cose da sapere: biglietto unico e coda moltooo lunga però MERITA assolutamente la visita!
“E quando siete a Firenze, davanti al campanile di Santa Maria del Fiore, voi potete vedere la prova dell’unione delle arti…” (John Ruskin). Non riesco a descriverla in altro modo…un’esplosione di bellezza! Dopo questa visita potete recarvi alla Galleria dell’Accademia a Firenze.
Qui potete ammirare varie opere di Michelangelo, Giambologna, ma senza dubbio la “star” del museo è il David di Michelangelo. Pensate che ero molto stanca e non avevo molta voglia di visitare questo museo; in fondo la copia del David avrei potuto vederla in piazza della Signoria. Ma devo dire che non è la stessa cosa; è così imponente e perfetto nelle proporzioni che, rende molto di più. Forse perché l’imponenza, nella piazza si perde un po’. Terminata la visita, ormai stanchi potete passare davanti all’ Ospedale degli Innocenti, progettato da Brunelleschi ma presenta anche i tondi in terracotta di Andrea della Robbia. E’ un museo che raccoglie sia la storia dell’edificio che è stato da sempre un centro per l’accoglienza degli orfani sia la galleria d’arte.

2° GIORNO

Questa giornata si svolge perlopiù all’aperto, per cui, consiglio questo itinerario, se c’è una bella giornata soleggiata. Attraversando Ponte vecchio, uno dei simboli di Firenze, si può immaginare come fossero le botteghe degli orefici nel Medioevo; ancora oggi sono presenti diverse gioiellerie ma, consiglio un giro serale per godere della giusta atmosfera, rovinata durante il giorno dallo stuolo di turisti. Ormai arrivati dall’altra parte del fiume Arno si va a visitare il Palazzo Pitti e Giardino di Boboli. Devo ammettere che la visita al palazzo non mi ha entusiasmato; ci sono molte sezioni all’interno: le sale adibite ad appartamenti reali, la Galleria Palatina, il museo dei costumi, la galleria d’arte moderna e il tesoro dei granduchi.
l giardino di Boboli invece, l’ho trovato curato e suggestivo; è abbastanza esteso, ricorda i giardini delle grandi dimore reali europee come Versailles, Schonbrunn o Caserta. Dato il periodo afoso, passeggiare all’ombra è stato un vero piacere, consiglio di prendervi del tempo per camminare e esplorarlo tutto! Si continua andando alla
Cappella Brancacci, che noi non siamo riusciti a visitare ma, sui libri, ho visto molte volte gli affreschi presenti ed essendo uno dei simboli della città, avrei voluto entrare.
La prossima volta che torneremo a Firenze sarà una delle prime cose che andrò a visitare. Terminiamo la giornata, prendendo il pullman di linea (Linea: 13) in direzione del Piazzale Michelangelo,cioè la terrazza panoramica più famosa della città . Al tramonto c’è sicuramente più gente ma la cupola del Brunelleschi che si staglia su un cielo color giallo-arancio conquista!

3° GIORNO

Giornata dedicata a due “must” della città:
Museo degli Uffizi
Non ha bisogno di presentazioni ma, consiglio la prenotazione online in modo da ridurre i tempi di ingresso. Sebbene avessimo scelto di visitarla la mattina presto, le sale erano comunque affollate e in alcune, bisogna farsi largo aspettando pazientemente il proprio turno. Raccomando l’audioguida che è ben strutturata perché le spiegazioni erano brevi ma esaurienti. Dopo la visita a questo museo ci si sente veramente impregnati di arte e quasi confusi quindi, consiglio di trovarsi una trattoria e mangiarsi una bella fiorentina con patate!
La Basilica di Santa Croce
Dopo un lauto pasto, non c’è niente di meglio che la visita ad un complesso monumentale molto importante come quello di Santa Croce dove sono sepolti grandi figure come Galileo Galilei, Michelangelo o Dante Alighieri.
Ma non c’è solo questo, si possono ammirare anche le opere di Donatello, Cimabue e Giotto e la cappella dei Pazzi di Brunelleschi. Anche questa è una visita impegnativa ma all’uscita potete ristorarvi in qualche locale della piazza antistante la Basilica.

4° GIORNO

Palazzo Vecchio è uno dei luoghi che mi è piaciuto di più; non è un vero e proprio museo ma, visitando le sale, si percepisce l’importanza del palazzo. I cortili sono riccamente decorati e lasciano a bocca aperta, ma il Salone dei Cinquecento è un capolavoro; ricordatevi di attendere il vostro turno per visitare lo studiolo di Francesco I: è una vera chicca! Merita anche salire sulla torre del palazzo vecchio; è vero, che si è già saliti sulla Torre di Giotto e sulla Cupola ma, è una bella sensazione quella di trovarsi sopra i tetti di Firenze! L’audioguida qui può essere utile se si è interessati a conoscere i vari usi delle diverse stanze ma non è fondamentale, si possono ammirare gli affreschi e l’arredamento anche senza spiegazione. Anche in questo caso, consiglio di prenotare l’ingresso online. Successivamente se avete voglia, si può entrare nella Chiesa di Santa Maria Novella, altro simbolo di Firenze; non è ricca quanto Santa Croce o il Duomo ma anche questa Chiesa racchiude opere d’arte. E’ più semplice, ma io l’ho trovata più indicata come luogo di preghiera rispetto alle prime due che sono dei veri e propri musei.

5°GIORNO

Metà della giornata può essere dedicata:

  • Chiesa di San Lorenzo e tombe medicee
  • Il museo della Specola: se si è interessati agli studi di Medicina. Infatti è presente un’interessante collezione di cere anatomiche.
  • Casa Museo di Dante

MANGIARE A FIRENZE

Firenze è un gioiello artistico ma si mangia anche molto bene! Il centro pullula di trattorie dove assaggiare qualche piatto della tradizione come una bella Fiorentina con patate! A pranzo ci si può fermare in una delle paninoteche tradizionali per l’assaggio di ottime specialità!

LETTURE CONSIGLIATE:     “Camera con vista” di Edward Morgan Forster (1908) Romanzo “Inferno” di Dan Brown (2013) Romanzo