Irène Némirovsky (2004) Romanzo
Voto: (4 / 5)
Recensione di Synkha
Consiglio questo libro che ho letto con passione…Un libro dalla scrittura delicata, appassionante, dolce, vitale che ricorda la strabiliante capacità compositiva di Isabel Allende, capace di rapire il lettore senza abbandonarlo fino alla fine del libro.
Ho scoperto che l’autrice, Irene Nemirowsky, fu una donna di buona famiglia ebraica e molto istruita, che venne deportata ad Auschwitz dove morì nel 1942. Il libro è postumo, pare incompiuto (manca un racconto). Tale dato mi fa apprezzare il libro ancora di più: esso non è frutto di fantasie o storie inventate, ma ogni dettaglio descritto fa parte di un attimo realmente e tristemente vissuto, ogni sciagura, ogni lacrima, ogni grido di dolore sono realmente esistiti e trasposti in personaggi sí inventati ma che appieno riflettono la trasformazione dell’umanità nel mostruoso inferno della guerra.
Il testo si compone di due libri indipendenti, ma accumunati dal periodo storico di ambientazione: il momento della Seconda Guerra Mondiale che vede l’invasione della Francia da parte dei Tedeschi. “Tempesta in giugno” , un ricco carosello di personaggi con cui si identificano viltà, codardia, paura, bieco egoismo, malvagità…gli aspetti peggiori dell’umanità sottoposta al pericolo e alla realtà della guerra. Leggendo le storie di questi personaggi in fuga dall’invasione tedesca viene inevitabilmente da chiedersi “e io…? Cosa avrei fatto?”, facendo sprofondare il lettore in un inevitabile faccia a faccia con i limiti animaleschi che si evidenziano in noi tutti al momento della sopravvivenza, quando regole, convenzioni, buon intelletto vengono meno per lasciare il posto alla disperazione.
“Dolce”, incentrato su un amore tra una vedova di guerra ed un soldato di tedesco, un amore soffocato, crudelmente ingiusto per il tempo della guerra, che divampa nonostante i limiti dei costumi. Una lettura più tenera del libro precedente, ma sconfortante per il forte background che accompagna ed impronta questa amorevole passione tra due persone inadatte per i tempi e per la storia.
Leggetelo, questo è uno di quei libri che vi dona qualcosa in modo prepotente e duro. Allo stesso modo in cui qualcosa entrò in me e non mi ha mai abbandonata quando feci un viaggio appositamente ai campi di concentramento di Birkenau-Auschwitz. Esperienze sofferte, ma che noi dobbiamo all’umanità, a chi ha sofferto ed è morto (e avremmo potuto essere noi), alla vita che abbiamo. Non posso che consigliarlo!