Viaggio in Perù

PERIODO: Aprile

DURATA: 14 giorni e 14 notti.

Andare in Perù era il mio sogno fin da bambina, quando la maestra ci raccontava di Machu Picchu…così misterioso, nascosto nella la foresta tropicale peruviana! Ed è proprio così! Ma il Perù non è solo Machu Picchu …è un paese ricco di bellezze artistiche come Cuzco ed Arequipa ma anche la natura ha un ruolo predominante. Ho potuto navigare sull’oceano Pacifico, raggiungendo le isole Ballestas e la sua ricca fauna composta da foche, pinguini e tanti tanti volatili, risalire verso praterie sconfinate, situate alle pendici delle cime andine, osservando lama, alpache e vigogne, raggiungere il più alto lago navigabile al mondo e infine, arrivare alla foresta amazzonica! Una varietà di scorci e paesaggi in cui, la natura è l’assoluta protagonista e in cui, il visitatore non può che contemplare, attonito, tanta maestosità. Un altro aspetto che cerco sempre di conoscere durante il viaggio, sono gli usi e i costumi della popolazione che abita la regione. La cultura peruviana oltre che essere millenaria, è ancora molto legata alla Pacha Mama e più in generale alle tradizioni passate. E’ caratteristico visitare i mercati dove, la frutta e la verdura esposti colorano le bancarelle oppure i villaggi dove, la gente ti accoglie con disponibilità e cortesia ancora autentiche e genuine. A parer mio, le signore sedute al mercato, con i visi scottati dal sole e sorrisi contagiosi ben rappresentano i costumi locali.

Prima di scrivervi nel dettaglio il viaggio che abbiamo intrapreso, volevo avvisarvi di tre cose; la prima è il consiglio di assumere fermenti lattici e continuare durante tutto il viaggio. Bisogna evitare di mangiare cibo proveniente dai banchetti del mercato, sbucciare sempre la buonissima frutta tropicale e bere l’acqua in bottiglia (anche per lavarsi i denti). Come già scritto per il viaggio in Uzbekistan, non è dovuto alla sporcizia ma, alla differenze della flora intestinale delle popolazioni nel mondo; noi abbiamo un’alimentazione del tutto diversa per cui dobbiamo avere qualche precauzione, per non incorrere in una terribile gastroenterite acuta! La seconda cosa, riguarda l’escursione alle linee di Nazca. Premesso che è sensazionale sorvolare il deserto con un aeroplano, per ammirare dall’alto questo sito così particolare, bisogna avvisarvi che, se soffrite di mal di mare o avete problemi di labirintiti ricorrenti forse, non è il caso di effettuare questa escursione. Io soffro di mal di mare ma non ho mai sofferto l’aereo, anche velivoli molto piccoli non mi hanno mai dato fastidio: a Nazca sono stata veramente male. Il volo è durato mezz’ora scarsa ma, il pilota per migliorare la visibilità, muove la cloche a dx e sn e l’aeroplano vira molto repentinamente da una parte all’altra. Non fraintendetemi, sebbene abbia vomitato praticamente tutto il viaggio e sia stata un’ora e mezza in infermeria per riprendermi, (con l’infermiera che era assolutamente tranquilla visto che è una situazione molto frequente) mi è piaciuto molto, poiché nonostante tutto ho adocchiato dal finestrino le varie figure. Però, mi sembra giusto avvisare i viaggiatori!!! La terza cosa di cui volevo parlare, è l’altitudine; consiglio per le persone “più adulte” o chi ha patologie croniche, di chiedere al proprio medico di famiglia un consulto per il viaggio, visto che altitudine può essere un fattore di rischio per esempio per i cardiopatici. Detto ciò, anche i giovani possono patire il cosiddetto “mal d’altura” per cui, bisogna seguire attentamente le indicazioni delle guide che, forniscono consigli davvero preziosi!

1° GIORNO: Partenza

Partenza da Milano Malpensa per Madrid e poi coincidenza con volo Madrid-Lima. Arrivo in serata a Lima. Un po’ sballottati siamo andati subito a letto dopo aver sgranocchiato qualcosa.

