Giorgio Caponetti (2018) Biografia
Voto: (4 / 5)
La cosa strana è che proprio a Torino, molte persone, anche di buona cultura, non conoscono affatto Gualino. Tutt’al più, visto che ci sono Villa Gualino e Palazzo Gualino, pensano che sia un architetto.”

Con questa frase, nell’ultima pagina del libro, l’autore condivide con i lettori lo sconcerto e l’amarezza per l’assoluto oblio in cui è stato confinato Riccardo Gualino: “Il grande Gualino”. L’autore, lo definisce giustamente un “Gasby Italiano” ma, anche se può sembrare un’affermazione azzardata, a me ricorda, “Forrest Gump”. E’ vero, che le origini e il modo di vivere, risultano completamente diversi, ma entrambi, hanno accidentalmente vissuto eventi fondamentali del Novecento e ne hanno conosciuto le figure chiave. E’ quasi istintivo pensare che, se non fosse esistito, Gualino sarebbe stato un protagonista perfetto per un romanzo.
Il racconto è diviso in cinque capitoli, definiti “movimenti”, in cui si snodano le avventure del protagonista. Con lo scorrere delle pagine, si percorre tutta la Storia del Novecento: dalla Prima Guerra Mondiale, all’ascesa del Fascismo, dal Secondo Conflitto, fino al Dopoguerra e al “Boom” economico; inoltre, di quest’epoca, si raccontano gli usi e costumi, i diversi movimenti artistici e culturali ma soprattutto figure fondamentali e molto diverse tra loro, come: Giovanni Agnelli, Gabriele D’annunzio, Winston Churchill, Piero Gobetti, Felice Casorati, Coco Chanel, Solomon Guggenheim, Gino Levi Montalcini, Arnoldo Mondadori, Luchino Visconti, Orson Welles e tanti altri.
Nella prima parte, emerge l’incredibile intelligenza e lungimiranza di Gualino: “Abilissimo nel districarsi nel grande gioco, agiva sempre come un equilibrista sul filo del rasoio ma con un grande intuito e la genialità di un artista”. Gli si perdona qualche operazione finanziaria non proprio limpida e qualche scappatella extraconiugale, poiché si rimane conquistati dal suo ottimismo e dalla capacità di trovare una soluzione in situazioni critiche. AL contrario, nella seconda parte, soprattutto per le vicende storiche connesse, viene evidenziato il suo lato umano e il rapporto stretto con la moglie Cesarina, dalla quale non si separerà mai: “Le case sono solo involucri. L’Importante è il contenuto: cioè siamo noi e la nostra vita”.
Giorgio Caponetti ha preferito che alcuni episodi fossero raccontati direttamente dai personaggi mentre altri, fossero presentati in terza persona; in ogni caso, la narrazione è sempre fluida e la scrittura scorrevole. Si vivono le varie vicende in prima persona, come se si fosse delle piccole mosche sulla spalla del protagonista. Inoltre, sono stati inseriti stralci di lettere e documenti che l’autore ha potuto consultare, grazie alla disponibilità della famiglia Gualino e ciò aiuta il lettore a capire meglio i pensieri e la personalità di Riccardo e Cesarina.
Mi è piaciuta molto l’idea di un capitolo “post scriptum” in cui, si racconta, la situazione nel presente, cioè, cosa è rimasto di quel periodo d’oro e cosa è andato distrutto; infatti ì, durante la lettura, si ha il desiderio di visitare i luoghi e gli ambienti descritti così dettagliatamente nel romanzo. Riccardo e Cesarina mi hanno proprio conquistata, e consiglio la lettura anche a chi non è interessato alla storia, poiché la vicenda raccontata lo rende un bellissimo romanzo (anche se non lo è!).