Sandro Veronesi (2019) Romanzo
Voto: (3,5 / 5)
Marco Carrera, protagonista del romanzo, è un oculista che passa la sua vita a rimettere insieme i cocci dopo che qualsiasi imprevisto o avversità colpiscono lui o la sua famiglia. E’ un lavoro a tempo pieno perché la vita di Marco è costellata da disgrazie e sfortune (fin troppe!). Il protagonista sarà inevitabilmente segnato da alcuni eventi, ma sarà sempre in grado di rialzarsi e riportare il tutto alla normalità. Per questo, la sua amica lo definisce un colibrì.
“Tu sei un colibrì perché come il colibrì metti tutta la tua energia nel restare fermo. Settanta battiti d’ali al secondo per rimanere dove già sei. Sei formidabile, in questo. Riesci a fermarti nel mondo e nel tempo, riesci fermare il mondo e il tempo intorno a te, certe volte riesci addirittura anche a risalirlo, il tempo, e a ritrovare quello perduto, così come il colibrì è capace di volare all’indietro.”
In questo romanzo si toccano tutte le fasi di una vita: dalla spensieratezza dell’adolescenza fino all’accettazione della morte; quest’ultima, è un tema che ritorna molto spesso durante la narrazione e l’autore, cerca di descrivere e analizzare, il ventaglio di emozioni che emergono in seguito a questo triste evento. Il vero fulcro del romanzo è la famiglia; Marco cercherà in tutti i modi di creare una famiglia “perfetta” e a “mantenere in vita” quella passata, attraverso il restauro di cimeli di famiglia e il ricordo degli anni dell’infanzia .

Ho letto recensioni poco entusiaste riguardo a questo libro ma l’ho acquistato ugualmente poiché è stato il vincitore del premio Strega. L’ho trovata una lettura piacevole sia per lo stile colloquiale, che per le diverse forme di scrittura: dalle mail, alle lettere, dalla messaggistica istantanea agli elenchi. Mentre i primi capitoli li ho trovati poco coinvolgenti, il capitolo finale mi ha particolarmente colpita; infatti, è evidente l’intento da parte dell’autore, di spingere il lettore a riflettere su un tema attuale e controverso che ancora divide la società.
Come ho letto in qualche recensione, questo libro è un inno alla resistenza e aggiungerei anche alla resilienza. Personalmente, avrei assegnato il premio Strega a Marta Barone sia per la trama, che per l’argomento trattato ma, in ogni caso, questo racconto è coinvolgente anche solo per capire quale sia la sorte di questo sventurato personaggio!