2° GIORNO: Lima

Ci siamo recati di prima mattina verso il centro storico di Lima e precisamente a Plaza de Armas (ne troverete una in tutte le città del Perù!) con la Cattedrale e il Palazzo del Governo. Successivamente, abbiamo visitato il vicino Monastero di San Francesco che mi è piaciuto molto, soprattutto la parte sotterranea: un po’ grottesca ma particolare. Girando per il centro storico si possono osservare i bellissimi edifici coloniali con i famosi balconi. E’ molto importante fare attenzione a rimanere sempre in zone frequentate; Lima è una città abbastanza pericolosa e alcuni quartieri sono off-limits, per cui, vi consiglio vivamente di assumere una guida locale. E’ l’unica città in Perù in cui abbiamo avuto qualche accortezza perché, nei centri più piccoli, non c’è alcun problema. Nel pomeriggio ci siamo recati al Museo Larco, dove abbiamo ammirato i pochi reperti di epoca pre-incaici rimasti in Perù; sono davvero interessanti gli artefatti in oro ed argento e merita una visita anche il giardino ricco di Bouganville! Inoltre, si può visitare il quartiere di Miraflores, moderno dato l’elevato numero di grattacieli che si affaccia su un lungomare famoso per ristoranti di alta cucina.

3° GIORNO: Viaggio in pullman verso Paracas

Giornata di viaggio ma comunque interessante perché abbiamo scorto dal finestrino innanzitutto la periferia di Lima, caratterizzata, purtroppo, da numerose favelas e poi, percorrendo “Panamericana Sud”, abbiamo costeggiato la Costa del Pacifico.

4° GIORNO: Isole Ballestas e Nazca

La mattina, dopo una passeggiata in riva all’oceano ci siamo imbarcati e ci siamo diretti verso l’arcipelago delle isole Ballestas, piccola oasi abitata da foche, pinguini di Humboldt, leoni marini e tante varietà di volatili; un ecosistema multiforme creatosi per la presenza di molto pesce e plancton trasportato dalla corrente di Humboldt. Non si attracca sull’isola perché è vietato ma, è sorprendente riuscire ad osservare gli animali nel proprio habitat, così a stretto contatto. Se patite i profumi intensi, portatevi un fazzoletto profumato perché, l’odore del guano non è proprio dei migliori! Lungo la navigazione, abbiamo fatto tappa per osservare dal mare il famoso “candelabro o cactus”, (a seconda delle interpretazioni) tracciato sul fianco di una collina sabbiosa; un antipasto di quello che avremmo visto nel pomeriggio.
Nel pomeriggio ci siamo diretti a Nazca per l’escursione alle famose linee disegnate nel deserto. Queste tracce risalgono al periodo pre-incaico e sono figure stilizzate, raffiguranti animali o altri oggetti realizzate, spostando le pietre contenenti ossidi di ferro, dalla superficie del deserto; in questo modo, hanno creato un contrasto cromatico con il pietrisco sottostante, di colore più chiaro. Questo sito, è considerato uno tra i misteri più affascinanti al mondo, perchè i disegni si possono scorgere solo dall’alto! Come hanno fatto popolazioni vissute nel II secolo d.C ad ideare e realizzare tutto ciò? Considerate che, non sono solo abbozzi di figure ma, disegni veri e propri: il ragno è rappresentato anche con l’organo genitale maschile, normalmente microscopico! Insomma, vale la pena fare una sosta nel deserto di Nazca ma, vi rimando a ciò che ho scritto nell’introduzione, sebbene sia un’esperienza indimenticabile, valutate bene se salire sul piccolo aeroplano e iniziare l’avventura!

5° GIORNO: Viaggio in pullman verso Arequipa

Tutta la giornata è spesa viaggiando in pullman verso Arequipa. Otto ore di viaggio ma comunque ci si consola ammirando splendidi paesaggi: prima le scogliere a picco sull’oceano (strada spettacolare ma si spera nella bravura dell’autista dato che è stretta e molto trafficata!) poi, si comincia a salire verso l’interno. In realtà non ce ne si rende conto, perché il tragitto non è caratterizzato da tornanti o strade strette come le nostre in Italia. Durante una sosta abbiamo ammirato in lontananza un vulcano attivo con una colonna di fumo che saliva al cielo, per noi può sembrare strano ma in Perù è un fenomeno normale!

