Asimmetria

Lisa Halliday (2018)            Romanzo

Voto: 1 out of 5 stars (1 / 5)

Era da un po’ che volevo acquistare questo libro, visto le brillanti recensioni pubblicate. Devo ammettere che, la descrizione della quarta di copertina non mi aveva particolarmente colpita ma, sono stata spinta dai titoli entusiasti.

Pessima scelta.

Il romanzo è diviso in tre parti che, in realtà sono racconti diversi e sganciati l’uno dall’altro. Il primo capitolo narra dell’incontro tra una redattrice ventenne e uno scrittore sessantenne, premio Pulitzer per la letteratura; l’autrice descrive la vita quotidiana dei due, cercando di mettere in luce gli aspetti migliori di questa strana relazione, ma ne deriva solo una descrizione superficiale e alquanto noiosa! Il secondo capitolo invece, ha come protagonista un giovane economista americano di origine irachena, bloccato all’aeroporto londinese perché risulta un soggetto sospetto. Mentre attende che le autorità lo lascino entrare nel Regno Unito, ripercorre la sua infanzia e l’adolescenza, analizzando i rapporti familiari soprattutto, con il fratello maggiore. La trama è più coinvolgente della prima, anche se, l’autrice non approfondisce molti punti lasciando la storia incompiuta. La terza e ultima parte, è semplicemente un’intervista radiofonica allo scrittore co-protagonista del primo racconto.

Le storie risultano banali e monotone; le scene e i personaggi si ripetono, senza nessuna variazione o colpo di scena che possa animare la narrazione. Il filo conduttore tra le tre parti dovrebbe essere “L’Asimmetria” che, caratterizza le relazioni e la società odierna; per il primo racconto, corrisponde alla contrapposizione tra gioventù e vecchiaia mentre, per la seconda parte, è relativo alla mentalità occidentale rispetto a quella orientale. Per quanto riguarda la terza parte, non sono stata in grado di capirlo; probabilmente non ho le competenze letterarie per comprendere il vero significato concepito dall’autrice.

C’è però una cosa che mi è piaciuta molto nella struttura del romanzo e cioè, la scelta di cambiare il punto di vista della narrazione per ogni capitolo; mentre, la prima storia è raccontata in terza persona, nel secondo racconto, Lisa Halliday ha preferito presentare i fatti attraverso le parole dello stesso protagonista, in modo da coinvolgere maggiormente il lettore. Con questa modalità, viene sottolineata la difficoltà da parte del ragazzo, di trovarsi a mediare tra la mentalità occidentale, in cui è cresciuto e quella orientale, appartenente sue origini: l’asimmetria tra i due mondi.

Non so perché sia stato accolto così positivamente dalla critica internazionale…non sarà mica, perché il primo capitolo del libro si ispira alla relazione che Lisa Halliday, appena ventenne, ha avuto con il grande scrittore Philip Roth?!

Sarei curiosa di avere qualche feedback da voi lettori! Nel caso ve la sentiate…buona lettura!

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