Paolo Giordano (2008) Romanzo
Voto: (1 / 5)
Mi spiace ma, contrariamente a molti lettori e critici, a me questo libro non è piaciuto affatto; forse sono io a non aver capito il reale significato che ci sta dietro.

La storia tratta di due bambini, Alice e Mattia che diventano adolescenti e poi adulti portandosi un senso di colpa originatosi durante l’infanzia. Questo peso li rende fragili, spaventati ad intraprendere qualsiasi tipo di relazione con altre persone; ecco perché Mattia si definisce un “numero primo” e questa similitudine l’ho trovata veramente calzante! E’ un romanzo con una trama abbastanza semplice ma affronta diversi temi importanti per la nostra società, quali l’anoressia, il bullismo e l’omosessualità che però, sono trattati in modo rapido e superficiale, senza dare spazio a come questi influiscano sulle emozioni dei personaggi. Non mi è piaciuta l’idea che i due ragazzi continuino a vivere la loro esistenza in balia delle loro complicate problematiche, invece di affrontarle e risolverle; questo “accettare passivamente” tutte le conseguenze, causate dalla paura di confrontarsi con se stessi, oltre a non essere un buon esempio, fa sì che il finale sia vuoto ed irrisorio. La narrazione è scorrevole e fluida ma, i personaggi sono scarsamente tratteggiati e le vicende sono abbozzate giusto perché, il lettore “abbia un’idea” dei fatti accaduti. Alice e Mattia sono figure molto complesse e avrebbero meritato una descrizione più dettagliata, riguardo alle loro emozioni e soprattutto, alle motivazioni che li hanno portati a determinate scelte. Invece il tempo scorre troppo in fretta: più si va avanti con il racconto, e più le fasi della vita dei protagonisti sono solo accennate; tra un capitolo e l’altro ci si ritrova catapultati in situazioni inaspettate, conseguenti a decisioni non esposte al lettore: sembra manchino dei pezzi fondamentali per comprendere gli eventi.
In conclusione mi aspettavo molto di più, un libro che si potesse definire un classico moderno o meglio, un testo da cui trarre spunti di riflessione ma, così non è stato.