6° GIORNO: Arequipa

Intera giornata dedicata alla visita della “Ciudad Blanca”, dal colore della pietra con la quale sono stati costruiti gli edifici; il suo centro storico è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 2000. Ci siamo recati in diverse chiese come la Cattedrale, costruita in stile neoclassico utilizzando una pietra vulcanica denominata “Sillar”, il Complesso della Compagnia, eretto dai Gesuiti per abitazione e luogo di culto ed infine, la Chiesa di Santo Domingo. Consiglio vivamente la visita al Convento di Santa Catalina, un gioiello unico, una città nella città composto da chiese, chiostri, piazzette, edifici colorati che conservano intatto il fascino del XVI secolo. Nel pomeriggio siamo andati al Santuarios Andinos per ammirare la famosa mummia Juanita; in realtà noi abbiamo visto l’altra mummia Sarita ma la storia è molto simile. Una ragazza inca, vergine, sacrificata a più di 6.300 m di altitudine, per acquisire la benevolenza degli dei. Nel museo sono presenti tutti gli artefatti ritrovati insieme alla mummia che, raccontano usi e costumi di questo popolo antico. Nonostante l’altitudine (2.335 m), non abbiamo avuto alcun sintomo per cui, la sera, ci siamo concessi una passeggiata, con un assaggio del Pisco. Arequipa, al contrario della capitale, è molto tranquilla e non c’è alcun problema di sicurezza.

7° GIORNO: Viaggio in pullman verso Canyon del Colca e Chivay

Si parte per il Canyon del Colca! Anche questa giornata è stata caratterizzata dal viaggio in pullman ma il paesaggio dal finestrino ci ha ricompensati pienamente. Lungo il tragitto abbiamo ammirato praterie immense, qua e là costellate da greggi di alpache e gruppi di vigogne e sopra le nostre teste un il un meraviglioso cielo che sembrava toccare l’erba talmente era basso. Inoltre, abbiamo fatto una sosta presso un punto di ristoro tipico dove, si preparava un’ottima tisana di mate de coca. Per il mate de coca bisognerebbe aprire un capitolo a parte ma, cercherò di spiegarlo in poche righe; è una tra le bevande tipiche peruviane: un’infusione di foglie di coca. Avete capito bene! le foglie sono le stesse che sono utilizzate per produrre la cocaina ma, preparate come infuso, perdono gran parte degli alcaloidi che sono i veri stimolanti, facendo diventare il decotto solo lievemente eccitante (simile a tè e caffè). Questo infuso è consigliato per combattere i sintomi indotti dall’altitudine ma, in realtà, la vera precauzione che si deve utilizzare è quella di bere molto, in modo da compensare lo sbilancio elettrolitico che si può creare all’interno del nostro organismo. Tornando al viaggio, il momento più importante della giornata è stato il raggiungimento dell’altezza dei 4910 mt dove, scesi dal pullman, un po’ scombussolati (l’altezza si fa sentire!), sotto qualche fiocco di neve, abbiamo fatto la classica foto con lo sperone di roccia che ne indicava il traguardo! Sembrava di essere sulla luna…all’orizzonte si intravedevano cime innevate ancora più alte. Che giornata! Mi restano nella mente immagini di natura incontaminata e selvaggia dove l’uomo è ancora una figura marginale…e speriamo si mantenga così!
All’arrivo ci siamo trovati in un hotel spettacolare, immerso nella natura, in fondo al canyon dove ci siamo concessi un bagno all’aperto nelle fonti termali. Super rilassante!

8° GIORNO: Canyon del Colca e Chivay

Appena svegli e pimpanti, ci siamo recati alla “Cruz del Condor”, il miglior luogo per ammirare il Canyon del Colca, uno dei più profondi al mondo. Siamo stati fortunati e abbiamo potuto osservare imponenti condor che risalivano lungo le pareti del canyon utilizzando la corrente ascensionale di aria calda. Non pensavo davvero di vederne così tanti e così da vicino! Successivamente, abbiamo visitato la piccola ma caratteristica cittadina di Chivay con la sua chiesetta colorata e il suo mercato. Il mercato di Chivay è forse il più tipico tra tutti quelli dove siamo stati; non è così turistico come altri e le signore del posto vestono tutte abiti tradizionali. In seguito, siamo partiti alla volta di Puno; abbiamo scavallato di nuovo il passo dei 4910 e in 5 ore siamo arrivati a Puno, cittadina non troppo bella (bisogna dirlo) sul lago Titicaca, il lago navigabile più alto al mondo, (ca 3810 mt sul livello del mare).
Alcuni compagni di viaggio, in questa tappa, hanno avuto qualche lieve sintomo dovuto all’altitudine ma poi regrediti in serata. Bisogna muoversi piano, senza fretta, anche perché, diversamente, l’affanno è dietro l’angolo!

