Molto forte, incredibilmente vicino

Jonathan Safran Foer (2005)     Romanzo

Voto: 4.5 out of 5 stars (4,5 / 5)

La storia narrata è attuale e triste; il protagonista è Oskar Schell, bambino newyorkese rimasto orfano di padre, dopo l’attentato terroristico dell’11 settembre 2001. Oskar, sebbene sia un bambino coscienzioso e curioso, non riesce a introiettare il lutto e cerca continuamente una motivazione razionale a quello che è successo, attraverso monologhi e domande esistenziali. La trama si incentra sul ritrovamento di una chiave misteriosa nell’armadio del padre, a cui Oskar, cercherà di dare una spiegazione, vagando per la metropoli in cerca del proprietario, un certo “Black”. La narrazione però, è caratterizzata da altri filoni importanti per il significato intrinseco del romanzo, come, l’incontro dei nonni paterni nei primi anni Cinquanta o il bombardamento di Dresda durante la Seconda Guerra mondiale. Inizialmente, ogni capitolo sembra raccontare una storia a sé, dov’ è molto difficile capire chi sia il protagonista e come l’episodio possa legarsi alle vicende di Oskar ma, durante la lettura, tutti i pezzi vanno al proprio posto!

“Molto forte, incredibilmente vicino” non tratta solo della difficoltà di superare un lutto ma, descrive molteplici e poliedriche relazioni umane, attraverso emozioni e sentimenti intensi e a tratti, disperati; qualche esempio possiamo trovarlo quando si parla dello stretto legame tra Oskar e il padre oppure, del rapporto tra la nonna e il nipote, basato su una solidarietà e aiuto reciproco, o dell’impossibilità per due persone di creare un futuro insieme, poiché non riescono a superare i traumi vissuti in gioventù. E’ proprio questo, insieme alla tipologia di scrittura, che rendono il libro un piccolo capolavoro della letteratura.

Infatti, il romanzo mi ha conquistata poco alla volta…all’inizio, pensavo addirittura di non terminarlo, visto la particolarità della scrittura e la confusione delle vicende raccontate. Non capivo nulla, mi sembrava non ci fosse né un capo né una coda ed inoltre, i monologhi e le domande serrate di Oskar non aiutavano la comprensione. COME MI SBAGLIAVO!!! Dopo essermi abituata al testo, la trama pian piano ha preso forma e la lettura è diventata fluida e coinvolgente.

Dal libro hanno tratto anche un film; non l’ho ancora visto ma spero davvero che il regista abbia messo in luce le emozioni che vengono così ben descritte da Jonathan Safran Foer.

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