La città sommersa

Marta Barone (2020)                       Biografia

Voto: 4 out of 5 stars (4 / 5)

” Avrei voluto che questa storia me la raccontasse lui. Avrei voluto avere il tempo di sentirla. Ma in un certo senso sono consapevole che il libro esiste perché non c’è più l’uomo”

Il libro racchiude molteplici storie; la prima, quella più importante, relativa alla gioventù del padre dell’autrice, Leonardo Barone, ricostruita tramite interviste ad amici e colleghi dell’epoca. Perché la vita di L.B, come viene denominato durante il racconto, non è stata una vita piatta e noiosa anzi, al contrario, egli ha attraversato l’epoca a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta, vivendone in prima persona i cambiamenti che si stavano compiendo; durante la narrazione, ne viene indagato anche l’aspetto più intimo, portando alla luce il pensiero che lo guidò a determinate scelte. Marta Barone prende spunto proprio dalla vita del padre per darci un spaccato più ampio di questo periodo storico, soprattutto sullo strappo sociale, costituito non solo dalle lotte e dagli scioperi ma anche, dalla nascita di vari movimenti giovanili. Torino fa da sfondo alla vicenda; per chi conosce la città, è ancora più interessante scoprire come certe zone, oggi assolutamente “anonime”, possano essere stati luoghi importanti per la trasformazione del centro urbano così legato alla “Fabbrica”.

L’autrice, descrive gli eventi in maniera precisa, ma senza dilungarsi troppo ed evitando di esprimere giudizi; il testo riporta i fatti come le sono stati raccontati durante le diverse interviste e come sono scritti nei documenti che ha analizzato. Procedendo con la lettura, si capisce il duro lavoro di studio e di ricerca che sta dietro a questo libro ed inoltre, emerge la paura e la sofferenza nello scoprire poco a poco le vicende legate alla figura del protagonista. Difatti, l’autrice non ha mai avuto un buon rapporto con il padre, ha sempre percepito che ci fosse qualcosa che le venisse nascosto e non le permettesse di creare un legame autentico. La morte di quest’ultimo, ha scatenato in lei emozioni contrastanti, che l’hanno spinta prima a decidere di contattare amici e colleghi di gioventù per conoscere la vera storia e poi a trasformare il materiale raccolto in un libro. In alcuni paragrafi, si coglie questa difficoltà ad accettare ed elaborare la figura di L.B come padre e non come semplice protagonista di un romanzo.

La narrazione è fluida, sebbene i dialoghi siano esigui e gli episodi raccontati siano molti; alcuni di essi, avrebbero potuto appesantire molto il testo e renderlo addirittura di difficile comprensione, dato il tema affrontato, invece, l’autrice è riuscita a rendere il tutto con una scrittura chiara ed agile. Ho apprezzato molto come sia riuscita a coniugare la parte “privata” con la parte “storica” senza esprimere giudizi e come si sia messa in gioco in prima persona affrontando le sue paure. Inoltre, secondo me è notevole che una ragazza così giovane abbia scelto per il suo primo libro, un tema storico ancora recente e scottante, di cui si continua a dibattere creando contrasti e critiche.

Il libro è tra i dieci finalisti per il premio Strega 2020. Ringrazio la mia amica Lellepod per avermi consigliato questa lettura!

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