9° GIORNO: Lago Titicaca e Puno

Ci siamo diretti con una barca alle isole Uros che punteggiano il lago; queste sono piccole e galleggianti poiché sono create come luogo di abitazione dalla popolazione locale, appunto gli Uros, con terra e “tatoro” cioè il bambù che cresce sulle sponde del Titicaca. Ogni isolotto è abitato da 3 a 10 famiglie, imparentate tra loro e quando c’è un litigio o non si va più d’accordo, nessun problema…si taglia il terreno con una grossa sega, creando due aree separate! Nel pomeriggio, dovevamo recarci in un’isola più grande, quella di Taquile, ma purtroppo è sopraggiunta la pioggia, per cui abbiamo visitato alcuni paesini nelle vicinanze di Puno grazie alla quale, ci siamo resi conto della vita reale nelle campagne dove le strade, spesso non sono asfaltate e le case non sono terminate.

10° GIORNO: Verso Cuzco

Siamo saliti a bordo del pullman in direzione di Cuzco; da questo punto in poi abbiamo cominciato ad entrare in contatto con la cultura inca.
Innanzitutto, ci siamo recati al Parco Archeologico di Raqchi, centro religioso cardine per conoscere le tradizioni inca poiché, era dedicato al Dio Superiore, considerato il vero creatore del mondo. Il tempio di Viracocha, svetta ancora maestoso, con le colonne ben conservate e lascia intuire lo splendore narrato negli scritti che ci sono pervenuti.Successivamente, abbiamo fatto un’altra sosta per visitare due piccole chiesette: San Pedro di Andahuaylillas e San Juan Bautista de Huaro. Entrambi i santuari, edificati dai Gesuiti, esternamente presentano semplici facciate, quasi anonime, mentre l’interno, lascia il visitatore sbalordito; è impressionante, infatti, la quantità di affreschi che ricoprono le pareti e il tetto, caratterizzati da modelli geometrici e motivi floreali che seguono i canoni dello stile “Barocco Andino”. In San Juan de Huaro, è possibile ammirare un affresco grandioso e grottesco sul giudizio universale in cui, con gran dovizia di particolari, si rappresentano varie torture medievali inflitte ai peccatori ma anche, come salgono al paradiso i più meritevoli.

11° GIORNO: Valle Sacra, Chinchero e Aguas Calientes.

In questa giornata ci siamo immersi a pieno nella storia della popolazione Inca. Ci siamo recati nella valle sacra dove ci siamo fermati a Cinchero e a Pisac; mi sono piaciute ma, le ho trovate troppo turistiche. Successivamente, ci siamo diretti alle saline di Maras; ero veramente curiosa di ammirare questo luogo e non mi ha deluso! Al fondo delle pendici di una collina, si scorgono terrazzamenti costituiti da 3000 “piscine” bianche che assumono molteplici sfumature di colore a seconda dell’inclinazione e della luminosità dei raggi solari. Dopo pranzo, abbiamo visitato Moray e i suoi incredibili terrazzamenti circolari concentrici, che servivano per adattare le diverse specie di piante a differenti quote di altitudine; questo è un esempio di quanto il popolo inca fosse veramente molto abile nell’ingegneria e nell’agricoltura. Infine, siamo giunti ad Ollantaytambo dove abbiamo visitato l’imponente fortezza che proteggeva l’entrata alla Valle Sacra, ma era utilizzato anche come osservatorio astronomico per determinare gli equinozi e le date astronomiche. Inoltre, Ollantaytambo è un tipico esempio di un villaggio Inca che ha conservato nel tempo lo schema di strade e canali. Verso il tardo pomeriggio siamo saliti sul “Perù Express” per raggiungere Aguas Calientes, punto di partenza per Machu Picchu.

12° GIORNO: Machu Picchu.

Sveglia alle 4.00 per mettersi in coda (era già molto lunga)! Verso le 6.00 siamo saliti sul pulmino che ci ha portati in cima alla collina dove si trova l’ingresso. Infatti, il sito archeologico venne costruito nel punto più alto della montagna dal re inca Pachacútec e comprende terrazzamenti, case, templi, realizzati con grandi blocchi di pietre tutte incastrate tra loro senza l’utilizzo della malta. Di fronte a “Machu Picchu” (che significa vecchia montagna), è ubicato il “Huayna Picchu” (giovane montagna) una vetta raggiungibile a piedi con un’ora di camminata da cui si può godere di una vista spettacolare su tutta l’area. Noi non ci siamo andati perché ci hanno raccontato si un sentiero molto ripido e poco sicuro ma, abbiamo raggiunto la Puerta del Sol con una camminata di circa un’ora. Se per un attimo si dimenticano le centinaia di turisti che affollano l’area, è davvero affascinante ammirare, di prima mattina, il paesaggio che si presenta davanti al visitatore, quando si risale i terrazzamenti maya; all’inizio, le nuvole galleggiano a mezz’aria e c’è una lieve nebbiolina che offusca la città ma poi, pian piano, il sole si alza in cielo e illumina le strutture in pietra che risplendono tra il verde delle montagne! E’ una sensazione difficile da descrivere in poche righe ma è davvero un ricordo indimenticabile.

