La scomparsa di Stephanie Mailer

Joel Dicker (2018)     Romanzo Giallo

Voto: 4 out of 5 stars (4 / 5)

Poliziesco ambientato ad Orphea, cittadina immaginaria negli Hamptons dove si alternano fatti avvenuti tra il 1994 e il 2004 durante il periodo estivo in cui si organizza il festival locale. L’intreccio è ben congeniato, rispetto ai soliti thriller, Joel Dicker, ci regala degli “espedienti” che mi sono piaciuti molto. Infatti racconta, attraverso vari personaggi più o meno importanti, di situazioni apparentemente sganciate una dall’altra, ma sul finale, ognuno di questi elementi, si inserirà come un perfetto tassello nel puzzle, regalando al lettore la soluzione del caso. Un altro “trucco” che rende il romanzo più avvincente, è la modalità della narrazione: ogni capitolo è raccontato in prima persona da uno dei personaggi, per cui il lettore entra nella storia, attraverso la descrizione diretta delle azioni e delle emozioni della persona che sta raccontando gli eventi. Inoltre, Joel Dicker si è divertito tramite molteplici colpi di scena, sparsi qua e là, ad ingannarci, suggerendoci soluzioni alternative assolutamente credibili, per cui fino alle ultime pagine non si sa chi sia il reale colpevole: tutti potrebbero esserlo perché ognuno nasconde un segreto, come in ogni buon giallo che si rispetti.

Si può dire che, in questo romanzo non ci sono dei veri e propri protagonisti: ci sono personaggi maggiori e minori ma, quello che descrive l’autore è il paese di provincia, con le sue regole e le sue convenzioni. Essendo per l’appunto un piccolo paese, tutti partecipano agli eventi e l’autore descrive molto bene questa coralità ma anche, ciascuno degli abitanti coinvolti: ognuno ha una piccola o grande parte nella trama.

E’ una lettura che può sembrare impegnativa, visto la mole del volume, invece risulta molto scorrevole sia per la trama avvincente che per la modalità di scrittura adoperata. L’alternanza delle voci e dei momenti temporali che, caratterizza i capitoli, non è un ostacolo alla fluidità della narrazione bensì, un arricchimento poiché, regala un ulteriore ritmo alla storia.

Consiglio anche gli altri romanzi di Joel Dicker, di cui scriverò una recensione magari più avanti: “La verità sul caso Harry Quebert” (2012) e “Il libro dei Baltimore” (2015).

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