13° GIORNO: Cuzco e dintorni

Appena svegli, ci siamo recati nei dintorni di Cuzco ed esattamente a Sacsayhuamán, celebre per quella che potrebbe sembrare una maestosa fortezza ma, in verità, gli Inca erano una popolazione pacifica per cui si pensa fosse un sito per cerimonie religiose. Sull’origine di questo sito sono state avanzate le teorie più disparate per spiegare come la popolazione avesse potuto trasportare il materiale e soprattutto, come abbia fatto a tagliare massi così perfetti da incastrarsi uno sull’altro senza utilizzare i moderni strumenti da taglio, senza uso della malta. In realtà, questa particolarità è propria di tutti i siti inca a partire da quello di Ollantaytambo o Machu Picchu. A dieci minuti di cammino da questo luogo, si trova la statua del Cristo Blanco, situata all’apice di una collina, affacciata su Cusco, in modo da abbracciare tutta la città. In seguito, ci siamo recati ad un lanificio dove dopo aver dato un’occhiata, abbiamo comprato tipici maglioni colorati peruviani di lana di Alpaca! Sono un po’ più cari di quelli visti sulle varie bancarelle dei mercati ma, ne vale la pena poiché sono caldi, morbidi e si lavano a mano senza problemi. Nel pomeriggio, ci siamo persi tra le vie di Cusco; ho notato che questa città sebbene più grande delle altre, è più pulita e curata. Il centro storico, dichiarato Patrimonio dell’Unesco nel 1983, è caratterizzato da strade e case di varie epoche storiche, tutte ristrutturate con tetti costituiti da tegole rosse. Ovviamente, il centro nevralgico è Plaza des Armas, dove secondo la leggenda, si conficcò il bastone d’oro dell’Inca Manco Capac, indicando il luogo esatto dove fondare la città che sarebbe diventata la capitale dell’Impero. Sulla piazza, circondata da un lato da portici, si affacciano l’imponente cattedrale, con una grande scalinata e la chiesa riccamente decorata della Compañía de Jesús. Per accedere alla piazza, vi consiglio di attraversare il vicolo pedonale di Loreto, caratterizzato da muri inca su entrambi i lati. In realtà, la Cattedrale è costituita da tre chiese edificate in periodi diversi, assolutamente riconoscibili poiché vi è un intreccio di elementi in stile gotico, barocco e rinascimentale. Il primo nucleo, sorto sulle rovine del Palazzo del re Inca Viracocha, è l’Iglesia del Triunfo. A questa sono state annesse il Templo de la Sagrada Famiglia e la Basilica vera e propria che si trova al centro del complesso. Insomma è davvero un edificio maestoso, costruito utilizzando pietre del complesso di Sacsayhuamán e dei numerosi palazzi inca di Cuzco. Una tappa imprescindibile di questa città, è la visita del Qoricancha, tempio del sole per la popolazione Inca che poi venne trasformato dagli spagnoli, dopo che l’ebbero depredato di tutto l’oro e l’argento, nell’Iglesia di Santo Domingo. Di tutte le ricchezze della struttura non rimane più nulla ma, è interessante sapere che, dopo il devastante terremoto del 1950, sono crollate molte parti costruite in epoca coloniale mentre rimasero in piedi le strutture di origine inca, rivelando veri e propri tesori architettonici, prima nascosti. Vi consiglio di farvi un giretto serale per le viuzze di Cuzco; è assolutamente sicuro ed è interessante ammirare questa città anche la sera. Noi siamo incappati nella festa delle croci in cui diverse processioni attraversano la città accompagnate da balli tradizionali e falò.

14° GIORNO: Ritorno

Mi viene in mente un solo aggettivo per descrivere questo viaggio: indimenticabile. Il Perù ha molto da offrire a tutte le tipologie di viaggiatori proprio perché il suo territorio è eterogeneo. Questa nazione però si fa amare anche attraverso la popolazione, ospitale e disponibile o attraverso il cibo, date le numerose tipologie di materia prima. Per cui, quando i tempi saranno più propizi, mettetelo nella lista dei futuri viaggi…non ve ne pentirete!

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